CIVITAVECCHIA – A Tarquinia e Montalto di Castro è stato presentato un progetto di eolico offshore a 8 km dalla costa. È una distanza troppo piccola per non creare impatti paesaggistici e di intralcio alla navigazione delle flottiglie da pesca che insistono sul nostro litorale. Bene ha fatto la Commissione Consultiva Locale della Pesca e dell’Acquacoltura di Civitavecchia di cui al Regolamento Regionale n. 14/2011 sull’utilizzo del litorale a dare all’unanimità parere negativo sull’installazione, per questa e altre motivazioni. Ben venga un regolamento che normi l’installazione delle turbine eoliche a mare, garantendo distanza dalla costa e salvaguardia del paesaggio.
Il progetto dell’offshore eolico proposto a Civitavecchia a 25 km dalla costa, che si trova attualmente in fase avanzata di approvazione, è all’interno di un piano strategico nazionale necessario per il passaggio oramai improrogabile dall’utilizzo delle fonti fossili alle fonti rinnovabili. Questo progetto, voluto fortemente da un territorio da troppo tempo vessato dalle servitù energetiche, è realistico e nel suo iter procedurale ha coinvolto l’Assessorato alla Transizione Ecologica della Regione Lazio e il Comune di Civitavecchia, i Sindacati, le Associazioni e i Comitati territoriali. La sua realizzazione produrrà 250 MW, che andranno a risolvere l’annoso problema ambientale della città e del suo comprensorio, e imprimerà un nuovo slancio all’occupazione locale, diventando un hub di produzione locale di pale eoliche.
La città, partecipe e vivace, smentisce chi vorrebbe proporre progetti privati che vanno contro l’interesse collettivo, come per esempio il mega-biodigestore anaerobico di Ambyenta Lazio. L’offshore eolico, invece, così come è stato concepito, sarà sì privato, ma si sposerà bene con l’interesse collettivo, ambientale e occupazionale. La città non vuole svendere parte del suo mare e pertanto andranno fissati alcuni punti. Bisognerà garantire per l’Azienda proponente, produzione e immissione sul mercato, ma nello stesso tempo andranno necessariamente considerate le aspettative del territorio:
– agevolazioni per le aziende locali;
– impiego di manodopera locale;
– garanzia di continuità occupazionale per tutte le maestranze attualmente occupate a TVN e nell’indotto del carbone;
– certezze tariffarie e di utilizzo dell’energia prodotta da rinnovabili per gli abitanti del territorio;
– ambientalizzazione delle banchine e creazione delle comunità energetiche portuali e non fantomatici mega impianti di trasformazione di rifiuti da installare nell’area portuale, come già sentiamo dire;
– la governance di tutta la fase degli appalti e della gestione dei lavori che dovrà essere messa in sicurezza dai “pescecani” che si faranno avanti sentendo l’odore dei soldi.
Il territorio è in grado di fare buona guardia affinché tutto si svolga nel migliore dei modi. Il momento è ora. La crisi climatica ci indica la strada. La crisi energetica, dovuta alla guerra, ci dice che dovremmo diventare una volta per tutte un Paese completamente autonomo dal punto di vista energetico. Questo è possibile solo producendo energia con fonti rinnovabili. L’offshore eolico è uno dei modi. Dal nuovo Governo ci aspettiamo un’accelerazione nell’iter di approvazione del progetto, dalla Regione sostegno nella fase di approvazione e realizzazione dell’opera come obiettivo individuato nel Piano Energetico Regionale e infine dal Sindaco di Civitavecchia di rappresentare totalmente gli interessi del territorio nei confronti dei privati e degli enti coinvolti.
Civitavecchia Bene Comune