MILANO – Una campagna di sensibilizzazione sull’ipertensione arteriosa e sugli effetti cardiovascolari causati da salite a quote moderate e alte, in programma sabato 8 e domenica 9 luglio in oltre 40 rifugi alpini e appenninici di 16 regioni italiane sopra i 2000 metri di quota.
Sono queste le caratteristiche dell’edizione 2023 della Giornata dell’ipertensione arteriosa, promossa dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa, dalla Commissione centrale medica del Club Alpino Italiano e dalla Società Italiana di Medicina di Montagna, con il sostegno dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano e dell’Università di Milano-Bicocca.
Il numero di persone, con o senza problemi cardiovascolari, che salgono in montagna durante l’estate è in costante crescita. Per questo motivo gli organizzatori ritengono doveroso promuovere la consapevolezza sulle reazioni dell’apparato cardiovascolare alle quote moderate e alte.
Nei rifugi aderenti all’iniziativa, i frequentatori potranno ricevere informazioni sul rapporto tra pressione arteriosa e montagna, e misurare la propria pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione di ossigeno nel sangue, verificando così la propria condizione di rischio cardiovascolare e la propria reazione alla esposizione alla quota. Chi lo desidera potrà inoltre compilare in forma anonima un breve questionario, utile alla raccolta di dati per la ricerca scientifica sul comportamento della pressione arteriosa in quota e sul profilo individuale di rischio cardiovascolare tra gli escursionisti e gli alpinisti.
L’ipertensione arteriosa
L’ipertensione arteriosa, detta “il killer silenzioso” perché asintomatica, è ancora oggi il principale fattore di rischio per malattie cardiovascolari in tutto il mondo e colpisce circa il 40% della popolazione adulta occidentale.
La Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa riporta i dati più recenti, i quali confermano che più del 30% della popolazione italiana adulta è affetta da ipertensione arteriosa, con percentuali ampiamente superiori nelle fasce più avanzate di età. La prevalenza di ipertensione arteriosa è inoltre in aumento tra bambini, adolescenti e giovani e pari a circa il 10%.
Studi recenti dell’Istituto Auxologico Italiano e dell’Università di Milano-Bicocca, inoltre, hanno chiaramente dimostrato come la pressione arteriosa salga in modo significativo durante l’esposizione ad alta quota (sopra i 2500 metri), iniziando a modificarsi anche in caso di salita ad altitudini moderate (attorno ai 1800-2000 metri). Questo si verifica sia nei soggetti normali che nei soggetti affetti da ipertensione arteriosa, sollevando così il problema di come mantenere sotto controllo la pressione anche quando si sale in quota, per garantire un approccio alla montagna sicuro e privo di rischi per l’apparato cardiovascolare.
Consapevolezza e sicurezza
«Questa iniziativa rispecchia pienamente la principale missione delle organizzazioni promotrici: aumentare la consapevolezza di tutti sui rischi legati all’ipertensione e promuovere la sicurezza in montagna», sottolineano il professor Gianfranco Parati, direttore del Dipartimento di Cardiologia di Auxologico San Luca a Milano, la dottoressa Carla D’Angelo, presidente della Commissione centrale medica del Cai, e la dottoressa Lorenza Pratali, presidente della Società Italiana di Medicina di Montagna.
La Giornata dell’ipertensione arteriosa nei rifugi è portata avanti dal 2016 grazie al contributo dei tanti operatori sanitari coinvolti e dei gestori dei rifugi che accolgono la manifestazione. In particolare, la Commissione centrale medica del Cai ringrazia i presidenti delle Commissioni mediche periferiche per la loro preziosa collaborazione. In qualche rifugio la Giornata si terrà in altre date, programmate nei mesi di luglio e agosto.
Per tutti i dettagli: cai.it.