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    Canti del Destino: 11 e 12 marzo al Filarmonico di Verona con i capolavori romantici di Brahms e Schumann

    5:49 am
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    VERONA – Nel terzo concerto della Stagione Sinfonica 2022, il maestro Vittorio Bresciani e i complessi artistici areniani eseguono l’ultima e più sperimentale sinfonia di Schumann, la Quarta, e due brani monumentali del suo ideale successore Brahms: la tempestosa Ouverture tragica e l’intenso Canto del Destino.

    Vittorio Bresciani è già salito più volte sul palcoscenico del Teatro Filarmonico, impegnato sia alla tastiera del pianoforte sia sul podio per l’integrale di Franz Liszt e, più recentemente, proprio alla guida di un programma dedicato ad altri compositori ungheresi. Per la Stagione Sinfonica 2022 sceglie un programma romantico che unisce due artisti le cui vite si sono indissolubilmente intrecciate a metà del XIX secolo: nel 1853 infatti il già affermato compositore e direttore Robert Schumann lanciò la carriera del ventenne e allora sconosciuto Johannes Brahms, virtuoso del pianoforte e presto autore massimo del sinfonismo tardo-romantico.

    Precedette di poco quello storico incontro la versione definitiva della Quarta sinfonia in re minore che Schumann (1810-1856) concepì oltre un decennio prima come fantasia sinfonica: un esperimento abbastanza ardito volto a valicare i limiti della forma-sonata, collegando i quattro movimenti canonici senza soluzione di continuità e con un ritorno ciclico, nel corso dell’opera, dei temi presentati nel primo tempo. Nella sua forma originaria, questa sinfonia, diversa da come la conosciamo oggi, sarebbe stata la seconda del suo autore e fu presentata a Lipsia, con scarso successo, nel 1841 (in questa edizione, ritirata dall’autore ma ancora reperibile, alcuni studiosi ed interpreti periodicamente la riprendono). La revisione, cui Schumann sottopose la sinfonia fino alla nuova esecuzione del marzo 1853 a Düsseldorf, la rese più ricca nell’orchestrazione e più tradizionale nella struttura, preservando però il collegamento tra gli ultimi due movimenti, seguendo l’esempio dell’epica Quinta beethoveniana. Se Beethoveniano è l’aspetto marcatamente ritmico del materiale tematico, è inconfondibilmente di Schumann il carattere romantico e inquieto delle melodie, che originano i temi dell’intera composizione alternando un solenne e mesto re minore al trionfale e festoso Re maggiore.

    Re minore è anche la tonalità d’impianto della pagina brahmsiana che apre il concerto: l’Ouverture tragica fu scritta da Johannes Brahms (1833-1897) ormai maturo ma non prolifico autore nel 1880 insieme alla “gemella” più gioiosa ed esteriore, l’Accademica, ed è più di ogni altra sua composizione sinfonica risente di influenze extra-musicali. Nonostante i riferimenti mai accertati a rappresentazioni del Faust di Goethe o alla vicenda di Amleto, non la si può considerare musica a programma. In poco meno di un intenso quarto d’ora, l’orchestra affronta tortuose peripezie che riportano al teso clima iniziale con un motto indimenticabile di sole due note.

    Extra musicale è dichiaratamente la fonte per il Canto del destino, uno dei brevi ma significativi pannelli che Brahms dedicò al dialogo di coro e orchestra nella sua fase di avvicinamento alla forma sinfonica, circa dieci anni prima della Tragica. Alcune strofe contenute nell’Iperione di Friedrich Hőlderlin furono la base per una riflessione tormentata sul destino dell’uomo e sull’amore (o l’indifferenza) delle entità divine e superiori. Come sottolinea l’orchestra nel suo cammino armonico, il luminoso Mi bemolle maggiore iniziale volge al corrispondente do minore nel momento in cui il canto descrive la miserevole condizione dell’uomo. Tuttavia, un postludio orchestrale fornisce una risposta consolatoria (frutto di lunga gestazione e forti dubbi nell’autore) grazie all’aprirsi tra le nubi della luce del Do maggiore conclusivo: un momento di profondo e personalissimo commento, quasi intimo per le ampiezze degli organici coinvolti, in cui ciò che per Brahms forse mancava alla resa del testo poetico è ampiamente compensato dalla sincera ispirazione dell’autore.

    Il terzo concerto sinfonico debutta venerdì 11 marzo alle 20.00 (turno A), con una durata di settantacinque minuti circa con intervallo, e replica anche sabato 12 marzo alle 17.00 (turno B).

    Per legge, l’accesso agli spettacoli è consentito esclusivamente agli spettatori muniti di certificazione verde Covid-19 di avvenuta vaccinazione o guarigione, “Green Pass rafforzato”. Inoltre è confermato l’obbligo di maschera Ffp2 in cinema, teatri e per eventi sportivi, nonché sui mezzi di trasporto (mezzi pubblici locali compresi). Ulteriori informazioni sul sito alla pagina https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico/info-covid.

    Sono tornate per la Stagione Artistica 2022 le iniziative di Arena Young, rivolte a studenti e personale di scuole, università, accademie. Per ogni appuntamento è confermato il Ritorno a teatro: un percorso di avvicinamento all’opera e alla musica sinfonica proposto dalla Fondazione Arena di Verona. Il mondo della Scuola potrà assistere alle rappresentazioni in cartellone per la Stagione Artistica 2022 al Teatro Filarmonico, con l’opportunità di partecipare ad un Preludio un’ora prima dello spettacolo: un momento di approccio al linguaggio musicale, che avrà luogo nella prestigiosa Sala Maffeiana. Per il terzo concerto sinfonico è possibile partecipare al Preludio venerdì 11 marzo alle 19.