TARQUINIA – Tanti e interessanti gli incontri del ciclo di conferenze di archeologia subacquea organizzato dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia, che si terranno nella lizza della Torre di Dante a Piazzale Europa (a ingresso libero), ogni venerdì a partire dal 13 di luglio fino al 17 di agosto con il patrocinio del MIBACT e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Tarquinia, ed in collaborazione con l’Assopaguro di Montalto di Castro, l’Associazione Kodros e il Museo del Mare e della Navigazione Antica di Santa Severa. Saranno presentati dati inediti riguardanti ricerche archeologiche e ritrovamenti subacquei lungo la costa tirrenica – nel tratto compreso tra i territori di Cerveteri, Tarquinia, Vulci – ma anche nel Mediterraneo.
Protagonista del primo appuntamento, venerdì 13 luglio alle ore 21.30, è infatti Stefano Mariottini, il subacqueo romano, amante della pesca che nell’agosto del 1972, casualmente fa una scoperta tanto significativa da aver cambiato il modo di fare restauro in Italia, ma soprattutto da aver arricchito la storia di una piccola regione, la Calabria, che da quel momento ha riscoperto le sue origini magno-greche.
Partendo dal ritrovamento dei Bronzi, lo studioso si soffermerà sul loro recupero per poi descrivere i risultati dell’attività di ricerca archeologica subacquea effettuata dall’Associazione Culturale Kodros con la Soprintendenza, in oltre 40 anni, nel giacimento subacqueo sui fondali di Kaulon (Monasterace), a 5 Km da Riace. Verranno presentate immagini e video di un’infinita quantità di reperti rinvenuti, tra cui alcune statue recuperate recentemente.
“Quella del ritrovamento dei Bronzi di Riace è una storia ancora più appassionante di quanto si possa credere, una di quelle scoperte talmente eccezionali nella vita di una persona da legarsi indelebilmente al nome dell’artefice: un’impresa che, nel bene e nel male, ha rotto un equilibrio. Da allora ogni anno, Mariottini con i volontari dell’Associazione Kodros di cui è presidente, sonda in lungo e in largo il litorale calabrese coadiuvando le Soprintendenze nell’azione di tutela del patrimonio archeologico sommerso e denunciando ogni tentativo di cementificazione delle coste. Il suo è anche un esempio di civismo da seguire, tant’è vero che ancora oggi a Riace si dice che i bronzi recuperati nel 1972 siano tre: il Bronzo A, il Bronzo B e Stefano Mariottini”.
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