Nel 1957 venne organizzata la prima spedizione scientifica giapponese in Antartide. Al seguito del team erano presenti quindici cani da slitta di razza sakhalin husky, impiegati nel trasporto di rifornimenti e per facilitare gli spostamenti. Era il 29 gennaio 1957 quando il personale impiegato nella spedizione scientifica iniziò i lavori della costruzione della stazione di ricerca Syowa, sita nei pressi della costa orientale dell’isola di Ongul.
Nel febbraio 1958 sarebbe dovuto avvenire l’avvicendamento delle squadre di esplorazione ma, a causa di una perturbazione violenta e inaspettata, la nave Soya dove a bordo vi erano altri ricercatori e abbondanti viveri, rimase intrappolata tra i ghiacci. L’organizzazione aveva pensato di effettuare un cambio del personale impiegato nella ricerca scientifica ma non dei cani di razza sakhalin husky. Furono impiegati alcuni elicotteri per il recupero del personale rimasto alla base giapponese e il loro trasporto a bordo della Burton Island, la nave rompighiaccio della guardia costiera americana in servizio presso le basi antartiche degli Stati Uniti. Purtroppo i cani non vennero soccorsi e rimasero tra i ghiacci. Quando il team di ricercatori tornò in Giappone furono accolti da aspre critiche e proteste, a causa dell’abbandono in Antartide dei quindici cani. Un’associazione animalista promosse una petizione per il recupero degli animali ma questa operazione non fu prontamente realizzata. L’ente che organizzò la spedizione era il Japanese Antarctic Research, il quale comunicò che i tentativi di recupero dei cani avrebbero esposto a grandi rischi i componenti del team della spedizione.
Nel 1959 la terza spedizione antartica giapponese tornò sui ghiacci per continuale l’attività di ricerca e scoprirono che sette cani erano morti, mentre otto erano riusciti ad allontanarsi dalla base ma, di questi, riuscirono a sopravvivere solo i due cani Taro e Jiro. Ancora oggi nessuno comprese come essi sopravvissero per un anno in stato di abbandono, senza cibo e, per di più, sopportando le temperature glaciali del buio inverno antartico.
I due cani furono considerati eroi nazionali giapponesi: prima del loro ritrovamento fu realizzato un monumento per commemorare il sacrificio dei quindici cani (1958); a seguito del ritrovamento di Taro e Jiro furono loro dedicati molti monumenti in Giappone. In tutta la nazione venne istituito ogni anno, il 14 gennaio data del loro ritrovamento, il “Giorno dell’amore, della speranza e del coraggio”. Successivamente venne coniata una moneta commemorativa in ricordo di Taro e Jiro eroi della spedizione nell’Antartide.
Riferimenti bibliografici e sitografia:
INGV Ambiente. Taro e Jiro: una storia antartica (URL: https://ingvambiente.com/2020/02/25/taro-e-jiro-una-storia-antartica/).
Testot Laurent. Homo Canis. Storia di un rapporto millenario. 2021. Bologna. Casa editrice Odoya.
Wakkanai Sightseeing Association. Antarctica Expedition Sakhalin Husky Monument and Memorial Monument for the Dogs. (URL: http://www.welcome.wakkanai.hokkaido.jp/en/sightseeing/rekishi_kankou/nankyoku/).