ROMA – Fino al 14 dicembre la Sala Santa Rita ospiterà Biblioteca di Marzio Zorio a cura di Ilaria Peretti. È l’undicesimo in ordine cronologico dei 12 progetti vincitori del “Bando di selezione Sala Santa Rita 2021”, promosso da Roma Culture e affidato in gestione all’Azienda Speciale Palaexpo, nell’ambito della sua missione di “Polo dell’arte e della cultura contemporanea”. Un esperimento che restituisce la Sala Santa Rita alla città e la trasforma in un osservatorio attraverso il quale avvicinarsi ad opere d’arte di natura diversa, tutte ideate in stretta relazione con il luogo che le ospita e autentiche espressioni della creatività contemporanea.
Biblioteca è un’installazione sonora e partecipativa intesa come un’investigazione sulla scrittura e sul valore comunitario di cui è portatrice. L’opera consiste in barre di legno dotate di quattro nastri magnetici per ogni lato inseriti in una fenditura all’interno del supporto ligneo, accompagnate da uno “stilo” per la lettura e un sistema di amplificazione che restituisce nello spazio i contenuti sonori. Le barre possono essere utilizzate contemporaneamente da più persone: il gesto interpretativo dell’individuo si fonde con quello collettivo, creando un coro di voci e consonanze sonore, trasformando il luogo circostante in una contemporanea torre di Babele caduta. I suoni mutano e riproducono il testo inciso sul nastro seguendo l’andatura, il senso e la velocità del fruitore, che si vedrà costretto a ricercare il contenuto attraverso il suo gesto, rendendo l’idea della lettura come un’azione totalmente attiva. Molteplici sono le tracce incise, due i sensi di lettura, infinite le possibilità di interpretazione.
Per la curatrice Ilaria Peretti “quest’opera, come il resto delle ricerche e dei lavori dell’artista, esplora le proprietà spaziali, emotive e psicologiche del suono, e come esso può essere usato come dispositivo per toccare la coscienza individuale. L’acustica della Sala Santa Rita, dove tipicamente il suono degli organi, dei canti, delle preghiere, dei salmi riecheggia distorto e ripetuto nel tempo, è un elemento fondamentale per l’installazione, che sfrutta questa caratteristica per alterare temporaneamente la percezione che gli ascoltatori hanno di sé stessi in un determinato momento e luogo, e di ciò che ascoltano. Questo spazio attiva il significato dell’opera, le sue questioni culturali, storiche e sociali, plasma e trasforma l’ascolto, comunica attraverso l’organizzazione fisica e performativa della struttura architettonica una particolare sensibilità estetica”.
Marzio Zorio (1985) vive e lavora a Torino. Artista visivo, musicista e creatore di strumenti musicali, si muove tra i diversi linguaggi del mondo delle arti visive, della musica e dello spettacolo. La sua ricerca si basa sul rapporto tra suono e spazio, sistemi di comunicazione e memoria, attraverso l’uso di macchinari e strumenti di ricerca la cui peculiarità non è presentare risposte ma far emergere domande. Sistemi imperfetti che vogliono realizzarsi con l’aiuto di chi cerca di comprenderli, specchi non piani per chi li guarda. Ha esposto e realizzato performance in diverse istituzioni italiane e internazionali.
Ilaria Peretti (1992) è curatrice e redattrice editoriale di base a Torino. Negli anni si è occupata della curatela di progetti espositivi, educativi e di programmi pubblici tra Francia e Italia. Ha collaborato con istituzioni come Palazzo Grassi a Venezia, è stata co-coordinatrice e curatrice del public program del PAC, festival di arte contemporanea di Marsiglia, e del network di spazi di arte contemporanea Marseille Expos. Lavora come assistente alla curatela per Arteco e come redattrice per hopefulmonster editore. Il programma di Sala Santa Rita è promosso da Roma Culture.
La Sala Santa Rita
La Chiesa di Santa Rita da Cascia, sorta nei pressi della scalinata dell’Aracoeli sul luogo della medievale chiesa di San Biagio de Mercato, è una chiesa barocca a pianta ottagonale sita di fronte al Teatro di Marcello.
Fu realizzata intorno al 1653 su progetto dall’architetto Carlo Fontana, che per la sua facciata studiò particolari accorgimenti prospettici per una percezione diagonale. La dedicazione a Santa Rita, suora agostiniana di Cascia morta nel 1447, si deve alla diffusione del suo culto a Roma dopo la beatificazione avvenuta nel 1627. Nel 1928, durante i lavori per la costruzione del Vittoriano, la piccola chiesa venne smontata e, superato il progetto di Giovannoni di ricostruirla ai piedi del Campidoglio, solo tra il 1937 e il 1940 fu ricostruita nello spazio attuale, dopo la sistemazione e “liberazione” del Teatro di Marcello (dal 1926 in poi) e la distruzione di Piazza Montanara. L’esterno del complesso religioso venne totalmente restaurato durante l’Anno Santo del 1950.
Nel 1952 l’edificio fu affidato alla congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza fondata da Don Orione, e infine, nel 1990, tornò nel patrimonio disponibile del Comune di Roma e venne utilizzato per mostre ed eventi culturali fino alla chiusura nel 2001 per opere di restauro e consolidamento.
Dal 2004 la Sala è un suggestivo spazio polifunzionale dedicato all’arte contemporanea, che ospita mostre site-specific, in cui gli artisti dialogano con la seducente architettura di Carlo Fontana.