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    Casa dei Diritti Sociali della Tuscia: “Ogni città, anche Viterbo, sia un porto aperto”

    6:02 am
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    VITERBO – “Il 3 ottobre è la giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, ma oltre a commemorarle dobbiamo ribadire alcuni messaggi chiari: nei nostri mari non deve morire più nessuno, la Libia non è un paese sicuro. Ogni città, anche quella di Viterbo, deve essere un porto aperto, offrire accoglienza e favorire l’inclusione”. Ad affermarlo la Casa dei Diritti Sociali della Tuscia, nel sesto anniversario dal naufragio che, a pochi metri da Lampedusa, il 3 ottobre del 2013 fece 368 morti accertati, altri 20 presunti, 155 i superstiti. 14768 sono le persone morte nel  Mar Mediterraneo tra il 2014 e il 2019. Nel 2019, per ogni 6 persone partite, 1 è morta, secondo Amnesty International.

    “Il dibattito sulla quote di accoglienza e sul trattato di Dublino – prosegue l’associazione – non si può fare a discapito della vita delle persone, perché come canta Brunori Sas ‘fanno finta di non sapere che si tratta di uomini, di donne e di uomini’, non c’è una questione migranti, ma una questione di tutela dei diritti inalienabili dell’uomo e vanno difesi al di là dell’amore, al di là del bene e del male. Noi vogliamo che anche nel capoluogo della Tuscia ci possa essere un ‘porto sicuro’ per tutti quegli uomini, donne e bambini che fuggono dalla guerra, dalle torture, dalla povertà per costruire un futuro migliore, più dignitoso per sé e per la propria famiglia”.

    “Per questo da anni siamo impegnati/e, grazie all’impegno volontario e alla solidarietà di cittadini e cittadine, a garantire l’accesso ai diritti sociali alle persone più vulnerabili. Anche quest’anno ai migranti e alle persone in stato di povertà, apriremo le porte della nostra scuola popolare per l’insegnamento della lingua italiana e dello sportello per la distribuzione dei beni di prima necessità, orientamento, tutela dei diritti e advocacy”, ricorda in conclusione la Casa dei Diritti Sociali della Tuscia.