Enzo Ferrari e Piero Taruffi cominciarono a conoscersi al Gran Premio motociclistico di Monza del 1931 dove Taruffi portò in gara la sua Norton 500 da privato dopo averla sottoposta ad una serie di interventi aerodinamici che ne migliorarono, in maniera decisiva, le prestazioni tanto da portarlo alla vittoria con un giro record ad oltre 170 km/h di media. Gli studi aerodinamici consentiranno negli anni a seguire la realizzazione di avveniristici mezzi da record quali la Gilera Rondine ed il Bisiluro che permisero a Taruffi di conseguire una serie impressionante di record mondiali.
Il Commendatore rimase colpito da quella vittoria ed il giorno dopo telefonò a Taruffi invitandolo ad andarlo a trovare. Enzo Ferrari aveva già una carriera automobilistica alle spalle ed aveva costituito da poco la “Scuderia Ferrari” che annoverava campioni del calibro di Campari, Varzi e Nuvolari; l’incontro con Taruffi, che ce lo racconta nel suo libro autobiografico “Bandiera a scacchi”, fu molto breve: “Tra una settimana c’è una corsa automobilistica dalle sue parti, anzi due: una di regolarità, l’altra di velocità, Lei è Ingegnere (Piero stava infatti per laurearsi) dovrebbe saper far di conto e fare una bella figura nella regolarità….” così , mettendo un po’ in discussione le sue qualità di pilota automobilistico, Ferrari affidò a Taruffi una Alfa Romeo 8 C 2300 per venire a disputare il Giro Automobilistico del Lago di Bolsena. Si trattava, in effetti, di una gara divisa in due parti: due giri del lago ad una media velocistica scelta dal concorrente che doveva rispettarla con precisione e poi il tratto di velocità pura che era sulla Cassia da Bolsena a Montefiascone: a Bolsena c’erano i grandi Campioni del periodo da Biondetti a Selmosson: Taruffi vinse la regolarità ma si mise tutti alle spalle anche nel tratto di velocità conquistando la sua prima vittoria di prestigio al volante di un’auto dopo una carriera motociclistica di tutto rispetto.
L’Associazione Piero Taruffi che gestisce l’omonimo Museo (inaugurato nel 1998 quando anche la sede sociale venne trasferita a Bagnoregio) è intitolata a questo personaggio proprio perché si costituì nel 1988 con allora sede sociale a Bolsena a pochi mesi dalla scomparsa di Taruffi con l’approvazione della vedova, Isabella e dei figli Prisca e Paolo. Nel 1992 l’Associazione fece erigere un monumento sul ciglio della Cassia proprio per celebrare Piero Taruffi che, su questo tratto stradale, era transitato anche nelle tredici edizioni della Mille Miglia alle quali aveva partecipato riuscendo a vincere nell’ultima disputata nel 1957 alla guida della Ferrari 315 S numero 535.
Flavio Verzaro – Direttore del Museo Piero Taruffi