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    Alla scoperta delle Terme Taurine o di Traiano di Civitavecchia

    9:28 am
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    Intervista alla Dott.ssa Maria Cristina Ciaffi Presidente della Pro Loco Civitavecchia, associazione che svolge attività di promozione culturale, turistica e sociale nell’ambito del sito archeologico delle Terme Taurine.

     

    In che periodo venne realizzato il sito delle Terme Taurine?

    Le Terme Taurine si trovano su una collina a circa 5 km dal centro di Civitavecchia ad un’altitudine di circa 190 mt slm sulle ultime propaggini dei monti della Tolfa, in mezzo alla campagna dell’Alto Lazio, in posizione panoramica con vista dell’arcipelago toscano. Si tratta di un complesso termale fra i meglio conservati dell’Italia centrale al di fuori della città di Roma. Considerate in passato un’appendice della sontuosa villa dell’imperatore Traiano, oggi sono invece riconosciute come edificio pubblico a scopo curativo-salutare. La dimensione curativo-salutare è confermata da un’epigrafe di Alcibiade, liberto dell’imperatore Adriano, dedicata alle ninfe tutelari delle acque come ringraziamento per la guarigione ottenuta.

    Epigrafe di Alcibiade

    Le origini del nome sono svelate dal poeta Rutilio Namaziano (V sec. d.C.) che fa risalire il termine “Taurine” ad un’antica leggenda secondo la quale una divinità con le sembianze di toro (forse Giove) avrebbe raspato il terreno facendone scaturire una sorgente di acqua termale naturalmente calda dalle grandi proprietà terapeutiche. Ancora oggi su un colle a circa un km in linea d’aria dalle Terme Taurine, si trovano le sorgenti calde della Ficoncella, liberamente fruite. Sullo stesso colle della Ficoncella esisteva un abitato etrusco, divenuto poi “municipium” romano di Aquae Tauri (ricorre quindi la stessa toponomastica). Infatti i primi a valorizzare le acque furono gli Etruschi che costruirono delle terme rudimentali. In seguito in età Sillana (90-70 a.C.) fu eretto il nuovo edificio che prese il nome di Terme Taurine ed ebbe massimo sviluppo in età Traianea, seguito da un ulteriore ampliamento verso la fine dell’impero di Adriano (117 – 138 d.C.). Il grande impianto termale sopravvive anche in epoca tardoantica, forse con dimensioni ridotte, con sale più piccole, o con solo un nucleo dell’impianto conservato, richiedendo una minima manutenzione. Della frequentazione tardoantica parla sempre Rutilio Namaziano consigliando la visita alle terme, che chiama thermas e lavacra, distanti solo 3 km dal porto (I. 1-2,8). I passi sottolineano inoltre, l’eccellente qualità delle acque, adatte al bagno e buone da bere (I. 3-6). Altra fonte tardo antica sono i Dialoghi di Gregorio Magno (540 – 604 d.C.), scritti intorno al 600 d.C. dove si cita la storia di un prete di Tauriana (= Aquae Tauri). La caduta dell’Impero alla fine del V secolo portò alla rapida decadenza del complesso termale, che forse ebbe una breve ripresa all’epoca di Teodorico, a cavallo tra i V e il VI secolo d.C. In seguito, probabilmente a causa della lunga guerra tra Bizantini e Goti che coinvolse il territorio, le terme cessarono di funzionare definitivamente. Comunque, è molto probabile che lo sfruttamento delle acque termali, che continuavano a sgorgare nell’edificio abbandonato e ormai in rovina, non cessò mai completamente. Infatti, durante lo sterro dell’ampio calidarium di età imperiale furono rinvenuti resti di vasche risalenti a epoche successive Terme di Traiano o Taurine Terme Taurine o di Traiano Epigrafe di Alcibiade al VI secolo. I primi scavi di cui si possiede documentazione avvennero nel 1777 per opera di Gaetano Torraca, seguirono quelli nel 1820 di Pietro Manzi per arrivare ai primi del Novecento con l’attività di Raniero Mengarelli (1912) e Salvatore Bastianelli (1922). Interventi di scavo si registrano anche nel 1960 ad opera R. Bartoccini. Dal 1950 ad oggi sono stati eseguiti numerosi interventi di restauro. Il sito delle Terme Taurine si divide principalmente in 2 aree: una di età repubblicana (I sec. a.C.) costruita in opus reticolatum e una di età imperiale (II sec. d.C.) costruita in laterizio. Tra le rovine si conservano vasche, sale massaggi ed ambienti vari, il tutto ornato da fregi, mosaici e marmi.

