ROMA – “Gli incendi dolosi e colposi nel 2020 sono stati 4233 e hanno toccato oltre 62 mila ettari. 552 le persone denunciate, 18 arresti, 79 sequestri. Rispetto al 2019 i reati sono aumentati dell’8,1%, mentre la superficie bruciata è cresciuta del 18,3% e sono salite anche le denunce (+25,2%) e gli arresti (+80%). In Campania, Puglia, Calabria e Sicilia si è verificato oltre il 54% degli incendi”. Lo ha affermato alla Camera il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in un’informativa sugli incendi.
“C’è un quadro abbastanza chiaro – ha proseguito il ministro. Negli incendi che stanno devastando non solo l’Italia ma anche la Grecia, per esempio, ci sono situazioni molto simili e sono senza alcun tipo di ambiguità colpa dei cambiamenti climatici e di fenomeni antropici. Il 57,4% degli incendi sono dolosi, il 13,7% non è intenzionale, e quindi sono colposi per mancanza di cultura. Siamo già, dunque, oltre il 70% di incendi responsabilità nostra. In Sardegna, tra il 24 e il 26 luglio ci sono state 800 persone evacuate. L’area bruciata, a una prima stima, è di oltre 10 mila ettari. Un evento catastrofico”.
Fondamentali, allora, restano la prevenzione e il controllo, così come la manutenzione dei territori. “La parte dell’intervento degli aerei, anche con la cooperazione internazionale, ha funzionato bene. La fase preventiva, invece, ha avuto qualche inefficienza” – ha osservato Cingolani, secondo il quale bisogno sfatare la “leggenda urbana ‘io brucio, così poi dopo ci faccio qualcosa che mi conviene’. E’ impossibile. Per le leggi che abbiamo, se uno brucia uccide un’area e lì non si può fare nulla: per cinque anni non si può piantare un albero e per dieci non si può costruire niente. La legge a me sembra perfetta, dovrebbe scoraggiare chiunque ad appiccare incendi”. Il problema, allora, sta anche nella perimetrazione, che “forse non è così efficiente. Centralmente anche noi possiamo dare una mano, almeno ai Comuni più piccoli”.
Grazie al Pnrr, come ha concluso il ministro, è previsto l’uso di “reti di satelliti europei, droni e osservazione a terra. I satelliti passano ogni quattro ore sullo stesso punto. Se si collezionano le immagini e si controllano, possiamo avere un monitoraggio efficace. Naturalmente proteggendo queste mappe”. Gli investimenti 3.2 del Pnrr per la digitalizzazione dei parchi possono essere, dunque, uno strumento molto forte anche per la prevenzione degli incendi boschivi.