ROMA – La classifica annuale del Centre for World University Rankings (Cwur) colloca la Sapienza al primo posto fra le università italiane e all’67° posto nel mondo, in crescita di 17 posizioni rispetto allo scorso anno.
La classifica, che elenca le prime 1000 università internazionali su oltre 18.000 scrutinate, è basata su sette indicatori: la qualità della formazione (rappresentata dal numero di alunni – rapportato alla dimensione dell’università – che hanno vinto importanti premi internazionali); il tasso di occupazione degli ex studenti (valutato sul numero di alunni che ha ricoperto posizioni di Ceo nelle migliori aziende del mondo); la qualità della docenza (misurata sul numero di accademici che hanno vinto premi internazionali); la produzione scientifica (Research Output), misurato dalle pubblicazioni complessive (numero di articoli di ricerca); la qualità della ricerca, (numero di articoli di ricerca apparsi su riviste prestigiose); l’influenza (numero di articoli di ricerca apparsi su riviste influenti); il numero di citazioni sulle riviste.
“Questo risultato rappresenta un ulteriore riconoscimento della qualità della ricerca dei nostri docenti e della formazione degli studenti Sapienza” – dichiara il rettore Eugenio Gaudio. “L’adozione di criteri oggettivi relativi all’attività scientifica, non basati su mere analisi reputazionali – commenta il rettore Eugenio Gaudio – premia la Sapienza, collocandola al primo posto in Italia e nel gruppo di testa a livello internazionale; questo risultato conferma la posizione di eccellenza del nostro Ateneo già messa in evidenza da altre classifiche internazionali, sia generali sia specifiche per singole discipline”.
I punti di forza della Sapienza, che si conferma per il settimo anno consecutivo il primo ateneo italiano nella classifica, sono la qualità della docenza, calcolata in base al numero di docenti che hanno vinto riconoscimenti di prestigio internazionale (indicatore che pone l’Ateneo al 34° posto al mondo), la produzione scientifica, misurata dal numero di articoli scientifici pubblicati (61° posizione al mondo) e l’impatto della ricerca in termini di numero di citazioni ottenute (71° posizione, in miglioramento di 34 posizioni, l’anno scorso era 105°).