BOLOGNA – Ci sarà anche Felsina, l’antica Bologna etrusca sviluppatasi tra il IX e il IV secolo a.C., tra le iniziative inserite nel programma ufficiale dell’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina 2022, rassegna sulla cooperazione internazionale nel settore turistico e culturale dei due Paesi, inizialmente indetto nel 2020 per le celebrazioni del 50esimo anniversario dei rapporti diplomatici e posticipato al 2022, causa pandemia.
Ad annunciarlo è il sindaco di Bologna Matteo Lepore, intervenuto questa mattina alla presentazione del progetto espositivo Etruschi. Signori dell’Italia antica (Etruscans. Lords of ancient Italy) – ideato e curato dal Museo Civico Archeologico di Bologna con l’organizzazione di MondoMostre – per augurare successo alle due tappe previste nella Repubblica Popolare di Cina: la prima, dal 25 agosto al 25 novembre 2022, sarà ospitata dal Wuhzong Museum di Suzhou, città situata a ovest di Shanghai nella provincia di Jiangsu, con una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti, mentre la seconda, tra dicembre 2022 e marzo 2023, si svolgerà nella città di Chengdu, capoluogo della provincia sud-occidentale di Sichuan e una delle città più popolose dell’intera Cina con oltre 14 milioni di residenti. Il sindaco ha inoltre salutato e augurato buon lavoro alle funzionarie archeologhe del museo bolognese Federica Guidi e Marinella Marchesi che, a partire dal 17 luglio, si alterneranno nelle fasi di controllo di conservazione dei materiali a seguito del trasferimento, dell’allestimento e dell’organizzazione di tutti gli aspetti necessari all’apertura, operando in stretta collaborazione con i colleghi dei musei ospitanti.
Riconosciuta come opportunità di grande interesse per promuovere la conoscenza della raffinata civiltà etrusca, ancora quasi del tutto sconosciuta al popolo cinese, la mostra godrà del massimo sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai, diretto dal Prof. Francesco D’Arelli, e del Consolato Generale d’Italia a Shanghai, rappresentato dalla Dott.ssa Tiziana D’Angelo, in coordinamento con le attività della rete diplomatica volte a favorire il dialogo culturale tra due paesi distanti e diversi, ma accomunati dal primato di siti UNESCO, dallo sviluppo di grandiose civiltà millenarie che hanno influenzato la storia dell’umanità e da territori ricchi di arte. 1 Il nucleo principale della mostra è costituito dal prestito eccezionale di 303 reperti di altissimo valore storico e artistico provenienti sia dalle collezioni storiche del museo sia dai rinvenimenti effettuati durante gli scavi ottocenteschi a Bologna e nel suo territorio, a cui si affiancano 27 reperti appartenenti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Tutti i materiali saranno per la prima volta esposti nella Repubblica Popolare di Cina. Il percorso espositivo si compone di cinque sezioni tematiche che, a partire da quel composito mondo che fu l’Italia preromana, porta l’attenzione sugli Etruschi.
I Rasna – come gli Etruschi chiamavano se stessi – per molti motivi, fra i quali certamente la precoce organizzazione urbana, ebbero un rilievo del tutto particolare nel quadro dei popoli dell’Italia antica, tanto da essere ricordati dalle fonti storiche come il popolo che, prima di Roma, dominò quasi tutta la penisola. Come raccordo tra la prima sezione introduttiva e la parte fondamentale dell’esposizione, un approfondimento permette, attraverso l’evocativo richiamo dei paesaggi dei principali territori etruschi e dell’idea di città come fondamentale elemento politico ed economico per la storia di questo antico popolo, di definire geograficamente l’Etruria nelle sue articolazioni e di raccontarne in modo semplice l’assetto “politico” e sociale, dando anche conto delle forme di produzione (artigianato, agricoltura, sfruttamento delle miniere, etc.) e di scambio (commerci e contatti con Mediterraneo, Asia Minore ed Europa transalpina).
