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    Carlo Andrea Gambini, compositore genovese

    8:35 am
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    GENOVA – Mercoledì 23 ottobre, alle ore 17, nel Salone da Ballo di Palazzo Reale si terrà un evento interamente dedicato a Carlo Andrea Gambini, pianista e compositore genovese, una tra le principali figure del panorama musicale italiano di metà Ottocento.

    L’appuntamento, ideato dal compositore e pianista Davide Mingozzi (Università di Bologna), organizzato dall’Associazione Liguria Eventi e dalCentro Internazionale di Studi Italiani (CISI), ha il patrocinio del Comune di Genova, della Città Metropolitana, di Regione Liguria e dell’Università di Genova.

    Nel giorno esatto in cui ricorre il bicentenario dalla nascita, si ricorderà l’illustre compositore nostro concittadino con un pomeriggio a lui dedicato.

    Interverranno a una tavola rotonda il dott. Davide Mingozzi (Università di Bologna), il prof. Raffaele Mellace (Università di Genova), prof. Maurizio Tarrini (Conservatorio di Genova) che approfondiranno alcuni dei molti aspetti che hanno caratterizzato la poetica musicale del noto musicista.

    In conclusione il Quartetto Ascanio proporrà in prima esecuzione in tempi moderni il Quartetto in mi minore composto da Gambini nel 1861.

     

    Carlo Andrea Gambini

    Carlo Andrea Gambini nacque a Genova il 23 ottobre 1819. Il padre, Giuseppe, agiato «commesso di negozio», dilettante di musica, era, insieme al fratello Andrea, legato alla famiglia Mazzini da uno stretto rapporto di amicizia: Maria Drago Mazzini tenne a battesimo il piccolo Carlo Andrea, mentre il figlio Giuseppe, negli anni, si manterrà sempre aggiornato sui successi del promettente musicista soprannominato affettuosamente “Andreino”. Studiò sotto la guida di Emanuele Bevilacqua e ben presto iniziò a esibirsi, presentando proprie composizioni, al pianoforte e alla fisarmonica nei salotti dell’alta borghesia genovese, e all’organo nelle chiese cittadine. Mantenne però nei confronti della carriera il distacco richiesto dalla sua condizione benestante. In seguito tuttavia per far pronte ad alcuni dissesti finanziari, Gambini dovette fare della musica la propria professione. In breve tempo divenne uno tra i più ricercati insegnanti genovesi di pianoforte vantando fra i suoi allievi numerosi membri dell’aristocrazia locale. Nel 1842 Ricordi pubblicò una raccolta di DouzeEtudes op. 36 per pianoforte, prima di una lunga serie di composizioni pubblicate dall’editore milanese. Nel 1845 iniziò una fruttuosa collaborazione con la «Gazzetta Musicale di Milano» e con altri periodici musicali italiani. Penna tagliente, nell’arco di poco meno di vent’anni Gambini, pubblicò più di centocinquanta articoli tra recensioni a spettacoli operistici e concertistici genovesi e giudizi sulle novità editoriali. Nei suoi scritti Gambini espresse un proprio ideale estetico che mirava a cogliere nelle composizioni il rigore “accademico” della forma e dell’impianto armonico, e s’impegnò in una strenua difesa del “gusto italiano”. Nel 1861 a Firenze vinse con un suo quartetto il Concorso Basevi, primo in Italia dedicato al genere. Morì a Genova il 14 febbraio 1865; unanime fu il cordoglio del mondo musicale. La salma riposa ancora oggi al cimitero di Staglieno, all’interno di un monumento, opera dello scultore Federico Fabiani, commissionato dal comune di Genova nel 1868 in ricordo dell’illustre concittadino.

    Mantenne cordiali rapporti con Gioachino Rossini e Saverio Mercadante, si guadagnò la stima e amicizia di Alberto Mazzucato, Adolfo Fumagalli, Stefano Golinelli, Camillo Sivori, Ferdinando Giorgetti, Angelo Mariani.

    Gambini dimostrò un vivo interesse per la produzione pianistica d’oltralpe che fece propria e che sincretizzò in uno stile personale in cui si riscontra l’influenza di Chopin, Thalberg, Liszt e Schumann. L’unione di un virtuosismo trascendentale con la ricerca di un’espressività cantabile, è la cifra stilistica più ricorrente e distintiva della sua produzione, sia nelle fantasie e parafrasi su temi d’opera sia nei pezzi caratteristici.

    Compose inoltre svariata musica per organo e sacra. Non tralasciò di dedicarsi anche al melodramma, in particolare Eufemio da Messina (Milano 1853), Il nuovo Tartufo (Genova 1854) e l’ode-sinfonica Cristoforo Colombo (Firenze 1851)

     

    La composizione

    Nel 1861, a Firenze, il musicologo e compositore Abramo Basevi organizzò a proprie spese un “Concorso annuale di composizione” dedicato al quartetto. La commissione, composta dal presidente dell’Istituto musicale Luigi Ferdinando Casamorata, da Olimpo Mariotti, da Pietro Romani, da TeoduloMabellini, da Ferdinando Morini, da Giovacchino Maglione e da Giuseppe Ceccherini, il 24 settembre premiò all’unanimità il Quartetto in mi minore presentato da Gambini. Il compositore genovese, forse non sperando nel riconoscimento, aveva vergato sul manoscritto presentato anonimo alla commissione: «Sarò l’ultimo?». Il quartetto fu eseguito nel dicembre successivo, sempre a Firenze, con la partecipazione di Camillo Sivori, Giovacchino Giovacchini, Luigi Laschi e JefteSbolci. La critica accostò la composizione all’opera di Haydn per la chiarezza e semplicità melodica e fu apprezzato per «perché scritto con larghezza di stile, bella sequenza di melodie che si svolgono e s’intrecciano con arte, senza che questa prevalga a scapito della chiarezza; vi si ravvisano varii trovati nuovi e d’effetto e lo si conosce lavoro dettato con quella disinvoltura propria di chi ha saputo rendersi famigliare lo stile classico e suggerirne la sostanza per convertirla in manifestazioni proprie, abbellite dalle esigenze del musicale progresso e dalla possanza d’un ingegno italiano. Lo scherzo di questo quartetto è qualcosa di sovramente bello e immaginoso; il primo tempo ricorda il fare dei più addottrinati nell’arte e si giova di trovati armonici pieni di vigore e d’immaginazione; forse l’ultimo tempo non è così ricco di belle idee come gli altri, ma ciò non toglie il merito del complesso e questo lavoro può con non piccolo vanto essere ad dimostrato agli stranieri come prova che anche in Italia e nei tempi presenti si scrive con quella profondità di sapere della quale menano tanto vanto gli autori e critici d’oltremonti e d’oltremare» (L’espero, 23 dicembre 1862).

    Programma dell’evento

    17.00 saluti del direttore del museo di Palazzo Reale

    17.05 saluti del presidente del Centro Internazionale di Studi Italiani

    17.10 Davide Mingozzi: presentazione del pomeriggio e presentazione degli interventi

    17.15 dott. Davide Mingozzi (Università di Bologna): Carlo Andrea Gambini, compositore genovese (1819-2019)

    17.30 prof. Raffaele Mellace (Università di Genova): Non di solo Verdi: l’Ottocento musicale italiano trascurato

    17.45 prof. Maurizio Tarrini (Conservatorio di Genova): Carlo Andrea Gambini collaudatore d’organi

    18.00-18-10 breve dibattito ed eventuali domande.

    18.10-18.30 esecuzione del Quartetto in mi minore (1861) a cura del Quartetto Ascanio.

    Ingresso libero fino ad esaurimento posti.