GENOVA – Giovedì 23 maggio, alle ore 17.30, il Salone da Ballo di Palazzo Reale ospiterà Massimo Minella, la Repubblica, con un racconto sull’Expo di Genova del 1914, la grande esposizione creativa firmata dall’architetto Gino Coppedè.
Introduce Serena Bertolucci (Direttrice di Palazzo Reale) e conclude Paolo Emilio Signorini (Presidente dell’Autorità Portuale del mar Ligure Occidentale), con musiche di intermezzo suonate dal fisarmonicista Franco Piccolo. Ingresso gratuito.
Ventidue anni dopo l’Expo del 1892, assegnato per celebrare i quattrocento anni della scoperta dell’America, il Regno affida nuovamente a Genova il compito di realizzazione una grande esposizione internazionale da inaugurare nel maggio del 1914. I temi-chiave attorno a cui ruoterà l’evento sono chiari: l’igiene, il mare, il colonialismo e le relazioni con le Americhe. A firmare l’esposizione è l’architetto Gino Coppedè, che esalta l’evento attraverso un crogiolo di stili, reso possibile da uno stile che dà libero sfogo alla creatività, realizzando i padiglioni in legno e cartongesso. In pochi mesi, dall’autunno del 1913 al maggio successivo, migliaia di operai realizzano fra la stazione Brignole e piazza di Francia, l’attuale piazza della Vittoria, uno spazio espositivo di oltre settantamila metri quadrati che si allunga fino al porto e alla collina di Carignano, grazie all’impiego di infrastrutture totalmente innovative in Italia come una monorotaia e una funivia.
Il via ufficiale all’Expo è il 23 maggio 1914. A inaugurare l’evento sono i Reali d’Italia, il re Vittorio Emanuele III e la regina Elena che arrivano alla Stazione Brignole accolti dalle autorità e da centomila persone che si sono date appuntamento fin dalle prime ore del giorno attorno all’esposizione e lungo il percorso che il corteo d’onore attraverserà al termine della visita fino a raggiungere Palazzo Reale.
L’esposizione ha due «appendici» che le consentono di arrivare fino al porto e sulla collina di Carignano. Gli «strumenti» a cui gli organizzatori ricorrono sono rappresentati da due opere dell’ingegno quali la monorotaia e la funivia. Nell’autunno del 1913, mentre i cantieri sono al lavoro per preparare l’evento di aprile, il Consorzio Autonomo del Porto studia come unire lo scalo all’esposizione. La scelta cade su un progetto assolutamente innovativo per l’Italia, e fra i primi al mondo: una ferrovia elettrica sospesa a un’unica rotaia, cioè una monorotaia o Telfer. Altrettanto strabiliante per l’epoca è la realizzazione della prima funivia in verticale per passeggeri, anche questa un’assoluta novità in Italia. Dal tratto conclusivo di piazza di Francia, dove oggi sorge la scalinata delle Caravelle, la funivia sale fino alla spianata di Mura di Santa Chiara, posto ideale da cui ammirare tutta quanta l’esposizione.