Homepage ROMA & PROVINCIA Progetto “While Being Other” del duo Prinz Gholam

    Progetto “While Being Other” del duo Prinz Gholam

    5:26 am
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    ROMA – Prinz Gholam è un duo di artisti composto da Wolfgang Prinz e Michel Gholam, vincitori del Premio Roma Villa Massimo 2020/21, che sviluppa, da vent’anni, una pratica performativa indirizzata a reinterpretare attraverso il corpo i più eterogenei riferimenti culturali, dai dipinti antichi alle sculture, dall’arte contemporanea ai film e alle immagini dei media. I loro lavori, spesso realizzati in luoghi storicamente rilevanti come musei, siti archeologici o spazi pubblici, suggeriscono e svelano come le nostre esistenze siano influenzate da processi di assimilazione culturale. Una serie di assorbimenti graduali o repentini che spingono gli individui o i gruppi verso il progressivo e passivo abbandono della propria cultura per cercare di assumere quella dominante, ritenuta più sofisticata o prestigiosa rispetto alla propria, portando alla perdita di molte o tutte le caratteristiche culturali che rendevano il gruppo differente e distinguibile. In questo modo Prinz Gholam, avendo loro stessi origini in culture diverse, svolgono un’indagine, composta di azioni e gesti minimi, ridotti, sottili e coreografati, sul processo di formazione degli standard normativi e formali riconosciuti convenzionalmente nel campo dell’estetica e della mitologia, rendendo visibile la nostra fascinazione e la nostra adesione a determinati canoni culturali prevalenti.

    Nel progetto While Being Other, presentato nel Padiglione 9B del Mattatoio all’interno del programma triennale Dispositivi Sensibili, gli artisti espandono la loro ricerca sulla percezione del sé e del corpo come assunti culturali attraverso performance, oggetti e disegni di grandi dimensioni. L’articolazione del progetto si configura come una coreografia in continuo divenire in cui una sequenza di lavori, presenze, spostamenti, gesti e intervalli di movimenti sono concepiti a partire da riferimenti culturali specifici e intrecciati tra di loro attraverso una molteplicità di maschere che invadono lo spazio espositivo.

    L’uso rituale delle maschere è documentato fin dal Paleolitico superiore ed è diffuso ancor oggi in tutti i continenti, anche se non in tutte le culture, così come è da sempre assodato che l’atto di concepirle e indossarle implichi normalmente il desiderio di cancellare o nascondere temporaneamente l’individualità umana del soggetto. Tuttavia, quest’accezione atavica è stata completamente sradicata e allo stesso tempo rivitalizzata dall’insorgere del Covid-19 che ha letteralmente posto in primo piano il concetto stesso di maschera, la riconoscibilità di fronte al rischio dell’anonimato, la dialettica tra protezione e ornamento o la rivendicazione sociale, culturale ed economica dell’individuo all’interno del proprio contesto di riferimento.

     

    Biografia

    Wolfgang Prinz (Leutkirch, Germania, 1969) e Michel Gholam (Beirut, Libano, 1963) collaborano dal 2001 e vivono a Berlino. Come artisti visivi hanno sviluppato la prassi tipica di un processo, attraverso performance live, video, fotografie e disegni. Il loro lavoro è un continuo tentativo di collocare e negoziare l’io e il corpo fra il loro costrutto culturale e il mondo nel quale viviamo. Performance e mostre (selezione): Palazzo Altemps, Roma (2020), Hofkirche, Innsbruck (2019), Pola Museum of Art, Hakone (2019), Punta della Dogana, Venezia (2018), Kupferstich-Kabinett, Dresda (2018), Galerie Jocelyn Wolff, Parigi (2018), documenta 14, Atene e Kassel (2017), National Gallery, Praga (2016), Museion, Bolzano (2014/15), Schweizerische Plastikausstellung, Biel (2014) e il progetto espositivo itinerante La Monnaie Vivante (2006-2010).

    La mostra è promossa da ROMA Culture (culture.roma.it) e fa parte del programma Estate Romana 2021.

    Collaborazioni

    In collaborazione con Accademia Tedesca Roma Villa Massimo

    Ringraziamenti

    Si ringraziano in particolar modo Julia Draganovic, Direttrice dell’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, e la Galleria Jocelyn Wolff di Parigi.