TOLFA – Giovedì 19 agosto 2021 alle ore 18.00, presso il Parco Letterario della Villa Comunale (area verde retrostante il palazzo comunale), si terrà la presentazione del romanzo “Il lento volo dell’aquila” a cura di Silverio Forteleoni Governatore del Distretto 108L. L’iniziativa è stata coordinata dal Lions Club Civitavecchia Santa Marinella Host e vede la collaborazione di Distretto 108L, Luigi Landi Sindaco della Città di Tolfa e Centro Anziani di Tolfa.
Parte dell’incasso sarà devoluto alla Fondazione LCIF, che sostiene le iniziative dei Clubs Lions per servire le Comunità a livello locale e globale, offrendo una speranza e migliorando la vita delle persone grazie a contributie progetti umanitari.
E’ prevista la partecipazione di: Silverio Forteleoni (Governatore Distretto 108L); Gabriella Rossi (Segretario Distrettuale); Vincenzo Fragolino (Lions Club Roma Pantheon); Luigi Landi (Sindaco di Tolfa); Mario Manduzio (Presidente Lions Club Civitavecchia Santa Marinella Host); Daniela Cedrani (Presidente Centro Anziani di Tolfa); Cesare Morgia (Coordinatore distrettuale LCIF); Maurizio Antonio de Pascalis (Presidente Zona A IV Circoscrizione); Gabriella Sarracco (Presidente Fondazione Ca.Ri.Civ); Maurizio Giannotti (Presidente Rotary Club Civitavecchia).
Di seguito l’intervista a Silverio Forteleoni Governatore del Distretto 108L.
Come nasce l’idea di scrivere un romanzo ambientato nella Sardegna arcaica?
È un’idea molto semplice. La Sardegna negli ultimi cinquanta e più anni è considerata come terra di turismo. Una terra fatta solo di spiagge dall’incredibile bellezza, villaggi turistici tanto accoglienti e alla moda, quanto snaturati da quel senso di sardità che appartiene da sempre al popolo isolano. Ho voluto raccontare una storia ambientata negli Anni Settanta/Ottanta, anni in cui l’Isola usciva da un lungo periodo di sangue e latitanza. Il romanzo si snoda nel cuore della Sardegna, quel cuore duro, mai domo e non ancora coinvolto nelle spire del turismo. Parlo di un popolo fiero, abituato alla dura vita del pastore e temprato da antiche leggi tramandate da generazione in generazione. Leggi che poco hanno a che fare con le leggi dello Stato, alle quali i sardi spesso si sono contrapposti. Ho raccontato una storia di una Sardegna che, nel bene e nel male, non esiste più. Ma lo spirito che ho cercato di descrivere nel romanzo ancora sopravvive, forte e determinato.
Puoi raccontarci alcuni aneddoti di carattere storico e antropologico?
Il romanzo si basa sull’antico “Codice barbaricino”, proprio del territorio della Barbagia, ancora uno dei luoghi più suggestivi dell’interno della Sardegna. Il Codice barbaricino, argomento che suggerisco di approfondire, dettava i tempi e le motivazioni della vendetta: atto di giustizia e non di criminalità. Ho accennato, in poche righe, alla “Carta de logu”, risalente ai tempi dei Giudicati. Ho raccontato della “Legge delle chiudende”, che tanto ha influito sull’attuale situazione socioeconomica dell’Isola. Ho tentato di farlo senza forzare la mano e senza distogliere il lettore dal filo conduttore del racconto. Spero di esserci riuscito. Ma la risposta spetta al lettore.
Emerge un forte legame identitario con l’Isola, la tua terra natia. Quale messaggio vorresti lanciare ai giovani, affinché valorizzino i loro territori e difendano le proprie tradizioni?
Un messaggio chiaro: occorre conoscere la propria storia e le proprie tradizioni per capire come siamo ora e il perché ancora oggi noi sardi ci differenziamo dal resto degli italiani. I giovani sono poco propensi a ripercorrere le trame della Storia, anche quando ciò che non conoscono li riguarda. Per non snaturarsi, occorre sapere chi siamo e da dove veniamo e, per farlo, bisogna guardarsi indietro e là si trova tutto.
Dove è possibile acquistare il libro?
Il libro, essendo stato pubblicato dalla casa editrice Ali&no, è in catalogo in qualsiasi libreria d’Italia e, se non presente, può essere ordinato. Così come può essere ordinato in tutte le piattaforme che vendono libri su internet.