VENOSA (PZ) – Lunedì 17 maggio il Museo Archeologico Nazionale di Venosa riapre al pubblico in un rinnovato allestimento delle sale espositive, dopo circa 30 anni, e viene intitolato al grande archeologo Mario Torelli a giusto riconoscimento del suo grande impegno per le conoscenze archeologiche del territorio e per gli importanti ritrovamenti legati al suo nome. Il nuovo percorso espositivo sarà presentato in anteprima alla stampa alle ore 12.
Saranno presenti:
Sen. Lucia Borgonzoni – Sottosegretario di Stato;
Massimo Osanna – Direttore Generale Musei;
Francesco Canestrini – segretario Regionale MiC;
Annamaria Mauro, Direttrice Regionale dei Musei della Basilicata ad interim;
Marta Ragozzino, Direttrice Regionale dei Musei della Campania;
Marianna Iovanni, Sindaco di Venosa.
Apertura al pubblico dalle ore 15,30.
Al Professor Torelli, scomparso durante i lavori di sistemazione nel 2020, che aveva anche direttamente seguito, si legano i due importanti rinvenimenti di Banzi, afferenti alla collezione del museo: la Tabula Bantina e l’Auguraculum. Il Museo nato nel 1991 ed ospitato nel lungo camminamento seminterrato del castello di Pirro del Balzo, racconta la storia della città di Venosa e del suo territorio, dalla fondazione della colonia latina del 291 a.C. e del suo antefatto, alla esplosione della città rinascimentale, espressa dalla costruzione del castello nel 1470. A distanza di un trentennio abbiamo voluto riordinare e rinnovare il racconto museale rendendolo più ampio ed accessibile, anche con il ricorso a un sistema narrativo che utilizza soluzioni tecnologiche interattive e supporti multimediali. Il nuovo percorso museale è organizzato in sei sezioni cronologiche e topografiche che raccontano la storia attraverso i manufatti più significativi e rappresentativi. Opere fortemente identitarie sono presenti nei diversi segmenti cronologici: il corredo funebre di un guerriero sannita; il testo di legge della Tabula Bantina e l’Auguraculum, unica testimonianza materiale di questo tipo di monumento di tutta la romanità; la testa di Diadumeno di età imperiale; le numerose iscrizioni e le epigrafi ebraiche; i leoni di reimpiego e i cannoni del castello. “La narrazione del Museo è strettamente connessa alle evidenze del Parco Archeologico e con esso, in un legame imprescindibile, racconta la storia di Venosa.- dichiara Annamaria Mauro, Direttore Regionale dei Musei della Basilicata ad interim – Ci auguriamo che il racconto proposto vi emozioni, coinvolga e conduca alla visita dei resti della città antica, ospitati innanzitutto nel Parco Archeologico ma diffusi anche nell’abitato, distribuiti lungo le sue strade ed incorporati nel tessuto urbano attuale, tanto da rendere Venosa un grande museo all’aperto”. Il nuovo allestimento del Museo Archeologico Nazionale “Mario Torelli” di Venosa rientra nel PON CULTURA E SVILUPPO 2014-2020 “Venosa (PZ). Progetto esecutivo delle Opere di riqualificazione e valorizzazione funzionale del Castello di Venosa e dell’area archeologica”.
Nella foto: Busto femminile e maschile, probabili statue di culto Terracotta. 300-200 a.C. Lavello, santuario in loc. Gravetta Venosa, Museo Archeologico Nazionale © Ministero della Cultura Direzione regionale musei della Basilicata.