Certo che questo Coronavirus ne scardina di abitudini consolidate e di solide regole. L’ultima che è riuscita a smontare è quella del Patto di Stabilità che impediva alle varie economie nazionali di spendere soldi, a meno che la spesa non fosse supportata da un prodotto interno lordo e quindi da una solida economia fatta di produzione, esportazione, importazione sostenuta da decimali ben oltre lo zero virgola. Il Coronavirus ha sparigliato il tutto. Le produzioni si fermano e quantità importanti di denaro vengono stampate e immesse nel mercato. Ma non era questo il meccanismo che negli anni Settanta (1970 – ’80) aveva causato percentuali di inflazione ben oltre il 20%?
Questo aveva portato ad una escalation di prezzi al consumo, che in continua ascesa, erodevano stipendi, pensioni, risparmi, con la conseguenza di continue battaglie sociali. Si era messo un rimedio a tutto ciò con la “scala mobile”, ossia, per chi non ricorda o non c’era, quel meccanismo che consentiva mensilmente, l’automatico aumento del potere di acquisto e quindi di stipendi e pensioni alla percentuale dell’inflazione corrente. La “scala mobile” fu abolita nel 1994 tramite un referendum, perché giudicata ancora peggio del male e il debito pubblico crebbe esponenzialmente, con conseguente pagamento annuale di esorbitanti interessi, sempre i governi alla ricerca di garanti a supportare il suddetto debito. Con l’Europa si pensò al Patto di Stabilità, proprio per limitare o interrompere la crescita di tale debito con conseguente limitazione della spesa in quegli stati dove tale situazione era più grave, ad esempio la Grecia, l’Italia…
Ora che il Patto di Stabilità viene interrotto dando la possibilità agli Stati europei di spendere soldi per bloccare l’epidemia di Coronavirus (sperando che lui se ne accorga), che fine faranno i nostri stipendi, pensioni, risparmi, senza la protezione dell’esecrata “Scala Mobile”? Mi viene un dubbio.