CIVITAVECCHIA – Dal CASN LANS riceviamo e pubblichiamo:
Solo colui che abbia una anche minima esperienza di mare ed abbia navigato a remi o più facilmente a vela qualche miglio contro forti venti che lo hanno spinto all’opposto di dove sarebbe voluto andare nonostante stanchezza e fatica, verso onde che lo hanno frenano e sballottato da tutte le parti sia di notte che di giorno, facendolo stare completamente zuppo di acqua fredda, può rendersi minimamente conto di quanto sia difficoltosa e incerta ma soprattutto pericolosa la navigazione nonostante le metodologie, le tecniche, le attrezzature e i sistemi meccanici ed elettronici moderni in dotazione sulle nostre imbarcazioni.
Purtroppo o per fortuna il mare ancora oggi rappresenta un elemento difficilissimo da addomesticare che ci mette inesorabilmente di fronte a quanto siamo ancora minuscoli di fronte allo scatenarsi della natura ridimensionando, per chi abbia un minimo di onestà, la nostra attitudine a sopravalutarci e a sentirci onnipotenti controllori e gestori della natura e del nostro habitat.
Questo ha reso sempre affascinante immaginare come gli antichi marinai potevano cavarsela con le stesse e innumerevoli difficoltà prodotte dall’elemento marino senza avere a disposizione previsioni meteo satellitari, motori diesel, salpa ancore idraulici, posizionamento satellitare, trasmissioni radio per il soccorso, tipologie di vele che riescono a portarti quasi controvento e cabine a tenuta stagna. Ritrovamenti archeologici navali sparsi in ogni dove sia nel Mediterraneo che negli Oceani invece ci certificano la piena capacità, già dal primo millennio a.C., dei popoli Egizi, Fenici, Greci, Etruschi e Romani di sapersela comunque cavare con metodologie e sistemi spesso a noi sconosciuti rispetto a navigazioni lunghe, complesse e pericolose quanto le nostre.
Dai reperti ritrovati, all’interno di queste antichissime imbarcazioni, si riscontrano elementi facenti parte di macchine e sistemi che ci indicano una gestione dei problemi legati alla navigazione del mondo antico o completamente sconosciuti o incredibilmente simili ai nostri. Il Centro Archeologico Studi Navali (CASN-LANS) sito a Civitavecchia è uno dei pochi Centri Archeologici Navali Sperimentali al mondo che da anni lavora proprio con questo obbiettivo su relitti antichi, partendo dalle navi egizie del III millennio a.C. fino a quelle Bizantine in collaborazione con Università e Centri di Ricerca nazionali e stranieri. Le Ricerche del CASN-LANS si sono sempre concentrate: sulla comprensione di come si siano evolute le tecniche di costruzione navale e i loro sistemi propulsivi, sulla tipologia delle macchine per la movimentazione dei pesi e delle ancore, sulle armi imbarcate e sugli apparati idraulici di sentina. Proprio dallo studio accurato e dall’analisi dei reperti frammentari, scoperti all’interno di unità antiche affondate o sepolte, che il CASN-LANS ha potuto riportare in vita questi apparati antichi, dimostrandosi all’avanguardia nelle ricostruzioni scientifiche.
La sperimentazione in laboratorio, ad esempio, di numerose tipologie di macchine idrauliche sia terra che di mare, risalenti dal II sec . a.C. fino al IV sec. d.C. ricostruite filologicamente funzionanti , hanno permesso al CASN-LANS dopo numerosi test di dimostrare che i romani avevano già scoperto tutti gli stessi principi idraulici che utilizzano le pompe delle nostre più moderne navi.
Ultimamente l’attenta ricostruzione di un apparato idraulico, presente in frammenti in una nave commerciale a Dolia romana di I sec. d. C., affondata in Corsica, ha permesso al CASN –LANS di dimostrare che questa macchina poteva avere la capacità di innalzare l’acqua a quattro metri di altezza con una portata di 10 litri al secondo. Un dato questo talmente eccezionale che ha scosso il mondo scientifico costringendolo completamente a rivedere e aggiornare considerazioni e valutazioni sulle reali capacità di navigare di questi antichi popoli da ogni punto di vista. Oggi questa eccezionale macchina d’invenzione romana, presente nei laboratori civitavecchiesi, sta stimolando e aprendo a nuove ricerche in questo affascinante settore e viaggerà, nei prossimi giorni, nuovamente verso le Gallie richiesta dai ricercatori del CNRS francese e sponsorizzata dal loro Governo per essere esposta e resa disponibile a studiosi e al pubblico presso i Musei Archeologici della Costa Azzurra come quello di Arles, di Marsiglia e di Fos de Mer.
Purtroppo queste grandi e poco conosciute capacità ingegneristiche navali insieme a probabili tradizioni di mare di Roma antica sono state completamente rimosse, ma oggi fortunatamente evidenziate e testimoniate dalla presenza di relitti della sua flotta sparsi in tutta l’Europa interno- fluviale oltre che nei Mari e negli Oceani. Tutti particolari che ci suggeriscono di un predominio in mare mai preso troppo in considerazione, neppure dagli storici, ma che collocherebbe Roma ad essere la più grande potenza navale della Storia sia per durata che vastità.
Il lavoro del CASN-LANS sta portando ulteriori elementi a dimostrazione di tutto ciò, trovando spazio e raccogliendo l’attenzione di tutti quei Paesi che dalla Flotta e dall’Impero romano, successivamente, ne hanno raccolto l’insegnamento e il testimone, come le potenze navali francesi ed inglesi. Paesi che nelle proprie tradizioni marinare si identificano cercando in tutti i modi di mantenerne ancora in vita la loro più completa memoria storica. Dalle coste da dove sono nate e sviluppate queste capacità, testimonianze e tradizioni invece ancora tutto tace.
Foto gentilmente concessa