ROMA – Venerdì 18 gennaio, presso l’aula Odeion della Facoltà di Lettere e Filosofia, alla presenza del rettore Eugenio Gaudio, saranno premiati gli autori dei migliori componimenti tra i partecipanti al Certamen Latinum “Nova Humanitas”, la competizione di composizione latina, sia in prosa che in poesia, promossa dall’Area didattica di Lettere classiche della Sapienza e aperta agli studenti dei licei e delle università italiane.
Il tema di questa II edizione è una frase tratta dal De coniuratione Catilinae di Sallustio, Idem velle atque idem nolle, ea demum firma amicitia est (“La stessa cosa volere e la stessa cosa non volere: è questa, certo, la vera amicizia”): un tema di grande attualità data la diffusione dei social network che influiscono sempre di più nelle relazioni umane.
La Commissione – presieduta da Leopoldo Gamberale emerito della Sapienza e composta dai docenti Andrea Cucchiarelli, Michelina Panichi, Michela Rosellini e Francesco Ursini – ha
premiato al primo posto Francesco Grotto, autore del componimento poetico Reditus in montem Ortigaram che racconta il ritorno di un alpino sull’Ortigara molti anni dopo la battaglia che vi era stata combattuta nel giugno del 1917, e rievoca i suoi ultimi colloqui con un commilitone, rimasto ucciso nel corso del combattimento: una breve, ma intensa ricerca del tempo perduto, nella quale la tradizione della poesia neolatina si fonde efficacemente con quella degli alpini e con quella della letteratura e della musica veneta, nel centenario dalla fine della Grande Guerra.
Anche quest’anno il vincitore ha dato prova di sensibilità e inventività linguistiche davvero degne di nota: così “state pronti” diventa estote parati, che è il grido dei comandanti, il “filo spinato” viene tradotto in spinea linea, le “feritoie” della fortificazione sono ballistraria, mentre granata non ha bisogno di traduzione italiana.
Al secondo posto si è piazzato Giuseppe Quarta, che scrive una immaginaria lettera di Seneca a Lucilio, nella quale il filosofo critica la frase sallustiana scelta come titolo del Certamen e alla concezione dell’amicizia che Sallustio attribuisce a Catilina ne contrappone un’altra, più profonda e con più salde fondamenta nel pensiero filosofico.
Giovanni Bellizzi, al terzo posto, è autore di un saggio di critica e satira sociale, nel quale la voce narrante (che è quella di una ragazza) contrappone alla superficialità e alla vacuità proprie delle amicizie social (“like” è reso in latino con “mihi placet!“) – ma anche, più in generale, di quelle basate sul divertimento effimero – il colloquio, ben più profondo e rassicurante, con la propria ombra.
Ha meritato, infine, il quarto posto il componimento in prosa di Gabriele Bonini, che ripercorre a grandi linee la storia dell’umanità per ricostruire la nascita e lo sviluppo del concetto di amicizia, con ricchezza di citazioni di autori sia antichi (Euripide, Aristotele, Cicerone) che moderni (Saint-Exupéry).
Una speciale menzione onoraria è stata conferita a un componimento valutato fuori concorso in quanto l’autore, Alwaleed Alsaggaf, uno studente di nazionalità saudita presso la Birkbeck University of London, non è attualmente iscritto in una istituzione scolastica o universitaria italiana: intitolato De amicitia dissertatiuncula, è una discussione erudita sui fondamenti e sulla natura dell’amicizia, scritta in un latino ottimo, a tratti brillante.
La cerimonia di premiazione sarà preceduta da una Lectio magistralis di Leopoldo Gamberale e seguita dalla recitazione del componimento vincitore e, quindi, da un concerto del Coroanaroma (Associazione Nazionale Alpini – sezione di Roma) diretto dal Maestro Osvaldo Guidotti, che eseguirà alcuni brani legati alle tematiche trattate nel componimento vincitore, tra cui il celebre canto alpino “Monte Canino”.