ROMA – Il 19, 20 e 21 giugno 2024 il Centro Sperimentale di Cinematografia apre le sue porte ad artisti, cineasti, scrittori provenienti dai luoghi attraversati dalla guerra, con una tre giorni di incontri, masterclass, proiezioni e una mostra fotografica, vivida istantanea del momento storico che stiamo vivendo. Tutti i cittadini, e in particolare gli operatori del settore cinema, sono invitati a partecipare inviando una mail al seguente indirizzo: invito@fondazionecsc.it. L’evento si svolge presso la storica sede CSC in via Tuscolana 1520 a Roma.
“Diaspora degli artisti in guerra”, questo il nome dell’evento a carattere culturale e formativo, è finanziato da fondi PNNR e pone il Centro Sperimentale di Cinematografia come soggetto partecipe e propulsore di un confronto volto a un auspicato cambiamento, con specifica attenzione alla formazione e alla creatività. L’evento include un bando di formazione, aperto a tutti i maggiori di 18 anni e con un tetto di partecipanti di 400 allievi (si avvisa che la scadenza riportata nel bando è stata prorogata al 16 giugno), che propone agli iscritti di filmare, coadiuvati dai docenti CSC, gli incontri e le sinergie spontanee che si andranno a determinare tra gli artisti e i partecipanti per la realizzazione di un film testimonianza.
Nel presentare il programma, Edoardo Albinati e Sergio Castellitto hanno conversato per più di un’ora sull’importanza del cinema come testimonianza, sull’uso della visione come strumento per dare forma al dolore e al mondo, sulle guerre contemporanee che sono spesso guerre civili in cui l’aguzzino può essere il tuo vicino.
Edoardo Albinati: “Ho trovato il programma molto interessante e mi hanno molto colpito le dichiarazioni di cineasti da tutto il mondo: dall’Ucraina al Congo, dal Ciad alla Siria”.
Il Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia Sergio Castellitto: “La parola diaspora ha origine greca, significa dispersione. Disseminare un popolo, sradicare un individuo, un’anima. Allontanare dalla propria terra, dal proprio sangue originario. Molti popoli hanno subìto un affronto simile. Che è sempre una lacerazione. Ci siamo domandati allora dove fossero quei cineasti, artisti, scrittori divisi e riseminati altrove. Abbiamo deciso di offrire loro un luogo, questo luogo, il Centro Sperimentale di Cinematografia, che per tre giorni diventa una casa comune dove raccogliere ciò che è stato disperso delle loro idee, dei loro progetti e delle loro frustrazioni. Ricomporre la diaspora degli artisti. Offriamo uno schermo per mostrare le loro opere e un microfono per parlarne. Tra due fronti c’è sempre una terra di nessuno, un lembo deserto, abitato dalla paura ma anche dal desiderio. Vogliamo occupare questa terra, perché diventi luogo di meditazione umana, nello stesso campo aperto dove l’arte per sua abitudine, incontra il sogno”.