E’ di antica memoria l’epidemia di peste a Milano, la pesta dei lanzichenecchi a Roma, le varie epidemie di colera, la spagnola, e chi ha più memoria più ne metta. Quello che più ci si ricorda però è che le popolazioni in caso di epidemia, per sfuggire al contagio abbandonavano le città e si rifugiavano in campagna. Oggi, epoca di grandi innovazioni, si decide che per proteggerci da tanto male dobbiamo restare nelle nostre case in città, magari fare la fila al supermercato, alle poste, in banca, ecc. tutti alla distanza di un metro, ma guai ad allontanarci dalle città, a respirare un poco di aria pura, si rischiano multe salate, sanzioni penali e il carcere. Certo che a stare in campagna oltre alla salute fisica e mentale ci guadagnerebbe l’agricoltura che forse, ce lo siamo dimenticato, ma in parte è lasciata alla buona volontà della conduzione famigliare (soprattutto anziani settantenni, ottantenni e centenari) e a livello hobbistico, data la fuga dalle campagne verificatasi sin dagli albori dell’epoca industriale. Infatti nelle cooperative agricole, gran parte dei soci non sono agricoltori di professione, ma piccoli proprietari che con il loro lavoro contribuiscono alla produzione. Ma l’Italia non è la stessa dappertutto. Il Governatore della Regione Sardegna ha emanato l’Ordinanza n.11 del 24 marzo 2020 (prot. n. 3194), valida solo per quel territorio, che recita all’articolo 5 “…limitatamente ad una sola volta al giorno e ad un solo componente del nucleo familiare, l’uscita per la conduzione hobbistica di poderi, orti, vigneti ed ortofrutticole in genere, finalizzati al sostentamento familiare”.
E’ ancora più strano il dover restare in città alla luce delle ultime scoperte che, udite udite, il coronavirus, incurante dell’isolamento cittadino sembra permane nell’aria fino a sette metri e soprattutto si veicola con il particolato ultrafine, abbondante nelle città. Ancora più strani sono i dati che arrivano dal sud Italia, dove l’epidemia sembra incidere in maniera molto minore che al nord, sebbene si accusino parte di quei cittadini di non osservare troppo i “consigli” degli esperti.
Insomma qui sembra che solo i Sardi, che notoriamente godono nella loro isola di lunga vita e aria buona, istituzionalmente si comportano in maniera differente, però è risaputo che un papa anticamente li apostrofò “nequissimi fili”, sempre disubbidienti ma sicuramente più intelligenti.
Testo integrale dell’Ordinanza n.11 del 24 Marzo 2020: https://www.regione.sardegna.it/documenti/1_422_20200325083450.pdf