ROMA – “Il ritorno della grande diagonale del Mediterraneo, un milione di passi da Roma a Brindisi che dopo decenni di oblio ritornano percorribili restituendo finalmente alla res publica un bene dimenticato. Un monumento, un mito, una linea che non finisce ma porta niente meno che alla Via della Seta. Un progetto di portata europea che tocca quattro regioni e coinvolge gli italiani da Roma a Brindisi nella parte meno conosciuta e forse più autentica del Paese. Il sogno di un cieco, Appio Claudio, che dopo ventitré secoli ridiventa realtà, strada, cammino”.
Queste alcune delle suggestive parole del filmato curato dal regista Alessandro Scillitani che ha aperto ieri nella Sala della Crociera del Collegio Romano la presentazione del progetto “Appia Regina Viarum”, voluto dal Ministro per i beni e per le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini e finanziato con 20 milioni di euro all’interno del Piano Cultura e Turismo varato nel 2016. L’iniziativa, che ha presto spunto dal cammino compiuto da Paolo Rumiz lungo l’antico tracciato della strada consolare romana, entra ora in una nuova fase con l’aggiudicazione del bando per l’elaborazione del progetto esecutivo pubblicato lo scorso 5 agosto.
Molti i punti di forza, a partire dalla natura del cammino che fa dell’Appia il primo cammino nazionale laico a matrice culturale lungo circa 600 km in 29 tappe.
Già realizzato il sigillo del cammino, ideato dal calligrafo Pietro Porro, un monogramma alfabetico a doppia “A” che segna la via numero uno del mondo antico con due linee prospetticamente convergenti come una strada che punta sull’orizzonte. Il monogramma, trasposto su timbro, verrà apposto sui pani, cibo proprio della cultura italiana e in particolare delle regioni attraversate dall’Appia.
“Il nostro viaggio ha cambiato la realtà – ha detto Paolo Rumiz nel corso della presentazione – facendo nascere articoli, film, libri e sprigionando una potente energia civica, che sarà un grande elemento di unità di questa operazione di democrazia diretta che permetterà di vivificare un percorso straordinario, fatto di stori, civiltà, cultura e archeologia”.
“La Regina Viarum – per il Ministro Dario Franceschini – unisce territori ricchi di uno straordinario patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico e ha le caratteristiche per divenire uno dei più grandi cammini europei. È nostro preciso dovere investire in questo progetto, che ha il merito di puntare sulla cultura per promuovere e sostenere lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno.”
Sul sito www.camminodellappia.it in costante aggiornamento sono disponibili tutte le informazioni utili a camminatori e viaggiatori.
Finanziamento
€ 20.000.000,00 sul Piano stralcio “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 – Delibera CIPE 3 del 1 maggio 2016 (ripartiti tra MiBACT e Regioni sulla base di un Masterplan condiviso), così suddivisi:
- 1,1 M€ per attività di progettazione e ricognizione lungo tutto il tracciato;
- 6,8 M€ per attività di ricerca del tracciato mediante scavi archeologici e attività di tutela lungo la via Appia (eseguiti dalle 9 Soprintendenze e 1 Parco Archeologico MiBACT ricadenti lungo il tracciato);
- 8,5 M€ per attività di messa in sicurezza del tracciato al fine di renderlo percorribile;
- 2,1 M€ per attività di promozione da svolgersi nelle 4 Regioni, anche attraverso mostre dedicate all’antica strada, oltre alla pubblicazione monografica che raccolga tutti i dati noti;
- 1 M€ per la predisposizione dei necessari strumenti informatici (HUB, volo topografico, ecc.)
- 500.000 € per attività di assistenza tecnico/amministrativa del complesso progetto.
I numeri del progetto:
- 609 km circa (di cui 150 km Lazio, 190 km Campania, 83 km Basilicata, 186 km Puglia);
- 29 tappe di circa 20 km, 4 Regioni, 11 Province (Avellino, Bari, Benevento, Brindisi, Caserta, Foggia, Latina, Matera, Potenza, Roma e Taranto) e 87 Comuni interessati;
- il tracciato già percorribile presenta criticità di diverso grado che si intendono superare con la progettazione in corso;
- 8 sono le tappe che saranno rese sicure nel primo anno d’intervento.