VERONA – Fondazione Arena conferma per il Festival 2021 la forte volontà di realizzare la propria programmazione, nel segno condiviso di una rinascita che coinvolga l’intera città, e propone un calendario con regie e allestimenti scenografici, grandiosi e immateriali, a conferma della spettacolare tradizione dell’Arena, e che solo l’Arena può permettersi di creare, ma completamente nuovi e compatibili con le norme sul distanziamento sanitario.
Nel pieno rispetto delle misure di sicurezza, Fondazione Arena di Verona firmerà, come un vero collettivo artistico, cinque nuovi allestimenti più leggeri e meno architettonici rispetto alla tradizione, ma più tecnologici, che vedranno l’utilizzo di spettacolari ed innovative video proiezioni, adatte a vestire l’imponente cornice areniana. Un problema, quello sanitario, che diviene opportunità di rinnovamento interpretativo, e che testimonia nei fatti l’eccellenza dei comparti areniani, che si esprimeranno realizzando in modo collegiale ogni nuovo allestimento.
Con grande attenzione al pubblico areniano, che da un anno dimostra il proprio affetto al Festival continuando ad acquistare i biglietti del Festival 2021 con numeri già oggi importanti.
Rimangono invariati i cast di Cavalleria rusticana e Pagliacci, Aida, Nabucco, Traviata, Turandot, Requiem di Verdi, Domingo Opera Night, Roberto Bolle and Friends, Jonas Kaufmann Gala Event e della Nona Sinfonia di Beethoven. Una eccellente parata di grandissime voci che conferma l’Arena di Verona come imprescindibile tappa estiva di ogni appassionato.
Dunque, ogni singolo reparto produttivo della Fondazione Arena di Verona si fonderà in un pensiero creativo comune per dare vita a nuovi allestimenti unici e più leggeri sul fronte architettonico, ma sempre in grado di rispettare la complessa morfologia areniana e l’imponente grandezza dei suoi spazi, perfetti per le nuove tecnologie d’arti visive.
Una scelta unica nell’attuale panorama europeo che riconferma la vocazione da sempre collettiva del lavoro areniano e che pone tutti i lavoratori di fronte ad una sfida avvincente dimostrando come i problemi di queste ultime edizioni abbiano rafforzato il motore trainante della Fondazione.
Il palco tornerà dunque nella sua posizione originaria e le nuove tecnologie si integreranno nella tradizione degli storici ed iconici allestimenti che da oltre cento anni hanno reso l’opera in Arena unica in tutto il mondo: una rivoluzione estetica e drammaturgica che tutelerà artisti e tecnici da ogni rischio, consentendo comunque la spettacolarità e la grandiosità che da sempre il pubblico cerca in Arena. Il fil rouge di questo nuovo progetto e le sue declinazioni sui diversi titoli verranno presto svelati, consentendo anche di dare finalmente luce e voce alle preziose maestranze areniane nel loro nuovo ruolo di protagonisti del processo creativo.
Il Sindaco e Presidente di Fondazione Arena, Federico Sboarina: “Siamo molto orgogliosi di presentare la stagione 2021 del Festival lirico, un risultato per il quale devo ringraziare tutto il management di Fondazione Arena e i componenti del Consiglio di indirizzo. Durante questo lungo e complicato inverno non abbiamo mai smesso di lavorare, nonostante le incertezze economiche ed organizzative.
Dopo un anno esatto dal primo lockdown, la situazione è ancora molto grave. Mancano certezze sul futuro e rispetto a ciò che vivremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Come l’anno scorso però, se pur con difficoltà ancora maggiori frutto di un anno di crisi, Fondazione Arena è pronta a ripartire nuovamente.
Per l’edizione speciale del 2020 è stato fatto uno sforzo incredibile, rimandando a quest’anno il festival che era stato programmato prima della pandemia. Un anno fa eravamo convinti che per l’estate 2021 l’emergenza sarebbe terminata, invece siamo ancora alle prese con una situazione altrettanto complicata. Tuttavia, come promesso, quest’anno faremo quello che avevamo detto per accendere il palco dell’Arena. Una sfida che vogliamo vincere con l’innovazione, l’impegno straordinario e il coraggio che ci contraddistinguono e che hanno permesso di accendere la musica anche nell’anno orribile del Covid. Vogliamo continuare a essere il punto fermo nel panorama musicale internazionale. Il 19 giugno la prima con il Maestro Muti sarà una ripartenza che non ha eguali, per una stagione che si preannuncia davvero straordinaria”.
