Homepage CULTURA “Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023)”

    “Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023)”

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    ROMA – Roma è il comune agricolo più grande d’Europa e l’Azienda Speciale Palaexpo valorizza questa risorsa con due mostre nei Padiglioni del Mattatoio – “Roma periurbana. Risorse agricole, territorio, realtà sommerse” e “Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023)” – che, con linguaggi diversi, aprono nuove prospettive, propongono riflessioni, analisi, visioni.

    Dal 30 marzo al 27 agosto 2023 il Mattatoio di Roma ospita presso il Padiglione 9a, l’esposizione Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023), promossa da Roma Culture e Azienda Speciale Palaexpo, ideata e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo.

    La mostra, curata da Paola Bonani e Francesca Rachele Oppedisano, raccoglie alcuni tra gli esempi più significativi di artisti contemporanei che hanno lavorato sulle relazioni esistenti tra arte, creatività, estetica e i territori naturali che l’uomo abita.

    La selezione incentrata su artisti italiani copre un arco cronologico che va dagli anni Sessanta ai giorni nostri, un periodo caratterizzato da grandi cambiamenti nella percezione del rapporto tra natura ed essere umano, cambiamenti a cui le arti visive hanno contribuito aprendo nuovi scenari e fondando nuove consapevolezze.

    Negli anni Sessanta molti artisti hanno compiuto un radicale superamento dei confini tradizionali dell’opera d’arte, includendo all’interno di essa elementi prelevati direttamente dalla realtà e incentrando, in alcuni casi, tutta la loro ricerca sul rapporto con la materia, con la natura e con i suoi processi di trasformazione. Negli anni Settanta l’agricoltura e il paesaggio sono divenuti oggetto di pratiche artistiche specifiche, con l’intento di indagare e di verificare dimensioni più umane di produzione e spazi di sintonia con l’ambiente. In Italia il decennio si chiuderà, com’è noto, con l’edizione della Biennale di Venezia dedicata al tema Dalla natura all’arte, dall’arte alla natura.

    La mostra raccoglie circa sessanta opere di diciannove artisti e presenta diverse tipologie di lavori, dipinti, sculture, disegni, fotografie, video e installazioni site-specific. Il percorso si apre con due significative citazioni visive: un Crettonero di Alberto Burri e un Concetto spaziale. Cratere di Lucio Fontana. Due opere esemplari, provenienti da un futuro anteriore, di due artisti che sono stati fra i primi ad aver dischiuso l’opera d’arte ai processi vitali della materia. I due lavori indicano i poli su cui si fonda l’impianto dell’intero progetto: quello dello spazio terreno, legato alla percezione del reale, e quello di uno spazio immaginario generato dall’invenzione creativa.

    L’esposizione si apre con una piccola quanto preziosa testimonianza relativa ai cinque pannelli murali, andati dispersi, che Pino Pascali realizzò su commissione della F.A.O. nel 1964 a Roma, dedicati alle attività della produzione agroalimentare e con l’opera di Luca Maria Patella, Terra animata (1967) da cui è tratto il titolo della mostra. Tra i maestri dell’arte italiana tra gli anni Sessanta e Settanta, il percorso comprende la serie delle Alpi Marittime di Giuseppe Penone, una delle prime opere eseguite dall’artista sommando la sua forza a quella dell’albero, un grande dipinto di Mario Merz, i disegni e i collage di Giosetta Fioroni, e i lavori di due protagonisti di quegli stessi anni da poco scomparsi: Gianfranco Baruchello, di cui è esposto in mostra un archivio che documenta l’attività del progetto Agricola Cornelia (1973-1981), e Piero Gilardi, presente con uno dei suoi famosi Tappeti-Natura.

    All’interno di un gioco di rimandi generazionali la mostra prosegue con le opere – sculture, disegni o fotografie – di Giacinto Cerone, Bruna Esposito, Massimo Bartolini, Marzia Migliora, le installazioni di Leone Contini e Michele Guido, le foto e i video di Emanuela Ascari, Nico Angiuli, Renato Leotta e le composizioni di Pamela Diamante. Tutti questi artisti, ognuno a proprio modo, hanno fatto della loro arte un impegno di risveglio e di sensibilizzazione della nostra coscienza. Le loro pratiche rappresentano con straordinaria efficacia temi complessi, urgenti e controversi quali biodiversità e antispecismo, sostenibilità, migrazione e ruralità.

    Oggi il concetto di natura è stato emancipato dall’idea di naturale, aggettivo che sottintende uno sguardo antropizzato della terra, così come i termini di territorio, paesaggio, ambiente sono stati ampiamente ripensati. Gli artisti lavorano ormai nella consapevolezza di trovarsi all’interno di un ecosistema eterogeneo, in cui cooperano pratiche artistiche, conoscenze scientifiche, studi antropologici e sociali, biopolitiche territoriali e con il lavoro ci restituiscono visioni e prospettive uniche su ciò che vediamo, percepiamo, sperimentiamo, misuriamo, abitiamo, contempliamo, con cui giochiamo, su ciò che, in una parola, animiamo.

    Nella foto in alto: Massimo Bartolini, My Fourth Homage: to Carmine Carbone, 2003, stampa Lambda montata su alluminio / Lambda print on alluminium, cm 126 x 262, Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano. Foto Studio Vandrasch. Fotografia, Milano, courtesy Collezione Giuseppe Iannaccone Milano.