Homepage ROMA & PROVINCIA Recupero della Mansio Ad Vacanas a Campagnano di Roma

    Recupero della Mansio Ad Vacanas a Campagnano di Roma

    5:37 am
    SHARE

    CAMPAGNANO DI ROMA – Con un finanziamento nell’ambito del PNRR “Caput Mundi” (M1C3 Investimento 4.3), è stato possibile attuare un importante progetto di recupero della stazione di posta romana e dell’area archeologica della Mansio Ad Vacanas a Campagnano di Roma, ormai giunto alle fasi finali propedeutiche all’apertura del cantiere. L’intervento prevede la messa in sicurezza, il restauro dei mosaici e la valorizzazione delle pertinenze archeologiche, il rinnovo delle coperture e dei percorsi di visita, con particolare attenzione all’accessibilità per tutti.

    L’intervento, di cui è RUP il dott. Daniele Federico Maras, già funzionario archeologo della Sabap e ora direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze (MAF), è stato progettato dello Studio D’Aquino e verrà realizzato dalla società Upgrading Service SPA, sotto la direzione dell’arch. Gloria Galanti funzionario della Sabap VT-EM.

    La Mansio nella Valle di Baccano è un sito di epoca imperiale rinvenuto nel 1979 durante i lavori di ampliamento della Via Cassia al km 31 ed è stato oggetto di studi approfonditi negli anni a seguire, che hanno fornito importanti nozioni sulle dinamiche di viaggio e di accoglienza nell’antichità.

    I resti conservati costituiscono ancora oggi una rara testimonianza storica, raccontata nei dettagli dall’esposizione del Museo Archeologico del Pellegrino (MAP), recentemente rinnovato sotto gli auspici congiunti del Comune di Campagnano di Roma e della Soprintendenza.

    L’area oggetto d’intervento è sita a Nord-Est della Valle di Baccano su un pianoro ad una quota di circa 226 metri s.l.m. La Valle di Baccano si estende all’interno di un cratere spento della Regione dei Monti Sabatini, in origine occupato da un lago le cui sponde furono popolate già in epoca preistorica. Fin dall’antichità si tentò di prosciugare tale lago, in alcuni tratti paludoso.

    Solo nel 1838 si ebbero consistenti interventi per risanare l’area, tramite un canale artificiale detto ‘Fosso Maestoso’. Negli anni ’20 del secolo scorso la zona fu definitivamente bonificata.

    La Valle di Baccano dove insiste l’area in esame è situata ad oriente di Martignano ed è attraversata dalla via Cassia. In origine era un lago di 8-9 km di circonferenza, prosciugato dai romani grazie a una trincea tagliata fra il Monte Razzano e il Monte Lupoli. La sua peculiare forma ad imbuto ricorda quella di un anfiteatro, la cui cinta, di circa quattro chilometri, risulta ben conservata.

    L’elemento idrografico principale della valle di Baccano è costituito dal fosso Maestro Curzio, esito di un’opera d’ingegneria idraulica che ha permesso il prosciugamento del lago qui presente.

    Il progetto di recupero, restauro, risanamento e valorizzazione della mansio di Baccano è stato oggetto di un incontro, svoltosi lunedì 4 novembre scorso al Museo Archeologico del Pellegrino di Campagnano.

    Inoltre, assieme ad altri 25 progetti della SABAP per il ciclo PNRR “Caput Mundi”, è stato anche protagonista dell’intervento alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA) della Soprintendenza per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale (SABAP VT-EM), dal titolo “Etruria futura”.

    Anche per la Mansio ad Vacanas, il futuro ha in serbo una nuova fruizione con nuovi percorsi di visita, in nome dell’inclusività e per un miglior accesso a una cultura antica di cui restano le impronte.