BOLOGNA – Dal 27 giugno al 13 ottobre 2024 il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna presenta la mostra “Una ricerca polivalente. Esperienze dal centro video arte di Ferrara” nella Project Room, lo spazio che dal 2018 propone esposizioni aventi come focus i fenomeni, gli eventi, le personalità e le organizzazioni che hanno avuto un ruolo fondamentale nella recente storia culturale di Bologna e dell’Emilia-Romagna.
Il progetto, realizzato attraverso una collaborazione tra il museo bolognese e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e curato da Chiara Vorrasi, conservatrice responsabile delle Gallerie ferraresi, e Uliana Zanetti, responsabile del patrimonio del MAMbo, intende celebrare le attività, a circa cinquant’anni dalla fondazione e a trenta dalla chiusura, del Centro Video Arte di Ferrara, unica istituzione artistica espressamente dedicata in Italia alla produzione di video-tape.
Ideato da Lola Bonora nel 1973, e da lei stessa guidato per l’intero corso della sua durata, il Centro Video Arte diviene sin dal suo esordio parte integrante della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara diretta da Franco Farina.
Avvalendosi del supporto tecnico di Carlo Ansaloni e Giovanni Grandi, il Centro esplora ogni possibilità di applicazione del video in ambito artistico, spaziando dalla video-documentazione alla produzione di video-opere, dall’impiego del video-tape in chiave didattica alla sua sperimentazione in interventi di carattere sociale.
In relazione alle profonde trasformazioni in corso all’epoca, tanto sul piano politico-amministrativo quanto su quello artistico, il Centro declina le potenzialità produttive e comunicative dei nuovi mezzi tecnologici non solo agendo sul versante dell’informazione e della divulgazione, ma anche incentivando lo sviluppo di nuove forme d’arte e di pratiche inedite di coinvolgimento e partecipazione.
Già nel 1973 il Centro Video Arte sperimenta la produzione di video-opere monocanale grazie alla collaborazione con Fabrizio Plessi, con il quale il Centro mantiene fitti e ininterrotti rapporti, sostenendone molte importanti produzioni.
Con l’artista vengono realizzati nel 1974 la versione definitiva di Acquabiografico – visibile al MAMbo nel capitolo dedicato al Centro Video Arte nella sezione Rilevamenti d’archivio della collezione permanente – e Travel, la cui premiazione al Festival Internazionale del Film d’Arte e di Biografie di artisti di Asolo del 1974 incoraggia la prosecuzione di questa attività, sollecitando altri artiste e artisti ad avvalersi delle competenze del Centro per le loro sperimentazioni e produzioni.
L’apertura nel 1977 della Sala Polivalente, anch’essa diretta da Lola Bonora, presso Palazzo Massari, nuova sede della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara, permette di ampliare la programmazione con performance, spettacoli musicali e teatrali, letture di poesia, rassegne cinematografiche e video, dibattiti, presentazioni, conferenze, puntualmente documentati dal Centro Video Arte.
Tra i moltissimi artisti ospitati si ricordano Vincenzo Agnetti, Luca Patella, Lamberto Pignotti, Marina Abramović e Ulay, Wolf Kahlen, Giuseppe Chiari, Federica Marangoni, Fried Rosenstock, Fabrizio Plessi, Claudio Ambrosini, Sylvano Bussotti, Michele Sambin, Christina Kubisch, Giovanni Mundula, Corrado Costa, Enzo Minarelli, Claudio Cintoli, Maurizio Bonora, Elio Marchegiani, Giuliano Giuman, Maurizio Cosua, Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian, Klara Kuchta, Gina Pane, Nanda Vigo e William Xerra.
Fin dai primi anni il Centro Video Arte coltiva relazioni e collaborazioni non solo con artiste e artisti, ma anche con altri centri di produzione – in Italia, in particolare con la Galleria del Cavallino di Venezia – e con istituzioni internazionali, come il Centro de Arte e Comunicación di Buenos Aires e la New York University, figurando come protagonista in incontri e rassegne specialistici.
Già nel 1977 l’attività del Centro Video Arte viene presentata alla prima Settimana Internazionale della Performance alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna; negli anni successivi le opere prodotte circolano da Torino (Camera di Commercio, 1980) a Milano (Palazzo Reale, 1980), da Monaco di Baviera (Städtische Galerie im Lenbachhaus, 1981) a Parigi (Centre Georges Pompidou, 1982 e Gran Palais, 1984), da Locarno (Festival Videoart, 1983, 1984, Premio Laser d’Oro 1985) a New York (Museum of Modern Art, 1983).
La parallela organizzazione a Ferrara di importanti rassegne internazionali periodiche, come U-Tape (1982-1990), VideoSet (1985-1990), L’Immagine Elettronica (1989-1991) e Poliset (1991–1993), rafforza la reputazione internazionale del Centro Video Arte, che diventa uno dei principali punti di riferimento del settore grazie alla presenza di artisti come Buky Schwartz, David Dunn, Woody e Steina Vasulka, Bill Viola, Wolf Vostell, Jeffrey Shaw, Ulrike Rosenbach, Pipilotti Rist, Paul Mc Carthy e Shigeko Kubota.
