FIRENZE – Giovedì 16 gennaio, alle ore 17, inizia un ciclo di conferenze alla Biblioteca Villa Bandini per riscoprire il rapporto tra uomini e animali nel mondo antico e medievale. Non sappiamo davvero se nel mondo antico e in quello medievale, l’essere umano, impegnato in una dura lotta per la sopravvivenza, amasse davvero gli animali e fosse in grado di condividerne le sofferenze. Certo non tutti erano miti e vegetariani come quelli che lo aiutavano nelle fatiche del lavoro dei campi, in ogni angolo del mondo vi erano creature feroci e mostruose pronte a divorarlo, eppure non si è mai smesso di pensare a quell’altra parte del mondo vivente che, a detta di molti filosofi e teologi, era priva di ragione. Arazzi, affreschi, mosaici, sculture, miniature che coprono le pareti di palazzi, chiese e conventi e le pagine dei manoscritti sono ancora oggi lì a dimostrarlo. Un ciclo di incontri a cura di Aldo Pasquali. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
16 gennaio 2020 ore 17 L’anima e il corpo: gli animali nel mondo antico.
In Grecia e a Roma gli animali erano una presenza quotidiana e costante, popolavano le campagne contigue alle città, vivevano nelle case degli uomini, infestavano le aree boschive e avevano un ruolo centrale anche nei sacrifici e nelle pratiche divinatorie. Non è quindi un caso se hanno un posto non irrilevante anche nella creazione dei miti e nella speculazione dei filosofi, che in alcuni casi propone modelli vegetariani.
20 febbraio 2020 ore 17 Enigmi allo specchio: l’imposizione del nome agli animali.
A quanto ci racconta la Genesi, fu Adamo a dare il nome a tutti gli animali e, da tale premessa, gli esegeti si sentirono autorizzati a distinguere le varie specie e a disporle secondo ordini gerarchici, inserendo anche quegli animali fantastici, ma creduti realmente esistenti, perché attestati dalle Scritture. Gli animali suscitano il grande interesse della cultura cristiana: imperfetti se messi a confronto con l’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio, ma anche espressione di una comunanza fra tutti gli esseri viventi.
19 marzo 2020 ore 17 L’arca di Noè: i bestiari medievali.
La verità è una qualità che l’uomo medievale conquista a fatica, dato che essa si cela dietro una grande quantità di simboli e di veli allegorici: leoni, orsi, lupi e tanti altri animali, reali o fantastici, affollano i bestiari di quei secoli impropriamente chiamati bui, scritti per ammonire ma anche per istruire colti e ignoranti su come gli animali siano segni di un linguaggio divino, personaggi del grande libro scritto da Dio, parole essi stessi di un lessico simbolico.
16 aprile 2020 ore 17 Una foresta di simboli: l’eccezione fa il mostro.
Quella che siamo soliti chiamare l’arbitrarietà del segno è totalmente estranea alla cultura medievale, anche se le etimologie di un Isidoro da Siviglia oggi possono farci sorridere. Suggerire è spesso più importante che dire, sentire più che capire, evocare più che dimostrare, sognare più che designare: il simbolo è un modo di pensare e una sensibilità peculiare a tutti gli autori del Medioevo, che ricopre tutti i campi della vita intellettuale, sociale e religiosa e ci consente di accedere a quell’altra parte della realtà che è l’immaginario, che nel Medioevo è il regno dei mostri.
21 maggio 2020 ore 17 Mirabili difformità: meraviglie naturali e artificiali.
Per secoli la cultura occidentale ha dedicato il suo interesse a ogni forma di bizzarre anomalie e di eventi prodigiosi; ancora oggi il sonno della ragione di cui è vittima la società moderna partorisce mostri che ci inquietano e scuotono le nostre più solide certezze. L’uomo occidentale non sa più distinguere con chiarezza i contorni della sua identità, e da ciò deriva il fascino intenso della mostruosità.
17 settembre 2020 ore 17 Sortilegi e incanti: il canto delle sirene.
Le sirene sono uno dei miti più affascinanti e misteriosi dell’antichità, ma che mostra la sua vitalità anche oggi. Il suo stesso aspetto seduce ed inquieta: un corpo di donna nella parte superiore e nella inferiore una coda di pesce, oppure una testa di donna innestata su un corpo e zampre d’uccello? Quello che sappiamo per certo è che la sirena sfrutta le sue capacità seduttive, la voce suadente, i lunghi capelli, lo specchio in cui si rimira compiaciuta, per attrarre i marinai e trascinarli in fondo al mare.
8 ottobre 2020 ore 17 Nel grembo di una vergine: unicorni, centauri, sfingi.
Simbolo di nobiltà e fede per il cristianesimo, di castità e di una purezza primigenia che l’uomo sembra avere smarrito, ma anche simbolo di lussuria, l’unicorno è uno degli animali mitici che più ha affascinato artisti e poeti, ma le sue descrizioni sono molto discordanti. L’unico punto certo è il corno in mezzo alla fronte, su cui si addensano tutti i valori simbolici dell’animale, che ha trovato oggi nuova vitalità in una dimensione fiabesca e nel genere fantasy.
29 ottobre 2020 ore 17 Nel ventre della balena: in fondo al mare e nell’alto dei cieli.
Negli abissi marini vivono misteriose ed inquietanti creature che sembrano avere stretto un patto col demonio, un bestiario fantastico che presenta tratti simili in tutte le culture di area mediterranea e semitica, e in cui dominano le terribili figure di Leviatano e Behemot. Anche l’interesse per gli uccelli, cui vengono attribuite facoltà magiche e il cui volo era oggetto a Roma della pratica divinatoria dell’ornitomanzia, sarà vivo in tutto il Medioevo nelle opere a loro dedicate, gli aviari o volucrari.
19 novembre 2020 ore 17 Una covata di aspidi: basilischi, salamandre e altri pirozoi.
Animali che vivono nel fuoco senza bruciarsi, che rinascono dalle proprie ceneri, che pietrificano con lo sguardo, oppure simboli del caos indifferenziato che preesiste all’universo, popolano i bestiari medievali. Essi sono collegati a conoscenze sacre ed esoteriche, ad aspetti iniziatici e sapienziali, ibridi dai poteri salvifici oppure mortali, in bilico tra la perpetuazione di una vita superiore attraverso la conoscenza e l’abbrutimento mortale della materialità del quotidiano.
17 dicembre 2020 ore 17 Horresco referens: tra le spire del drago.
Il drago, creazione medievale che discende dalla letteratura apocalittica, filtrata dalla tradizione cristiana occidentale attraverso le narrazioni antiche, i bestiari e le leggende agiografiche, si fa carico di tutti gli aspetti negativi del mondo e viene associato al mondo infero e alla marginalità. È l’immagine del diavolo, l’angelo ribelle decaduto e precipitato giù dal cielo, che si è rifugiato tra gli uomini e potrà essere vinto solo da un santo o da un eroe.