ROMA – “Caere nella seconda metà del ‘900. Tutela, ricerca e valorizzazione” è il titolo della terza e ultima giornata – incontro della manifestazione “Cronache ceretane”. Si terrà sabato 27 maggio, presso l’Aula Odeion del Museo dell’Arte Classica della “Sapienza” Università di Roma.
Il tema della dispersione del patrimonio archeologico verrà poi raccontato nella mostra che, inaugurata alle 17:30, sarà fruibile fino al 28 febbraio 2024: “Caere. Storie di dispersione e di recuperi”. Ad accoglierla il Museo delle Antichità Etrusche e Italiche del medesimo ateneo. L’esposizione è stata curata da Claudia Carlucci, Alessandro Conti, Laura M. Michetti (Sapienza Università di Roma) e di Rossella Zaccagnini (Soprintendenza ABAP per la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale).
Attraverso l’esposizione al pubblico di reperti di straordinaria rilevanza, alcuni dei quali presentati al pubblico per la prima volta, nel percorso il racconto sulla “dispersione” si affianca a quello dell’esperienza virtuosa del “recupero legale”, che ha consentito a opere di grandissima importanza di essere riconsegnate all’Italia da musei stranieri o di rientrare nel patrimonio pubblico attraverso sequestri. Nella mostra, articolata in cinque sezioni, sono esposti un importante nucleo di 130 vasi provenienti da corredi funerari delle necropoli della Bufolareccia e del Laghetto a Cerveteri e originariamente appartenenti alla famiglia Ruspoli come premio di rinvenimento; reperti eccezionali
quali un cratere firmato da Euphronios, restituito dal Metropolitan Museum di New York; terrecotte architettoniche ad altorilievo, provenienti dalla loc. Scarti di S. Antonio, nell’entroterra di Civitavecchia, rappresentanti probabilmente il mito di Meleagro, presentate per la prima volta al pubblico e qui associate ad altri frammenti da sequestro che riproducono il mito di Atteone; la prima prova di stampa 3D del frontone del tempio A di Pyrgi con la saga dei Sette contro Tebe, concepita in accordo con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e realizzata a cura del centro Saperi&Co. della Sapienza, in vista di una futura destinazione al nuovo allestimento dell’Antiquarium di Pyrgi a S. Severa e qui mostrata come esempio di fruizione alternativa di uno dei capolavori dell’artigianato antico.
Come “ospiti d’onore”, particolarmente care alla nostra Soprintendenza, spicca un gruppo di lastre di terracotta dipinte, appartenenti a un’ampia serie recuperata a più riprese dalle forze dell’ordine, che verosimilmente decoravano residenze gentilizie o edifici sacri con complesse scene del mito.
In particolare, sono esposte in mostra tre lastre della serie con le fatiche di Eracle, la più antica di questo tipo in Italia, riportate in Italia dai Carabinieri TPC; quattro nuove lastre con soggetti mitologici e rituali, fermate dalla Guardia di Finanza prima di essere vendute all’estero; lo splendido frammento del “Viaggiatore etrusco”, acquistato sul mercato internazionale e ceduto allo Stato italiano grazie all’interessamento della Fondazione Luigi Rovati.
Una vera e propria selezione dei migliori pezzi tra quelli che, in un futuro ormai prossimo, verranno esposti permanentemente nel nuovo allestimento dell’Antiquarium al Castello di Santa Severa.
E al tema dei “Rientri di eccezione: il materiale ceretano recuperato dalle forze dell’ordine e dalla diplomazia culturale” sarà dedicato l’intervento di Rossella Zaccagnini e Daniele F. Maras nella giornata di studi di domani, in programma alle 15:30.
Andranno in scena storie di dispersione e di recuperi, di opere che sembravano essere andate perdute o persino rimaste sconosciute, che vengono riportate alla ribalta e restituite alla fruizione del pubblico. E qui subentrano le tre parole chiave dell’azione della Soprintendenza: “Tutela, ricerca e valorizzazione”. Perché non solo si vogliono proteggere tali capolavori e salvaguardarli in quanto testimonianze d’arte e della storia, ma s’intende anche promuoverli e valorizzarli.