NARNI (TR) – Ci sarà anche una sessione dedicata alla disabilità con una serie di iniziative promosse dalla commissione Pari opportunità del Comune durante il Festival della Sociologia in programma venerdì e sabato prossimi a Narni. A darne notizia è la presidente della commissione, Maria Cristina Angeli che informa anche del fatto che le attività saranno presentate dai centri diurni dell’Usl 2 in collaborazione con Università, Comune e vari enti.
Il primo appuntamento è fissato per venerdì alle 21.30 all’Auditorium Mauro Bortolotti del complesso del San Domenico, dove la compagnia teatrale “Instabile” di Porchiano del Monte (Amelia) dei ragazzi del Centro di integrazione metterà in scena l’anteprima del suo ultimo lavoro: “Pinocchio, siamo Uomini o Marionette?”. Un’avventura straordinaria e tragicomica che travalicherà ogni confine, dal fondo del mare più oscuro fino agli spazi siderali sconosciuti dentro ognuno di noi. Lo spettacolo impegnerà i ragazzi attraverso una rappresentazione ricca di clownerie, tecniche mimiche, coreografie, esercizi ginnici e giocolerie in un grande spettacolo collettivo per stimolare le capacità degli attori e la fantasia del pubblico. Pinocchio, attori, pubblico, mossi insieme da sentimenti e desideri lungo la misteriosa via della realizzazione di sé, accomunati da curiosità e pigrizia, coraggio e paure, convivono in questa società sospesa tra il vuoto delle distrazioni e il pieno di una vita colma di senso.
Una seconda iniziativa è prevista per sabato alle 16.45 negli spazi del centro diurno Il Faro di Narni con gli aperilibri del Festival. Occasione per la presentazione del libro di Mario Tirino e Antonio Tramontana, I riflessi di Black Mirror. Glossario su immaginari, culture e media, della società digitale. Ne discutono con gli autori Simone Luciani, Alfonso Amendola, Fabio D’Andrea e Pier Luca Marzo.
“Includere ed integrare le persone disabili è possibile se si punta sulla competenza e sulla collaborazione – afferma la Angeli – non si tratta, cioè, di creare condizioni di normalizzazione; occorre invece fare spazio alla ricchezza della differenza, adeguando il noto, gli ambienti, la prassi, di volta in volta, in base ad ogni specifica singolarità. La normalità deve dunque divenire sociologicamente e culturalmente metamorfosi costante e quel confine sottile che la separa dalla disabilità deve scomparire completamente”.