Il cuore dell’esposizione analizza i principali aspetti della vita quotidiana nel mondo etrusco illustrando – attraverso la suggestione degli oggetti – costumi e attività di una donna e di un uomo, le cui raffigurazioni accolgono il visitatore per accompagnarlo nel proprio mondo. Scelte iconiche per la raffigurazione dell’uomo e della donna “ideali” sono le statuette in bronzo di devoto e devota dal territorio bolognese e i coperchi di sarcofago in terracotta da Napoli che raffigurano i defunti adagiati su letti da banchetto. Le tematiche affrontate spazieranno dall’ornamento e dalla cura del corpo, attraverso i quali si esprimeva non solo un gusto personale ma soprattutto il livello sociale, alle attività tipicamente femminili (filatura e tessitura) e maschili (guerra, caccia, politica a atletismo); dalle forme collettive del consumo di cibi e bevande nelle ritualità di banchetti e simposi alla pratica della scrittura desunta dalle genti greche e adattata nell’alfabeto alle esigenze della loro lingua, fino al culto religioso, che ebbe un ruolo fondamentale nella società etrusca fin dai suoi esordi.
La penultima sezione della mostra sposta l’attenzione dal mondo dei vivi a quello dell’Aldilà, presentando ricostruzioni e reperti che mostrino le credenze, i rituali e le aspettative oltremondane degli Etruschi in una sorta di ideale antologia nello spazio e nel tempo. Le rese architettoniche e decorative delle tombe, la ritualità, le forme della sepoltura, hanno una variabilità e una ricchezza straordinaria nelle diverse epoche della storia etrusca e nei diversi territori. Le tombe e gli oggetti che compongono l’immancabile corredo funerario fin dai tempi più antichi sono quindi elementi imprescindibili per interpretare non solo lo sviluppo della società, ma 2 anche la trasformazione della ritualità connessa al concetto di Aldilà e di destino dopo la morte.
Il percorso di visita si conclude con una copia perfetta della situla della Certosa, opera di Stefano Buson, già restauratore del Museo di Este: è uno degli oggetti più prestigiosi del Museo Civico Archeologico di Bologna che, per la sua importanza nella collezione bolognese e fragilità, non può viaggiare. Il vaso è composto da un’unica lamina di bronzo, decorata con scene figurate a sbalzo e ad incisione. Le scene figurate compongono un racconto distribuito su quattro registri: dall’alto al basso si vedono una parata di uomini armati, una processione di personaggi che recano vari utensili per il sacrificio e il banchetto, una gara musicale tra scene di caccia e di aratura e infine una sequenza di animali reali e fantastici. Come una moderna striscia illustrata, il racconto ripercorre la storia di una comunità etrusca della fine del VII – inizi VI secolo a.C. nelle sue tematiche essenziali: la guerra, la caccia, le attività di sussistenza, il consumo del vino, la musica, con un richiamo (nella fascia inferiore, gli animali fantastici) al mondo spaventoso e ignoto dell’Aldilà popolato da creature feroci.
Tra i capolavori più preziosi presentati al pubblico cinese spiccano, oltre alle due statuette in bronzo di devoti da Monteacuto Ragazza (Grizzana, Bologna) sopra menzionate, il celeberrimo specchio in bronzo inciso noto come “patera cospiana” datato alla seconda metà del IV sec. a.C. – che per la particolarità della sua decorazione, che ritrae la nascita di Atena armata dal cervello di Tinia (lo Zeus etrusco), destò subito molta curiosità nel mondo degli eruditi e fu spesso citato e riprodotto in manoscritti e lavori a stampa -, preziosi monili in oro, ambra e vetro provenienti dai sepolcreti bolognesi, il cratere attico della tomba 78 del sepolcreto Arnoaldi con la presentazione di Eracle all’Olimpo, la statua di leone funerario dal sepolcreto dei Giardini Margherita e le due urne cinerarie in alabastro della Collezione Universitaria realizzate nel III sec. a.C., rispettivamente decorate dal mito di Mirtilo e da una scena di caccia al cinghiale calidonio.
Nella foto in alto: presentazione di Etruschi, Museo Civico Archeologico di Bologna. Foto di Ornella De Carlo.