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    “Carmen” di Georges Bizet inaugura il 96° Opera Festival 2018 dell’Arena di Verona

    8:13 am
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    VERONA – Oggi venerdì 22 giugno, alle ore 21.00, un attesissimo nuovo allestimento della celeberrima Carmen di Bizet inaugurerà il 96° Opera Festival 2018 dell’Arena di Verona. La nuova produzione sarà in scena per 13 serate fino al 31 agosto con la prestigiosa firma di Hugo de Ana, regista, scenografo e costumista argentino di fama internazionale.

    Tra le numerose personalità presenti alla Première il Presidente del Senato Elisabetta Casellati, il Ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Alberto Bonisoli, oltre al Sindaco di Verona e Presidente di Fondazione Arena Federico Sboarina.

    Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, assente per concomitanti impegni istituzionali, ha inviato un caloroso messaggio per salutare l’inizio della stagione areniana: «La stagione operistica all’Arena – che Mattarella definisce “una delle istituzioni liriche più prestigiose e famose nel mondo” – per la suggestione del luogo e per la qualità degli allestimenti, ha sempre rappresentato un punto di riferimento artistico e culturale che ha sempre richiamato cultori e appassionati dall’Italia e dall’estero. La 96ma edizione corona la lunga opera di rilancio e di risanamento della Fondazione che ha comportato, dopo un periodo travagliato, un impegno collettivo di tutto il personale per salvare un patrimonio e una tradizione di altissimo livello. Auguro pertanto un meritato successo alla 96ma edizione dell’Opera Festival di Verona, con la certezza che sarà coronata da generale apprezzamento».

    Dopo l’ultima storica edizione di Carmen, firmata da Franco Zeffirelli e proposta in Arena dal 1995, Hugo de Ana, che cura regia, scene e costumi, propone per il 2018 una lettura inedita dell’opera, consapevole della sfida che pone un titolo tanto caro alla storia e al pubblico del Festival. Il regista argentino vuole affrancare la Siviglia di Carmen dal cliché variopinto e folkloristico immaginato da molti artisti di fine Ottocento e dalla tradizione: ne nasce una Siviglia popolare, tutt’altro che da cartolina. E per andare al cuore delle passioni e del mondo gitano in cui la protagonista si muove, de Ana traspone la vicenda un secolo dopo rispetto al libretto, negli anni Trenta del Novecento. Il periodo storico è significativo per sottolineare la ricerca incessante della protagonista verso la sua indipendenza e libertà, che la porterà come un torero nella Plaza de Toros, un’arena nell’Arena, ad affrontare fino alla morte la prepotenza maschile e una società ostile al suo essere zingara quindi diversa.

    «La vicenda di Carmen rappresenta quindi – dichiara il Sovrintendente Cecilia Gasdia – il più famoso femminicidio della storia. L’Arena e l’opera sono parte della società moderna e per questo, in punta di piedi e con rispetto, abbiamo pensato di ricordare e denunciare questo grave fenomeno in occasione della prima rappresentazione. Sono già tragicamente arrivate al numero di 32 le donne uccise dai propri compagni nel solo 2018. Per questo motivo domani sera lasceremo vuoto il posto n. 32 della platea e su di esso poseremo un mazzo di 32 rose rosse».

    Debutta sia nel titolo di Bizet sia sull’ambito podio dell’anfiteatro veronese Francesco Ivan Ciampa, giovane direttore già apprezzato alla guida dei complessi areniani nella stagione lirica al Teatro Filarmonico, chiamato per l’occasione a guidare musicalmente grandissimi cantanti della ribalta internazionale nella magica cornice del teatro all’aperto più grande del mondo.

    Alla Prima debuttano a Verona come protagonisti il mezzosoprano russo Anna Goryachova in Carmen, il tenore statunitense Brian Jagde in Don José, il soprano italiano Mariangela Sicilia in Micaela. Nella Plaza de Toros scende Alexander Vinogradov nei panni di Escamillo, mentre in quelli di Frasquita troviamo Ruth Iniesta, in Mercédès Arina Alexeeva, come Dancairo Davide Fersini e come Remendado Enrico Casari. Completano il cast Zuniga interpretato da Luca Dall’Amico e Moralès da Biagio Pizzuti.

    La messa in scena è arricchita dalle nuove coreografie di Leda Lojodice, dal lighting design dell’areniano Paolo Mazzon e dal projection design dell’artista Sergio Metalli. Il trucco è curato dal make-up designer Michele Magnani, global senior artist di M.A.C. Cosmetics, in collaborazione con Hugo de Ana, mentre i costumi, ideati dal Maestro argentino e frutto di una raffinata ricerca su tagli e tessuti vintage.

    Il capolavoro del compositore francese vede impegnati l’Orchestra areniana, il Coro preparato da Vito Lombardi, il Ballo coordinato da Gaetano Petrosino, numerosi figuranti e i Tecnici dell’Arena di Verona, con il gradito ritorno dei giovanissimi componenti del Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani.

    La serata inaugurale sarà, inoltre, dedicata alla memoria di Tullio Serafin per il cinquantenario della scomparsa. Serafin tenne a battesimo il Festival areniano nel 1913 e, tornandovi per molti anni a seguire, proprio in questa magica cornice scoprì grandi talenti come la divina Maria Callas. Lo storico direttore d’orchestra sarà ricordato con un breve filmato e con le parole di Cecilia Gasdia prima dell’inizio dello spettacolo.

    Repliche: 29 giugno, ore 21.00 – 6, 11, 17, 21 luglio, ore 21.00 – 3, 9, 12, 22, 25, 28, 31 agosto, ore 20.45. Per informazioni e biglietti: www.arena.it.