ROMA – Marco Goldin, unanimemente riconosciuto come il maggior esperto di impressionismo in Italia, dal 2005 mette in scena con successo, sui palcoscenici dei più prestigiosi teatri italiani, racconti/spettacolo realizzati per introdurre, in modo fortemente legato all’emozione, le sue grandi mostre, sempre ai vertici delle classifiche tra quelle più frequentate in Italia e nel mondo, con oltre undici milioni di visitatori negli ultimi vent’anni. Per la prima volta, con questo spettacolo dedicato a La grande storia dell’impressionismo, ha creato un racconto autonomo, pensato in modo specifico per il palcoscenico e dunque svincolato dal riferimento a una mostra. Appuntamento in programma per martedì 15 gennaio alla Sala Petrassi (ore 21) presso l’Auditorium Parco della Musica.
Un flusso di parole, musica e immagini, mentre sul palco ci sarà l’importante partecipazione al pianoforte di Remo Anzovino, uno dei principali esponenti della scena musicale contemporanea. E in più, la preziosa collaborazione di Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii, due tra i principali video maker italiani, artefici di una scenografia visiva di forte suggestione, che utilizza foto d’epoca e dei giorni nostri, immagini dei quadri e straordinari filmati girati appositamente in Francia in questi mesi nei luoghi dei pittori, dalle foreste attorno a Parigi ad Arles, dalle coste della Bretagna a quelle della Normandia. 100 minuti di spettacolo, suddivisi in cinque scene, per l’appassionante racconto del movimento pittorico che più di ogni altro ha trasmesso al pubblico di tutto il mondo il suo fascino colorato. Si inizierà dalla foresta di Fontainebleau, dove i giovani impressionisti, da Monet a Pissarro, da Renoir a Sisley, si incontravano a metà degli anni sessanta, per dipingere grandi cieli mai visti così prima, assieme a una devozione tutta nuova verso la natura.
L’amore nei confronti del paesaggio sarà anche quello del decennio successivo, quando prenderanno il via, da quella memorabile del 1874, le esposizioni impressioniste. Di questa seconda scena saranno protagonisti anche Cézanne, Degas e il primo Gauguin, così come le pittrici Berthe Morisot e Mary Cassatt. La meraviglia del fiume, i disgeli lungo la Senna, le alte scogliere e il mare di Normandia, costituiranno poi lo sfondo della terza scena, nella quale Goldin racconterà la fine della pittura di plein-air. Le due scene conclusive, quasi come un unico canto, saranno invece riservate a Vincent van Gogh e Paul Gauguin, coloro che hanno portato alle estreme conseguenze, modificandolo, l’impressionismo. Del primo, tra campi di grano e cieli stellati, lo spettacolo punterà sui poco più che due anni tra Arles e Saint-Rémy e le settimane del congedo dalla vita a Auvers-sur-Oise. E seguendo le pagine del romanzo di Marco Goldin, dedicato proprio all’amicizia tra i due pittori, in uscita per l’inizio del tour teatrale a metà novembre 2018, Gauguin comparirà dal viaggio in Martinica del 1887 ai soggiorni in Bretagna, dai due mesi vissuti ad Arles con Van Gogh fino al momento di salpare dal porto di Marsiglia per Tahiti. Su questa immagine di vento e mare si chiuderà lo spettacolo.