Dagli inizi degli anni ’80 il Centro Video Arte si concentra principalmente sulla produzione di video-sculture e video-installazioni, sostenendo artisti come Michele Sambin (From Left to Right, Triennale di Milano, 1981), Maurizio Bonora (Ipnosi, 1985), Giorgio Cattani (Memory, 1985, Malatempora, 1985), Enzo Minarelli (La Bandiera, 1989), Vittorio Mascalchi, Giancarlo Bocchi, Alfredo Pirri, Giacomo Verde, Klaus Vom Bruch, Leonie Bodeving, Marie Delier, Catherine Ikam, Tina Keane, Muriel Olesen e, con particolare continuità, Fabrizio Plessi e Maurizio Camerani.
Di Plessi vengono realizzate Arco liquido (1981); Liquid Gravity Center (Sala Polivalente Ferrara, 1982; Musée d’Art Moderne, Villeneuve d’Ascq, 1984); Mare di marmo, 1985 (Install-Video-Side, Galleria d’Arte Moderna di Bologna, 1986); Bronx (Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, 1985); Water Wind (1985); Roma (Documenta VIII, Kassel, 1987); Tempo liquido (Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, 1989), Materia prima (Kölnischer Kunstverein, Colonia, 1989); La stanza delle parole, 1990 (VideoFest e Galerie am Pariser Platz, Berlino, 1992).
Di Maurizio Camerani si segnalano, in particolare: Giardino italiano (1984); Corpi freddi (1986); La trave dell’equilibrio (1988); Progetto segreto (1988); VISTA DAL BASSO (1988), che rientra in un nucleo di opere esposte a Ferrara nel 1990 e premiate al Video Art Festival di Locarno 1991 – Addestramento; Bersaglio; Difesa Personale; Bussola; Circuito.
È con l’apporto decisivo del Centro Video Arte che la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, in collaborazione con la IV edizione dell’esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, inaugura nel 1986, nel contesto della rassegna Immagine elettronica, Install-video-side, la prima mostra internazionale di video-installazioni che include Mare di marmo di Fabrizio Plessi. Ed è sempre con il supporto dei tecnici provenienti dal Centro Video Arte, sebbene ormai chiuso, che nel 1995, nella sede espositiva della Salara, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna allestisce un’altra video-installazione monumentale di Plessi per la mostra personale Bombay. I lavatoi dell’anima.
Intrecciando nuovamente i loro percorsi, il MAMbo e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara propongono ora un’agile esposizione che offre alcuni importanti saggi di due particolari percorsi operativi che, tra quelli sviluppati, hanno maggiormente caratterizzato il Centro Video Arte di Ferrara: la video-registrazione di performance da un lato e la video-scultura dall’altro.
Per il primo ambito – che si collega idealmente, approfondendolo, al capitolo dedicato al Centro Video Arte nella sezione Rilevamenti d’archivio della collezione permanente del MAMbo – sono state selezionate registrazioni di performance di Claudio Ambrosini, Sylvano Bussotti, Claudio Cintoli, Giuseppe Chiari e Federica Marangoni, tutte provenienti dall’ingente archivio di videotape delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara – Centro Video Arte, da oltre un decennio oggetto di studio e di interventi di preservazione e di restauro realizzati in collaborazione con il Dipartimento di storia e tutela dei beni culturali e della Camera Ottica dell’Università di Udine e grazie al sostegno della Fondazione Giuseppe Pianori di Ferrara.
La produzione di video-sculture è documentata da opere significative di tre artisti che hanno collaborato assiduamente con il Centro Video Arte di Ferrara: Fabrizio Plessi, Maurizio Camerani ed Enzo Minarelli.
Di Maurizio Camerani è esposta Vista dal basso, realizzata nel 1988 per la monografica ai Musei Civici di Rimini, più volte riproposta in mostre personali e collettive e donata al MAMbo dall’artista per la presente occasione. L’opera è composta da quattro scale in ferro disposte a piramide, rese impercorribili da lastre di vetro e sormontate da quattro monitor che proiettano l’immagine di cime di alberi. Strumenti artificiali e tecnologici creano una distanza incolmabile e frustrante tra lo spettatore e la natura che genera una profonda nostalgia.
Altra video-scultura in mostra è La Bandiera, realizzata nel 1989 da Enzo Minarelli per l’edizione dello stesso anno dell’Immagine elettronica, ospitata al PAC – Padiglione per l’Arte Contemporanea di Ferrara. Affiancando e ancorando a un’asta tre piccoli monitor, ciascuno associato a un colore della bandiera italiana, Minarelli traspone in chiave tridimensionale il formato del video-poema, una delle tante dimensioni da lui esplorate nell’ambito della sua intensa attività di polipoeta dedito a ogni possibile forma di espressione poetica (lineare, sonora, gestuale, visuale) attraverso l’utilizzo di mezzi differenti (performance, stampa, registrazione su nastri audio e vinili, elaborazione in libri d’artista e in video).
Viene presentata infine, per la prima volta nella sua interezza, la serie di schizzi preparatori disegnati da Fabrizio Plessi tra il 1988 e il 1992 per il ciclo Le Stanze/Armadi, del quale solo alcuni progetti sono stati concretamente tradotti in opere tridimensionali, sempre con il supporto del Centro.
A illustrare il reale funzionamento e l’impatto di una delle numerose e complesse video-installazioni realizzate da Plessi con il Centro Video Arte, è un breve video a colori che documenta Tempo liquido, commissionata dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 1989.
La mostra fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.