Homepage ATTUALITÀ Restituita pala d’altare dispersa a Gorizia durante la Grande Guerra

    Restituita pala d’altare dispersa a Gorizia durante la Grande Guerra

    5:43 am
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    UDINE – La pala d’altare raffigurante la “Visitazione di Maria”, opera del pittore goriziano Francesco Caucig (1755-1828), considerato uno dei protagonisti del Neoclassicismo europeo, è stata restituita giovedì 20 maggio alle ore 11:30, dal Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), Gen. B. Roberto Riccardi, al Sindaco di Gorizia, dott. Rodolfo Ziberna. L’evento si è svolto alla presenza del Direttore della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, Enrico Graziano, e della Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, dott.ssa Simonetta Bonomi, nel corso di una conferenza stampa che ha avuto luogo presso l’omonimo Palazzo sede della Fondazione.

    Nei primi anni del Novecento l’opera, di notevoli dimensioni (213×126,5 cm), apparteneva alla famiglia Coronini. In seguito allo scoppio della Grande Guerra, nel 1916 Gorizia fu conquistata dal Regio Esercito, reparto speciale guidato dal giovane Tenente goriziano Emilio Mulitsch, che fu incaricato di recuperare e mettere al sicuro i beni storico-artistici e librari rimasti nelle residenze abbandonate dai privati, tra cui quelli che si trovavano all’interno di Palazzo Coronini. I beni furono restituiti nel 1919, a eccezione dei due dipinti di Francesco Caucig. Il conte Carlo Coronini, allora proprietario del Palazzo, si rivolse alla Sezione Belle Arti del Regio Commissariato per la Venezia Giulia di Trieste per denunciarne la scomparsa e chiedere che venissero effettuate ricerche a Roma e a Firenze, città in cui avrebbero potuto trovarsi i beni Coronini dal 1917. Nei mesi successivi, il Commissariato effettuò indagini presso le Gallerie di Firenze, Roma e i Musei di Venezia ma – come venne risposto a Carlo Coronini nel marzo 1920 – senza alcun esito. I due quadri di Francesco Caucig non furono mai restituiti e non se ne ebbe più alcuna notizia fino a oggi.

    Solo alla fine dello scorso mese di dicembre la dott.ssa Cristina Bragaglia, storica dell’arte della Fondazione Coronini, è venuta a conoscenza, grazie a una segnalazione, della comparsa della “Visitazione di Maria” sul mercato antiquario. Avendo già da tempo ricostruito, grazie ad alcuni documenti dell’Archivio Storico Coronini, la complessa vicenda in cui erano coinvolte le opere scomparse, insieme alla funzionaria e storica dell’arte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio FVG di Trieste, dott.ssa Claudia Crosera, è stato possibile individuare ulteriori prove documentarie nell’archivio della Soprintendenza. Attraverso l’intervento della Soprintendente, la Fondazione Coronini ha pertanto presentato una richiesta di accertamenti e trasmesso la relativa documentazione ai Carabinieri del Nucleo TPC di Udine.

    I militari del Reparto specializzato dell’Arma, che da aprile 2016 operano in Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige a tutela del patrimonio culturale sotto la guida del Magg. Lorenzo Pella, hanno così individuato la pala d’altare in una galleria d’arte di Roma, in vendita per conto dell’attuale possessore, inconsapevole dell’effettiva proprietà della tela. L’esito delle indagini, effettuate in collaborazione con il Nucleo TPC di Roma e con la Soprintendenza speciale ABAP capitolina, è stato condiviso con la Procura della Repubblica di Roma, che ha emesso un decreto di sequestro della pala d’altare nell’ambito di un procedimento penale aperto contro ignoti. Il provvedimento è stato eseguito lo scorso mese di marzo e il dipinto, a seguito del dissequestro e della restituzione a favore della Fondazione Coronini disposti dall’Autorità Giudiziaria, è stato trasportato a Gorizia e collocato all’interno della cappella di Palazzo Coronini.

    La famiglia Coronini attribuisce all’opera un particolare valore simbolico, oltre che artistico, in virtù dei legami con gli antenati Cobenzl: il ritorno del dipinto è motivo di orgoglio per la Fondazione Coronini e per tutta la città di Gorizia, che hanno potuto così recuperare, dopo più di cento anni, la preziosa testimonianza pittorica di uno dei suoi artisti più famosi e importanti. Il ritrovamento della “Visitazione di Maria” si colora, inoltre, di ulteriore significato alla luce del ruolo di Capitale Europea della Cultura che Gorizia e Nova Gorica ricopriranno nel 2025. Le origini e la vicenda personale di Francesco Caucig, pittore di famiglia slovena ma di cultura e formazione italiane, esemplificano la varietà di culture, lingue e nazionalità che per secoli è stata un tratto distintivo dei goriziani.