VITERBO – La conservazione della biodiversità, in particolare nelle foreste tropicali, è una priorità delle strategie di conservazione dell’ambiente a livello globale. Una tra le specie tropicali più interessanti ma purtroppo a rischio di estinzione è costituita dall’elefante africano delle foreste, un animale di taglia più bassa dell’elefante comune africano e che negli ultimi dieci anni è stato particolarmente attaccato dai bracconieri. Una ricerca scientifica appena pubblicata dal prestigioso gruppo editoriale Nature (Nature Geoscience) e condotta dall’Università della Tuscia con altri importanti Centri di ricerca internazionali, ha dimostrato che l’estinzione degli elefanti africani delle foreste potrebbe comportare anche conseguenze negative sulle stesse foreste tropicali, con una riduzione della biomassa forestale e un calo del 7% degli stock di carbonio delle foreste pluviali dell’Africa centrale. La ricerca suggerisce che gli elefanti delle foreste svolgono un ruolo importante nel modellare la struttura delle foreste pluviali africane. Gli elefanti “forestali” si trovano nelle foreste dell’Africa occidentale e centrale. Ricerche precedenti avevano dimostrato che i grandi erbivori possono avere effetti importanti sugli ecosistemi, ma il modo in cui gli elefanti delle foreste influenzano le foreste pluviali dell’Africa rimane in gran parte sconosciuto.
Fabio Berzaghi e Giuseppe Scarascia-Mugnozza del DIBAF (Dipartimento Innovazione nei Sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali) dell’Università della Tuscia, insieme a colleghi di prestigiosi istituti di ricerca stranieri, hanno analizzato gli effetti degli elefanti della foresta sulla struttura, la produttività e l’accumulo di carbonio delle foreste pluviali africane. Questi ricercatori sono riusciti a quantificare questi effetti sulla base di simulazioni di modelli che incorporano le alterazioni (disturbances) apportate alle foreste dagli elefanti, che riguardano la eliminazione degli alberi di ridotte dimensioni (diametro del tronco inferiore a 30 cm), come se si trattasse di un diradamento. Gli autori dimostrano che gli elefanti africani forestali, diminuendo il numero dei tronchi di minori dimensioni nelle foreste, favoriscono la riduzione della competizione per la luce, l’acqua e lo spazio tra gli alberi. Questi cambiamenti promuovono lo sviluppo di alberi di maggiori dimensioni, con una più elevata densità del legno e, quindi, l’aumento della quantità di carbonio immagazzinata. E’ stato stimato che con una densità moderata di 0,5-1 elefante per km2, l’effetto dell’elefante africano delle foreste è positivo, aumentando la biomassa forestale fino a 60 tonnellate per ettaro e quindi migliorando l’assorbimento di gas ad effetto serra nelle foreste tropicali dell’Africa centrale.