Home ROMA & PROVINCIA Contributo del territorio di Civitavecchia per il tavolo regionale phase-out carbone

    Contributo del territorio di Civitavecchia per il tavolo regionale phase-out carbone

    5:37 am
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    CIVITAVECCHIA – La città di Civitavecchia per decenni ha rappresentato, come del resto ancora oggi rappresenta, un assetto fondamentale e strategico di produzione energetica per il nostro Paese: nel territorio, infatti, incidono due siti energetici, tra cui la centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord. A partire dal dopoguerra l’economia della città ha visto il proprio sviluppo collegato alla produzione energetica, fonte da un lato di benessere economico, ma dall’altro di rilevanti problemi, in primis chiaramente il forte impatto ambientale ragione questa che non consente ulteriori ritardi per la transizione energetica e ambientale. In quest’ottica, tuttavia, va necessariamente considerato che, la produzione energetica ha plasmato nel tempo l’economia cittadina, forse anche inibendo le potenzialità imprenditoriali alternative che il territorio poteva offrire.

    Si discute da tempo sul piano di Phase-out nazionale al 31 dicembre 2025, con la conseguente preoccupazione per la tenuta delle PMI della filiera e la ricaduta occupazionale per circa 800 lavoratori, (elettrici, metalmeccanici, portuali) occupati nel sito tra diretti ed indiretti.

    La prevista chiusura della centrale di Torrevaldaliga Nord, infatti, rischia di far sprofondare l’intera comunità in una fase di profonda depressione economica e sociale: la fine delle manutenzioni potrebbe infliggere un colpo letale al già debole tessuto produttivo e imprenditoriale connesso all’indotto.

    Consapevole delle rilevanti problematiche che potrebbero verificarsi sul territorio, a seguito di una uscita non governata dalla produzione di energia e dell’assenza di prospettive certe, l’Amministrazione Comunale, già nel 2019, con Delibera di Consiglio Comunale n. 128, aveva assunto l’iniziativa di farsi parte attiva per il riconoscimento del territorio di Civitavecchia incluse le aree portuali, quale area di “Crisi Industriale Complessa” così come disciplinato dalla Legge.

    Nell’atto si sostiene la necessità di un contratto di sviluppo, nell’ambito del quale il Ministero dello Sviluppo Economico sia il garante per la cura e l’attuazione delle politiche e programmi per la reindustrializzazione e riconversione delle aree e dei settori colpiti dalla crisi del Phase-Out,  mediante la stipula di appositi Accordi di Programma di adozione dei PRRI – Progetti di Riconversione e Riqualificazione Industriale attraverso la società “strumentale” Invitalia Spa, per la definizione di un Piano di Riqualificazione e Riconversione Industriale di ENEL attraverso un intervento congiunto delle Amministrazioni centrali e locali, per il perseguimento di chiari obiettivi come la (ripresa delle attività industriali, salvaguardia dei livelli occupazionali, sostegno dei programmi di sviluppo, attrazione di nuovi investimenti sia nella Logistica che nella cantieristica navale,  riqualificazione dei siti oggetto di insediamento Enel  attraverso il recupero ambientale con le  più innovative tecnologie nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili).

    Nel contesto sopra delineato appare evidente la centralità di una interlocuzione diretta soprattutto con ENEL, che deve obbligatoriamente essere un partner fondamentale di sviluppo e di crescita per la città: un partner che, attraverso il proprio piano industriale, continui ad investire su Civitavecchia, mettendo a disposizione le proprie aree per il porto, la logistica e nuovi progetti industriali sulle rinnovabili, così da delineare una linea strategica di sviluppo del territorio che garantisca una riconversione industriale basata sulla creazione di occupazione stabile e qualificata, anche tramite il neonato Istituto Tecnico Superiore delle Energie Rinnovabili, l’utilizzo dei fondi stanziati da regione/stato a questo precipuo fine, confermando la contribuzione fondamentale per il sostentamento dei Corsi Universitari tenuti dall’Ateneo della Tuscia presso il Consorzio Università per Civitavecchia.

