ROMA – Quest’anno in cattedra tra i docenti della Sapienza ci sarà anche il Nobel per la Fisica 2017, Barry Barish. Insignito del Premio per il contributo decisivo alla prima rivelazione delle onde gravitazionali, lo studioso statunitense terrà il ciclo di lezioni della Cattedra Fermi 2019-2020.
Il corso, intitolato “Grandi infrastrutture e frontiere della fisica”, è articolato in 15 incontri che si terranno dal 10 ottobre al 19 marzo 2020 in aula Amaldi, presso l’edificio di Fisica Guglielmo Marconi. La prima lezione è in concomitanza con il Gravitational wave day 2019, un’iniziativa organizzata dall’Amaldi Research Center per ricordare la rivelazione delle onde gravitazionali avvenuta il 14 settembre 2015, scoperta che è valsa il premio Nobel a Barry Barish, insieme a Rainer Weiss e Kip Thorne.
In particolare a Barry Barish è stato riconosciuto un contributo decisivo nello sviluppo del rivelatore LIGO, (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) il quale, assieme all’interferometro made in Europe VIRGO, che ha visto l’importante partecipazione della Sapienza nelle fase di raccolta e analisi dei dati, ha permesso l’osservazione di vibrazioni nello spazio-tempo provocate dai fenomeni più violenti dell’universo (collisioni di buchi neri, esplosioni di supernovae o il Big Bang che ha dato origine all’universo), conosciute come onde gravitazionali.
Predette da Albert Einstein un secolo fa, non erano mai state viste direttamente. La loro rivelazione rappresenta una scoperta che ha sconvolto il mondo: la conferma della teoria della relatività ha aperto una nuova finestra di osservazione dell’Universo.
Una grande occasione per la comunità della Sapienza e per il pubblico, che avranno la possibilità di conoscere o approfondire alcuni tra i misteri più intriganti della fisica: dalla materia oscura alle onde gravitazionali, dall’Universo primordiale alle nuove frontiere di questo campo d’indagine.
Dal 2011, anno in cui il Miur ha istituito la Cattedra “Enrico Fermi”, la Sapienza affida un ciclo di lezioni ai massimi studiosi internazionali che hanno contribuito in modo significativo a specifici campi di ricerca: l’Ateneo si impegna così a celebrare il genio universale Enrico Fermi, tradizione scientifica del nostro Paese e a promuovere la conoscenza della fisica moderna.
Link al calendario delle lezioni:
https://www.phys.uniroma1.it/fisica/node/11149
https://www.phys.uniroma1.it/fisica/en/node/11152
Focus
Lo studioso statunitense Barry Barish ha conseguito la specializzazione in fisica nel 1957 e il dottorato di ricerca in fisica sperimentale delle particelle nel 1962 presso l’Università della California, Berkeley. Dal 1963 ha continuato la sua carriera di ricercatore post-dottorale presso il California Institute of Technology, dove attualmente ricopre il ruolo di professore emerito.
L’interesse di ricerca primario di Barish è stato il Laser Interferometer Gravitational-wave Observatory (LIGO), da quando ne è divenuto Principal Investigator nel 1994 e poi Direttore nel 1997, anno in cui ha fondato la LIGO Scientific Collaboration (LSC), che ad oggi vede la collaborazione di più di 1000 scienziati in tutto il mondo.
I primi rivelatori erano molto limitati rispetto alla versione Advanced LIGO, sviluppata tra il 1999 e il 2003, dotata di maggiori innovazioni tecnologiche e dunque più sensibile, flessibile e dotata di un sistema ottico migliorato grazie alle
Il 14 settembre 2015, grazie ai dati dei due rivelatori LIGO e dalla collaborazione scientifica con il progetto europeo VIRGO, è stata rilevata la fusione di due buchi neri. I risultati della sorprendente osservazione sono stati pubblicati l’11 febbraio 2016 sulla rivista Physical Review Letters, cento anni dopo che Einstein aveva previsto le onde gravitazionali.
All’inizio della sua carriera di ricercatore, Barry Barish ha condotto altri importanti esperimenti anche nel campo della fisica delle particelle, in particolare quelli al Fermilab (Batavia, Stati Uniti) usando collisioni di neutrini ad alta energia per rivelare la sottostruttura di quark dei nucleoni.
Successivamente ha diretto l’esperimento MACRO, un progetto sotterraneo situato nel Gran Sasso volto a rivelare monopoli magnetici molto pesanti ipotizzati nelle teorie unificate e a provare una varietà di altri problematiche nel campo della fisica astroparticellare, quali il fatto che i neutrini siano dotati di una massa e subiscano la cosiddetta oscillazione.
Barry Barish è stato anche Direttore del Global Design Effort per l’International Linear Collider (ILC) e ha fatto parte di molti importanti comitati scientifici, tra cui il Comitato consultivo per la fisica delle alte energie (High Energy Physics Advisory Panel) impegnato nello sviluppo di un piano a lungo termine per la fisica delle alte energie negli Stati Uniti nel 2001. Ha anche presieduto la Commissione delle particelle e dei campi (Commission of Particles and Fields) e il Comitato dell’U.S. Liaison presso l’Unione internazionale di fisica pura e applicata (IUPAP)
Nel 2002 il fisico statunitense ha ricevuto il Klopsteg Award dell’American Association of Physics Teachers e successivamente è stato insignito del Dottorato honoris causa dall’Università di Bologna (2006), dall’Università della Florida (2007) e dall’Università di Glasgow (2013).