Il Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia Gasdia ricapitola così le lunghe riflessioni ed azioni dell’ultimo anno: “Il primo pensiero di questi ultimi, difficilissimi 13 mesi è stata la tutela della cultura, della musica, dell’arte, del Teatro, dell’immagine dell’Arena nel mondo e del lavoro, sia dei dipendenti di Fondazione Arena che della grande comunità di artisti, liberi professionisti, che sono il più grande patrimonio di ogni teatro nel mondo. Ho sentito la responsabilità di dare vita a stagioni artistiche che conferissero altrettanto pregio al tocco e all’impronta areniana, nonostante le mille difficoltà, per traghettare verso il futuro un patrimonio di stima e prestigio integri. Poi, la responsabilità verso il tessuto economico cittadino, che da veronese non posso che avere sempre in cima ad ogni mia considerazione: la città ci guarda, ci aspetta e noi di Fondazione Arena lo sappiamo. Mai come quest’anno essere Sovrintendente ha significato per me essere “nocchiero” di una comunità locale e internazionale allo stesso tempo, includendo in questo pensiero anche i tanti spettatori che da tutto il mondo ci hanno dato fiducia continuando ad acquistare biglietti, nonostante le forti incertezze mondiali. Mai come quest’anno chi fa il mestiere bellissimo di operatore culturale è stato chiamato a ragionare prima in modo etico, poi strategico. Fondazione Arena di Verona ha ragionato in modo etico, con gioia e convinzione, perché le azioni a sostegno del nostro patrimonio culturale e del nostro ruolo internazionale quest’anno si misureranno sul palcoscenico della storia. E, per citare Chateaubriand, dobbiamo porci nella prospettiva di posteri di noi stessi.”
Il Direttore Generale Gianfranco De Cesaris esprime la propria soddisfazione “Nella totale condivisione del progetto del 98° Festival , pensando all’integrità della Fondazione, istituzione culturale e motore economico della città di Verona, sono orgoglioso dello sforzo creativo prodotto dalla nostra squadra in termini di innovazione e sono certo che ciò segnerà una nuova ripartenza per noi e per il nostro territorio”.
Si confermano quindi le grandi coppie d’arte e di vita, da Anna Netrebko e Yusif Eyvazov, che dopo la straordinaria esperienza nel 2019 tornano insieme per tre imperdibili recite di Turandot, oltre a Roberto Alagna e Aleksandra Kurzak insieme in una rarissima esibizione in entrambi i ruoli di Cavalleria rusticana e Pagliacci. E ancora vanno ricordati l’attesissimo debutto di Jonas Kaufmann e i graditi ritorni delle star Plácido Domingo e Roberto Bolle, veri e propri beniamini del Festival Lirico. È atteso anche il ritorno sul palcoscenico areniano di Katia Ricciarelli nel ruolo di Mamma Lucia della Cavalleria rusticana.
Oltre a questi appuntamenti già in cartellone per il 2020 e riprogrammati nel 2021, Fondazione Arena ha aggiunto, in occasione del 150° anniversario dalla prima rappresentazione all’Opera del Cairo nel 1871, un’inaugurazione straordinaria di Aida, il capolavoro di Verdi e l’opera più amata dal pubblico areniano, che si preannuncia un evento davvero unico grazie alla presenza del Maestro Riccardo Muti, ambasciatore della cultura italiana nel mondo. Il cast stellare delle due serate (19 e 22 giugno) vede, solo per citarne alcuni, il soprano Sonya Yoncheva per la prima volta nella sua carriera nel ruolo di Aida, Francesco Meli come Radamès, Anita Rachvelishvili nel ruolo di Amneris e Riccardo Zanellato nel ruolo di Ramfis.
Altro omaggio doveroso a Giuseppe Verdi, nel 120° anniversario della morte, è la sua Messa di Requiem diretta da Speranza Scappucci, artista apprezzata a livello internazionale, al suo debutto in Arena. Il podio areniano alternerà le grandi ed esperte bacchette di Marco Armiliato, Daniel Oren, Francesco Ivan Ciampa e Jader Bignamini, a fianco degli attesi debutti di Diego Matheuz e Jochen Rieder.