    Risulta pertanto, di fondamentale importanza l’individuazione e la programmazione di soluzioni di sviluppo alternative, esaltando le caratteristiche e le potenzialità del territorio quali hub energetico e polo di sviluppo della blue e circular economy, con particolare riferimento a progetti già avviati come eolico offshore e hydrogen valley e ad altri progetti industriali legati alla produzione di idrogeno e biocarburanti. In tale contesto assume particolare rilevanza il ruolo del tavolo di coordinamento presieduto dall’On. Fausta Bergamotto: riteniamo, infatti, che il nostro territorio possieda le caratteristiche e le potenzialità per sfruttare al meglio questa nuova fase, trasformando un problema in una grande opportunità, fornita proprio nella necessaria riconversione ambientale dei sistemi di produzione di energia e nella trasformazione delle PMI locali in soggetti capaci di operare nei nuovi settori di sviluppo.

    A questo fine, fondamentale è il lavoro che sta portando avanti il tavolo regionale nell’intento di produrre un documento unico che rappresenti la posizione del territorio, nella consapevolezza della maggior forza che una posizione unitaria può maggiormente esprimere.

    Il Comune di Civitavecchia, in quest’ottica, nel raccogliere le proposte delle associazioni di categoria e delle sigle sindacali, ha individuato degli elementi e degli obiettivi comuni da portare all’attenzione del Governo ed Enel, attraverso la Regione Lazio ed in particolare:

