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    “Il Dio persiano dal manto stellato. Il culto di Mitra fra Lazio ed Etruria”

    6:19 am
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    GUIDONIA MONTECELIO – Si inaugura il 16 giugno, alle ore 18.00, nel Museo Civico Archeologico “Rodolfo Lanciani” di Guidonia Montecelio la mostra “Il Dio persiano dal manto stellato. Il culto di Mitra fra Lazio ed Etruria”, versione ampliata con reperti dall’area tiburtino-conicolana della mostra “Vulci e i misteri di Mitra. Culti orientali in Etruria”, già ospitata al Museo Archeologico Nazionale di Vulci (Canino – Vt) e nella Villa Savorelli a Sutri (Vt). Il nucleo più spettacolare dell’esposizione è costituito dal corredo scultoreo e ceramico, risalente al III sec. d.C., del mitreo rinvenuto nel 1975 in una domus della città romana di Vulci, tra cui spiccano due gruppi marmorei raffiguranti la tauroctonia. Numerosi sono i riferimenti nel ricco apparato illustrativo agli altri mitrei attestati in Etruria, che fanno della Regio VII, soprattutto nella parte meridionale più vicina all’Urbe, un ambito privilegiato per lo studio della diffusione del mitraismo nel mondo romano. Anche nel territorio tiburtino-cornicolano, strettamente legato a Roma, molteplici sono le testimonianze del culto, come dimostrano il bassorilievo in marmo recuperato nel 1953 a Montecelio, interessanti vasi liturgici rinvenuti recentemente nello scavo di due ville a Guidonia e a Marcellina (in mostra) e le iscrizioni note da tempo a Tivoli (Tibur).

    Il dio appare abbigliato con il “manto stellato” nell’iconografia classica che lo vede compiere il vigoroso gesto di uccidere il toro. Sin dalle origini indoiraniche, poiché combattente contro il male, Mitra significò la luce e la vita, tanto da essere identificato con il Sol Invictus, particolarmente venerato fra i soldati che lo elessero a simbolo di fedeltà verso l’imperatore. La religione mitraica penetrò in Occidente nel I sec. d.C. e si diffuse rapidamente anche in seno alla casa imperiale, come dimostra il favore elargito da vari imperatori soprattutto fra il III e il IV secolo fino a Costantino. Il credo mitraico, che contese il passo al cristianesimo, prometteva ai fedeli (solo uomini) iniziati ai misteri la salvezza e l’immortalità attraverso il potere rigenerante del sangue del toro ucciso da Mithras. La tauroctonia, quindi, è la scena topica di tanti rilievi e pitture rinvenuti non solo nei mitrei (in genere ricavati in ambienti semipogei) dei centri urbani, ma anche nelle campagne.

    La Mostra – visitabile fino al 30 settembre – sarà introdotta dalla Soprintendente Arch. Margherita Eichberg e vedrà la partecipazione dei Funzionari archeologi Zaccaria Mari e Simona Carosi.