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    Provincia di Terni, presentato protocollo d’intesa consigliera di parità-ispettorato del lavoro su discriminazione di genere

    5:03 am
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    TERNI –  Le piccole attività e le micro imprese sono in genere l’humus sul quale crescono e si diffondono situazioni di discriminazione sul lavoro, anche a livello di molestie sessuali. E’ uno dei problemi principali emersi in sala del Consiglio provinciale nel corso della presentazione alla stampa del protocollo d’intesa fra consigliera di parità della Provincia di Terni e ispettorato del lavoro incentrato sulla lotta alle discriminazioni di genere e sull’affermazione delle pari opportunità.

    Il presidente della Provincia, Giampiero Lattanzi, la consigliera di parità, Maria Teresa Di Lernia e la vice Ivana Bouchè, e il direttore di Terni dell’ispettorato del lavoro, Stefano Olivieri Pennesi hanno sottolineato come questi enti siano presidio di legalità e che la prevenzione dei fenomeni di discriminazione e la crescita della cultura del rispetto e del lavoro giochino un ruolo fondamentale. “Ci sono segnali incoraggianti che indicano che questa cultura stia crescendo sia a Terni che in provincia  – ha dichiarato il presidente Lattanzi – ma è necessario insistere e non abbassare la guardia. Negli ultimi dieci anni, a livello nazionale – ha osservato – si è infatti assistito ad una arretramento dei diritti sul lavoro conquistati con tanti sacrifici.

    Questo protocollo è un fatto estremamente positivo che aiuta ad affrontare e cercare di risolvere i problemi”. Il direttore dell’ispettorato del lavoro si è soffermato sulla necessità di contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco ed ha sottolineato che nelle piccole e piccolissime realtà produttive si annidano gli episodi più numerosi e frequenti. “Per questo c’è bisogno di sinergie e collaborazioni come questa che si sancisce oggi e che offre strumenti nuovi nel contrasto alle distorsioni e nell’aiutare le persone a far emerge le loro situazioni”.

    “Ciò che si vede è solo la punta dell’iceberg di un sommerso molto preoccupante”, ha affermato la Di Lernia, ponendo l’accento sul fatto che la maggior parte delle vittime di discriminazioni è composta da donne. “Il nostro obiettivo deve essere quello di offrire un servizio che serva a risolvere i problemi, possibilmente prima di arrivare alle denunce, in modo che si affermi e cresca una cultura diversa data dalla persuasione e non dalla coercizione normativa. Quando abbiamo impostato così le questioni sollevateci, il più delle volte le abbiamo risolte definitivamente prima del ricorso alla giustizia ordinaria. Il lavoro però è ancora lungo e tortuoso e per svolgerlo al meglio c’è bisogno di strumenti come questo protocollo”.