    • L’esigenza di dare corso ad una transizione energetica e sociale per realizzare un nuovo modello di sviluppo, atto ad attrarre investimenti sostenibili, a carattere industriale e connessi alle vocazioni del territorio, quali, ad esempio, solo per citarne alcuni, quelli sulla logistica, eolico, cantieristica, fotovoltaico, idrogeno, batterie. Il territorio, quindi, intende dare una indicazione della via da percorrere, certamente sostenuta da una disamina degli elementi storici (tradizionale situazione ibrida del sistema economico locale, privo del retroterra industriale del nord ma escluso dagli incentivi allo sviluppo del sud) e attuali, che giustifichino una richiesta di attenzione da parte di Enel e del Governo, al fine delineare una linea strategica di sviluppo del territorio che garantisca da un lato la transizione energetica e dall’altro una riconversione industriale basata sulla conservazione della attuale occupazione, ma anche sulla creazione di nuovi posti di lavoro, passando da una formazione programmata e mirata.
    • Attivazione necessaria e non più procrastinabile da parte dei ministeri interessati di strumenti age-volativi, volti alla realizzazione di un piano di sviluppo contrattato anche mediante l’intervento di Invitalia, attraverso il riconoscimento del territorio di Civitavecchia incluse le aree portuali, quale area di “Crisi Industriale Complessa” così come disciplinato dalla Legge, un Contratto di Sviluppo, con l’adozione di specifici Accordi di programma di adozione dei Progetti di Riconversione e Riqualificazione Industriale o l’istituzione dell’area di crisi industriale complessa. Si auspica, infatti, che il Ministero attraverso una adeguata istruttoria (analisi delle risorse infrastrutturali, imprenditoriali e professionali esistenti, valutazione del ruolo delle diverse imprese nei mercati di riferimento, ricognizione degli incentivi attivabili e degli investimenti pubblici e privati disponibili) riesca a definire un piano di intervento per l’intera area interessata da sottoporre a Regione e Comune (per cui potrebbero essere utilizzati anche i fondi previsti dalla L. 127/2022 art.1 comma 389): un piano certamente emendabile, su cui il territorio dovrà essere chiamato a discutere al fine di addivenire al rilancio produttivo, all’insediamento di nuove iniziative economiche, alla conservazione dell’attuale occupazione, attraverso riqualificazione professionale (anche grazie ai finanziamenti previsti dal D.Lgs 47/2020 art. 23 comma 8) e all’incremento occupazionale. Un piano, quindi, focalizzato sulla ripresa delle attività industriali, sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, sulla attrazione di nuovi investimenti, sulla riqualificazione dei siti oggetto di insediamento Enel  attraverso il recupero ambientale con le  più innovative tecnologie nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ma anche su una nuova industria green,  che non solo aprirebbe la strada ad altri progetti ed altri investimenti, ma di cui Enel deve far parte, come operatore di grande rilevanza che deve rimanere su questo territorio sostenendo la transizione e garantendo i necessari investimenti.
    • Costante e continua interlocuzione con ENEL finalizzata ai contenuti del piano industriale al fine di prevedere progetti concreti di sviluppo: il territorio, infatti, con questo documento, chiede, progetti che possano dare risposta alle esigenze di riqualificazione delle imprese, che possano consentire sviluppo, ma soprattutto che garantiscano il posto di lavoro ai tanti lavoratori sia diretti che indiretti occupati attualmente in centrale, con particolare attenzione al settore metalmeccanico, attualmente occupato nella manutenzione della centrale stessa e al comparto dei lavoratori portuali che si occupano dello operazioni di scarico del carbone. In tal seno si auspica che venga posta grande attenzione sulle problematiche occupazionali che deriveranno necessariamente dal phase-out e che vengano mantenuti gli impegni assunti, riguardo sia alla valorizzazione delle aree non più utili alla generazione termoelettrica con nuovi progetti industriali, sia alla realizzazione di un hub logistico al fine di intercettare i flussi di merci sia dell’Unione Europea che extracomunitari che attraversano il Mediterraneo, così da rafforzare Civitavecchia sul piano dell’attività di logistica anche doganale, integrata e distributiva. A tal fine riteniamo che particolare attenzione debba essere posta sulle aree retroportuali e della zona industriale di Civitavecchia, ma soprattutto riteniamo che sia strategica la disponibilità delle aree di proprietà di ENEL che oggi sono vincolate da prescrizioni ambientali: si tratta di oltre 40 ha di pregio, immediatamente retrostanti l’impianto, e che, con la collaborazione del Ministero, potrebbero essere messe subito a disposizione per nuovi investimenti. Ovviamente sempre prevedendo di realizzare un altro spazio, come misura compensativa, di analoghe dimensioni e valore in una diversa localizzazione individuata all’interno del Comune di Civitavecchia.
    • Centralità del porto di Civitavecchia e più in generale dell’economia del mare, per il futuro sviluppo del territorio: a tal proposito è necessario accelerare le procedure per il riconoscimento della Zona Logistica Semplificata. L’istituzione della ZLS da parte della Regione Lazio, infatti, costituirebbe uno strumento fondamentale per lo sviluppo economico del territorio e per la crescita dell’economia, delle imprese e, quindi, dell’occupazione. In questo contesto e al fine di potenziare la vocazione territoriale della blue economy è necessario completare le principali infrastrutture di collegamento, a partire dalla Orte Civitavecchia. Inoltre, è particolarmente opportuno sostenere le attività del porto di Civitavecchia in tema di efficientamento energetico e di realizzazione delle opere di ultimo miglio.
    • Eolico offshore: il territorio tutto conferma l’interesse per investimenti in questo campo, in particolare si esprime sostegno pieno per il progetto proposto da ENI, Cassa Depositi e Prestiti e altri partners, quali GreenIT e Copenaghen Infrastructure Partner, questo progetto, infatti, rappresenta, una straordinaria opportunità per il nostro territorio e va, pertanto, sostenuto senza riserva alcuna. In tal senso, riteniamo fondamentale che il Governo, nell’adoperarsi per l’individuazione di strumenti condivisi utili allo sviluppo del territorio, metta in campo tutte le azioni, anche al livello legislativo, necessarie al fine di veder riconosciuta la strategicità del territorio come hub di allestimento di parchi eolici off shore per tutto il Mediterraneo, anche attraverso finanziamenti specifici, come quelli che sembrerebbero previsti in aree del Mezzogiorno per le stesse finalità (bozza Dl Energia del 23.10.2023).

    In conclusione, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rappresenta elemento imprescindibile per il futuro di questo territorio. In questo particolare contesto storico, risulta di fondamentale importanza poter governare la transizione energetica che dovrà nel contempo essere sostenibile e tecnicamente fattibile, socialmente giusta ed attuabile inun arco temporale adeguato alle esigenze sia aziendali che occupazionali.

    Parallelamente, l’atteso piano industriale di ENEL dovrà necessariamente indicare la visione e gli scenari di sviluppo sul territorio nel breve, medio e lungo periodo. Il territorio è fiducioso e compatto nel ritenere che questo contesto di crisi possa rappresentare invece una concreta chiave di volta per lo sviluppo economico e sociale di Civitavecchia.