CIVITAVECCHIA – Il 19 e 20 novembre inizia la nuova stagione al Teatro Traiano grazie alla storica collaborazione tra il Comune di Civitavecchia e ATCL – Circuito multidisciplinare del Lazio sostenuto da MiC – Ministero della Cultura e Regione Lazio e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia, con “L’Attesa” testo di Remo Binosi, regia di Michela Cescon che mette in scena due interpreti molto amate dal pubblico: Anna Foglietta e Paola Minaccioni, per la prima volta insieme sul palco, a dare corpo e voce alla nobildonna Cornelia e alla sua serva Rosa.
Il testo di Binosi ha una grande forza drammatica e di coinvolgimento, a cui è difficile rimanere indifferenti e – nonostante l’azione sia ambientata nel ‘700 – i temi e i contenuti trattati sembrano parlare di noi, come se non fosse cambiato nulla: la differenza di classe, il rapporto serva-padrona, il doppio, l’amore, il piacere, la maternità, il peccato, la punizione, il femminile, il male, la morte, la seduzione. Tutto viene raccontato con continui cambi di registro narrativo, tenendo in equilibrio tra loro commedia e dramma. Il linguaggio è originale e sorprendente, bello da recitare ad alta voce, con una naturale vis comica che garantisce una presa certa sul pubblico, paragonabile a quella dei testi di Goldoni e di Eduardo.
«I personaggi sono empatici, emozionanti, veri e si prova per Rosa e Cornelia grande simpatia: soffri con loro, le ami con dolcezza, le adori, partecipi prima con una, poi con un’altra, poi con tutte e due…e alla fine non ti sorprendi di pensare che forse potrebbero essere la stessa persona. L’Attesa è proprio un testo per il palcoscenico, per gli attori, pieno d’invenzioni molto riuscite. Tutto è raccontato con freschezza e con un erotismo naturale nei confronti della vita e del mondo. Alle due attrici viene richiesta un’ adesione fisica ai personaggi totale, e il loro stare in scena diventa molto sensuale, non per un finto gioco di seduzione, ma per la loro immersione nel racconto; un racconto sui corpi femminili, sulla punizione per il desiderio, la punizione di essere donne, sulla maternità, sull’amicizia, sull’amore, sul piacere, sulla lealtà, sulle differenze di classe… due voci femminili che diventano un gran bel punto di vista, per portare in scena il nostro sguardo più personale ed intimo.I temi affrontati sono universali e, pur essendo ambientato in Veneto nel ‘700, sentiamo la loro storia molto vicina. Il dramma è costruito attorno a due donne che vengono allontanate e rinchiuse per nove mesi per nascondere entrambe una gravidanza. Si racconta una clausura, un’impossibilità ad uscire e mai, come in questi tempi, l’idea teatrale, anche semplice, di chiudere due personaggi all’interno di una stanza diventa vera, reale e sentita» racconta Michela Cescon.
«L’attesa è un testo di Remo Binosi con regia di Michela Cescon interpretato da me e Paola Minaccioni. La storia racconta di queste due donne che si trovano a dover vivere la propria gravidanza in uno stato di reclusione perché entrambe sono state abusate. Il personaggio di Cornelia, da me interpretato, è una donna molto nobile, rimasta incinta dopo aver subito una violenza fisica. La sua famiglia decide quindi di recluderla all’interno di una casa di campagna senza concederle nemmeno il conforto di una presenza. A seguito delle sue richieste le viene concessa la vicinanza di una serva: ne nascerà così una relazione non soltanto di amicizia ma anche fisica, emotiva, sentimentale che vedrà il susseguirsi dei mesi con la vicinanza dell’una con l’altra. È un testo che parla di donne, di femminilità, di umanità e del senso profondo dello stare al mondo. Lo definisco un testo esistenzialista, soprattutto il personaggio di Cornelia al quale è affidato il compito di portare avanti un pensiero soprattutto rispetto al senso dell’esistenza. Ha senz’altro una forma di nichilismo che però viene tradita dalla sua giovane età, mentre il personaggio di Rosa è più concreto e distilla all’interno dello spettacolo perle di saggezza legate al suo essere pragmatico. Due donne agli antipodi che però si compenetrano perfettamente. Il tema fondamentale all’interno di questo spettacolo è legato all’esistere e allo stare al mondo declinato da due donne (ma potrebbe essere declinato al maschile senza problemi). Il senso profondo di questo testo è proprio che non ha genere nonostante la figura della donna venga toccata con estrema precisione, ed è anzi ciò che alla fine secondo me verrà più evidenziato e che interesserà di più allo spettatore: cogliere la libertà di cui le donne sono veramente capaci, oltre alla grande generosità e trasversalità che queste possono avere quando si tratta di entrare in contatto con la propria natura e la propria esistenza ed essenza» racconta Anna Foglietta.
Ad accompagnare il progetto si affianca alla regia un’importante équipe artistica: Dario Gessati, che firma le scene, Pasquale Mari, il disegno luci, Giovanna Buzzi, i costumi, e Piergiorgio De Luca, il suono. Elisabetta Sgarbi ha curato la pubblicazione del testo con la sua «La Nave di Teseo».
Orario spettacolo: sabato ore 21/ domenica ore 17.
Biglietti:
intero ridotto
Poltronissima: euro 27,00 + 2,00 prev. euro 25,00 + 2,00 prev.
Poltrona: euro 25,00 + 2,00 prev. euro 23,00 + 2,00 prev.
Galleria: euro 22,00 + 1,50 prev. euro 20,00 + 1,50 prev.
Balconata: euro 18,00 + 1,50 prev. euro 16,00 + 1,50 prev.
Teatro Comunale Traiano Corso Centocelle 1 – 00053 Civitavecchia
tel. 0766370011
comunicazione@teatrotraianocivitavecchia.it
www.teatrotraianocivitavecchia.it
www.atcllazio.it
botteghino: dal martedì al sabato orari 9.00 -13.00 / 15.00 – 19.00
Apertura in caso di spettacolo: domenica e festivi 16.00 – 17.30
Foto in alto di Fabio Lovino.