PORTOGRUARO (VE) – La Galleria Permanente Casa Russolo è stata inaugurata il 15 giugno 2018 ed è sita all’interno del Centro Culturale Palazzo Altan Venanzio / Biblioteca Civica “Niccolò Bettoni”. L’area espositiva è dedicata al grande intellettuale, filosofo e artista Luigi Russolo nato al piano terra dell’edificio (1885). Di seguito l’intervista alla Dott.ssa Daniela De Marchi, Direttrice della Biblioteca civica “N. Bettoni” di Portogruaro.
La città di Portogruaro ha dato i natali al grande filosofo, intellettuale e artista Luigi Russolo. Quali tesori conserva la Galleria Permanente Casa Russolo?
Presso la Galleria Permanente Casa Russolo sono esposte otto opere pittoriche di Luigi Russolo, veri e propri tesori per gli appassionati dell’arte. Di proprietà del Comune di Portogruaro, si possono ammirare:
Linee Forze della Folgore (1912), che la moglie di Russolo aveva ritenuto distrutta dallo stesso autore e che, invece, è stata ritrovata fortunosamente sul retro di un’altra opera esposta (I Tre Pini) in occasione di un intervento di restauro effettuato nel 2005. Tale opera riprende l’estetica futurista per cui “il moto e la luce distruggono la materialità dei corpi”.
Impressioni di bombardamento” (1926), che riassume l’essenza della guerra e dei suoi rumori. Il cielo scoppiettante ripercorre l’estetica futurista che proclamava la guerra come igiene del mondo.
“Autoritratto” (1940), che si differenzia dagli autoritratti del periodo simbolista ed esoterico del 1908/10 e da quelli futuristi, collocandosi in una sorta di periodo classico-moderno per il gioco di ombre che richiama il senso del disincanto della vita.
“I tre Pini” (1944), che documenta la ricerca di una pittura figurativa di tipo simbolico o classico-moderna propria delle opere degli anni quaranta. La fissità delle luci e ombre dà a quest’opera un’aura metafisica, presente anche in un altra opera esposta “Sera”.
“Sera” (1942): uno dei diversi paesaggi di Russolo, riferibili al periodo classico-moderno. Rispecchia la sua riflessione filosofico-spirituale, che si esprime nell’uso della luce immota.
Concesse in comodato d’uso da parte di privati si aggiungono le opere:
Città in festa (1910 ca), legata in parte al Simbolismo e in parte alla nuova avanguardia del Futurismo.
Collina (1942/43) e In Collina (1945) appartenenti a quella pittura che Russolo definì “Classico Moderna”, sospesa tra sogno e realtà.
Presso Casa Russolo sono presenti anche 33 lastre con 42 matrici (alcune incise su due lati) che il Comune di Portogruaro ha acquistato nel 2006. Russolo si dedicò all’attività incisoria negli anni 1906-1913, influenzato inizialmente dal clima simbolista europeo (Alfred Kubin e James Ensor) per poi orientarsi verso i temi più cari del Futurismo (periferie industriali e pazzia).
Cosa ha rappresentato la teorizzazione dell’Arte dei Rumori nell’estetica musicale del XX secolo?
Luigi Russolo ha sperimentato nel corso della sua vita vari campi della creatività, sapendo aggiornarsi e proporre sempre nuovi linguaggi di innovazione. Grazie a lui, il primo Futurismo toccò nuovi settori disciplinari, come la musica e il suono.
Con la teoria dell’Arte dei Rumori, affiancata alla realizzazione di strumenti atti a produrre dei rumori (detti intonarumori) , negli anni dal 1913 al 1916, Luigi Russolo ebbe l’intuizione che oltre all’aspetto sperimentale pittorico e letterario, esisteva l’aspetto auditivo della musica trasformata in rumore, un rumore che richiamava i boati della guerra o il frastuono delle sirene delle fabbriche in funzione, risultato del progresso tecnologico. La sonorità musicale venne quindi sostituita dal suono del rumore: Russolo fu in grado di riprodurre i rumori del vissuto quotidiano per realizzare delle vere e proprie “sinfonie” innovative. Con Luigi Russolo la rivoluzione rumorista arriverà a toccare anche altri ambiti come la poesia, la pittura, la scultura, il teatro ed il cinema.
In che modo ha influito il pensiero e l’arte di Russolo nella società italiana?
Tra i massimi esponenti del Futurismo, Luigi Russolo è stata una delle personalità più affascinanti della cultura italiana del Novecento: era non solo un pittore di grande talento, ma anche un compositore e un filosofo appassionato di esoterismo. Sapendo spingersi con la propria ricerca intellettuale ed artistica dove nessuno fino ad allora era arrivato, era sempre alla ricerca di nuove esperienze e nuovi stili di comunicazione e nuovi temi. La sua figura è stata, ciò nonostante, per molto tempo trascurata. Solo negli ultimi tempi, dopo qualche mostra presso la Biennale, si è riacceso l’interesse per la sua pittura e, soprattutto, per la sua attività di musicista. Molti aspetti del suo pensiero e della sua arte dovranno essere approfonditi per capire meglio il suo ruolo di intellettuale all’interno della Società italiana contemporanea.