     

    Quanti e quali sono gli edifici interni al sito?

    Le terme taurine erano davvero dotate di tutti i comfort! Dagli spogliatoi (apodyterium) alle camere (cubicola), dalle vasche per anziani e bambini (calidarium) a quella con l’acqua fredda (frigidarium) nella cui cisterna d’inverno veniva aggiunta addirittura la neve, per finire con un bagno turco (tepidarium) che raggiungeva temperature elevatissime ed era dotato di una cupola mobile per raffreddare l’ambiente. Al complesso si accedeva tramite un peristylium rettangolare alla cui sinistra erano posti piccoli ambienti, i cubicula, dove si poteva riposare dopo il bagno o si praticavano trattamenti curativi. Qui sono riaffiorati i bellissimi mosaici dei pavimenti.

    Mosaici originali nelle Exedrae

    Nei pressi dei cubicula c’erano due exedrae con abside semicircolare presumibilmente provviste di sedili e in cui i frequentatori potevano sedere e conversare al riparo delle correnti di aria fredda. Si arrivava poi alla zona tipica dei bagni, a partire dal tepidarium, il luogo in cui ci si acclimatava prima di entrare nel laconicum o sudatorium, a forma circolare e coperto in origine da una cupola. In questo ambiente l’acqua termale raggiungeva le massime temperature. Dal laconicum, mediante un corridoio, si giungeva prima ad una latrina, poi a due ambienti che costituivano l’apodyterium o spogliatoio. Successivamente, in ciascuno dei due vani fu creata una vasca da bagno, la più ampia delle quali, con pavimento in mosaico, era in comunicazione con la vasca del calidarium. Questo ambiente era destinato ai bagni caldi e aveva una struttura di tipo basicale, con due file di colonne che lo dividevano in tre navate. La copertura, in un primo tempo a tetto, fu sostituita da una poderosa volta. Sopra di essa fu creata una terrazza praticabile coperta a padiglione con pregevole pavimento marmoreo. Il calidarium veniva alimentato dall’acqua delle terme, convogliata attraverso un tubo di piombo. La profondità della piscina era di circa 1,20 metri. Tutto l’ambiente era riccamente decorato: rivestimenti marmorei, stucchi figurati con vari soggetti e capitelli ionici. All’interno del complesso, inoltre, erano presenti molti altri servizi e strutture di pubblica utilità come una biblioteca, una sala massaggi ed una palestra. Luogo di grande aggregazione sociale, le terme erano frequentate sia da illustri personaggi, dai legionari romani al rientro delle battaglie e da gente comune che per entrare pagava un biglietto simbolico.

     

    Quali piante ed essenze arboree caratterizzano gli Horti Traianei?

    All’interno del complesso antico, venne realizzato nel 2000 un giardino botanico, che maggiormente ha riportato il monumento al suo remoto passato romano. I romani infatti abbellivano ove potevano Mosaici originali nelle exedrae le loro terme con passeggiate in lussuosi giardini, colmi di piante, alberi, terrazzi, statue, viali, balaustre e fontane.

    Horti Traianei

    Gli Horti Traianei sono cinti interamente da siepi di alloro. All’interno nella rotonda un tasso e alcuni bossi. Il giardino è suddiviso in bordure di rosmarino, teucrium e mirto con rose, ulivi, gigli, melograni e vari alberi da frutto.