BAGNOREGIO – Il Museo Piero Taruffi, diretto da Flavio Verzaro, è gestito dall’omonima Associazione Storico Culturale nata 30 anni fa da un gruppo di appassionati di motori d’epoca che scelsero come sede Bolsena. Nel 1988 venne inaugurata la struttura museale e la sede sociale venne trasferita a Bagnoregio.
Il museo è dedicato all’Ing. Piero Taruffi, uno dei più grandi piloti del Novecento unico ad aver vinto la Carrera Panamericana (1952), la Targa Florio (1954) e la Mille Miglia (1957). Egli progettò l’autodromo di Vallelunga che porta il suo nome, il circuito di Misano Adriatico ed altri ancora. Fece studi aerodinamici, brevettò e realizzò il Tarf o Bisiluro: un veicolo a quattro ruote in grado di raggiungere le prestazioni di una moto carenata avente due scafi, uno per il propulsore e l’altro per il pilota. Nel 1951 realizzò il record di velocità raggiungendo i 305 Km/h a bordo del suo bisiluro. Taruffi gareggiò alla guida di auto realizzate da case automobilistiche, tra cui Ferrari, Mercedes e Maserati.
All’interno del museo sono affisse alle pareti tavole originali del Tarf; tante sono le auto e moto d’epoca di proprietà dei soci; una vasta collezione di microcar, tra cui la mitica Isetta nata negli anni ’50 e progettata da due ingegneri italiani che venderono il progetto all’azienda tedesca BMW. Presente anche Janus, l’automobile dotata di motore centrale e sedili contrapposti con apertura sia davanti che dietro; un altro mezzo interessante è la Balilla 1100 del 1938 che ha ancora le strisce bianche diagonali di riconoscimento. Inoltre, sono ospitate opere originali realizzate con pezzi meccanici; spazio didattico sull’evoluzione meccanica e degli accessori; una sezione dedicata all’Ing. Francesco De Virgilio, socio onorario dell’Associazione Taruffi e progettista del primo motore sei cilindri a V che equipaggiava le Lancia Aurelia; ampia sala conferenze.
Esposto anche il motocarro del film “La Strada” di Federico Fellini, vincitore del Premio Oscar nel 1957. Il motocarro era formato da una moto militare Sertum che, dopo essere stata tagliata, fu collegata ad un piano di carico detto cassone. Durante la serata inaugurale della seconda edizione del Festival Civita Cinema 2018 di Bagnoregio è stato rievocato il predetto film con la scena del funambolo che ha attraversato, sospeso nel vuoto, la celebre Piazza Cavour.
Foto di Manola Solfanelli