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    La Bohème del teatro di Leopoli in scena al Festival Puccini di Torre del Lago

    5:49 am
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    TORRE DEL LAGO / VIAREGGIO (LU) – Omaggio anche alla grande soprana ucraina Solomija Krusceniski cittadina di Viareggio, nell’anniversario dei 150 anni dalla nascita celebrato anche dall’Unesco. Fuori programma il 23 agosto nel gran teatro all’aperto di Torre del Lago va in scena la Boheme, 140 tra tecnici e artisti accolti a Torre del Lago dalla cittadina ucraina con il sostegno della Direzione per la diplomazia culturale, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Come reagire agli orrori delle guerre? All’imbarbarimento della società che ogni giorno ci restituisce immagini inequivocabili di sentimenti di odio tra popoli?

    Noi pensiamo con la musica… noi crediamo, ancora, che la musica possa essere conduttrice di pace e messaggera di solidarietà. Ed è con questa convinzione e con questo obiettivo che la Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago ha accolto fuori programma la serata speciale in programma il 23 agosto che vedrà la rappresentazione dell’opera La Bohème del teatro di Leopoli nel Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini di Torre del Lago.

    Una iniziativa dall’alto valore simbolico, un contributo alla ripresa di un Teatro, il celebre Teatro dell’Opera e del Balletto della Città di Leopoli, uno dei massimi monumenti storico-culturali della città che a causa della guerra ha dovuto interrompere le proprie attività e inviare al fronte tanti dei suoi artisti.

    La serata, che vede anche la partecipazione dell’Ambasciata d’Italia a Kiev e dell’Istituto italiano di cultura sarà trasmessa in streaming e condivisa con il mondo intero. La serata è stata resa possibile anche grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

    Per maggiori informazione e l’acquisto dei biglietti: 0584359322 – www.puccinifestival.it.

    Il Teatro di Leopoli

    Originariamente l’Opera di Leopoli si trovava sull’ex palude del fiume sommerso di Poltva poi è stata spostata in viale della Libertà, il fulcro alberato del centro storico di Leopoli, Patrimonio dell’umanità UNESCO situato nel distretto di Halych della città. Fu costruito tra il 1897 e il 1900 e originariamente era chiamato Grand Theatre . Per quattro decenni il teatro fu conosciuto come Teatro Accademico Statale dell’Opera e del Balletto di Leopoli Ivan Franko, essendo stato ribattezzato nel 1956 in onore del famoso poeta e attivista politico della città nel centenario della sua nascita. Nel 2000, l’Opera di Leopoli ha celebrato il proprio centenario con un altro nome, questa volta in onore di una delle figlie native della città, Solomija Krušel’nyc’ka, un rinomato soprano dell’inizio del XX secolo.

    Solomija Krusceniski “la Duse dell’opera”

    Cantante lirica ucraina tra le più grandi di tutti i tempi La sua voce unica e la sua marcata personalità conquistarono i teatri lirici di tutto il mondo “Salomea Kruceniski Riccioni”. Dopo il successo in Madama Butterfly a Brescia (1904) decide di stabilirsi a Viareggio dove conobbe Cesare Riccioni sindaco di Viareggio. E i due si sposarono a Buenos Aires. Gli anni, fino al 1938 (data di morte di Cesare Riccioni) li vissero tutti a Viareggio.

    Una voce unica, una personalità di grande spessore la resero una delle figure di spicco nel mondo della lirica, ma anche una delle donne ucraine più famose al mondo. Ancora oggi viene celebrata e ricordata come una delle personalità più carismatiche della storia del Paese, così come è immensa l’eredità che ha lasciato, sia dal punto di vista artistico che umano.

    Solomija era nata a Biliavyntsi, oggi Regione di Ternopil (all’epoca regno di Galizia) in una famiglia di antiche e nobili origini. La sua famiglia era appassionata di musica: sua madre cantava in un coro e le trasmise la passione per il canto. Solomija si distingueva per la voce e il suo era un canto angelico, melodioso, che non passava inosservato. Al canto affiancò lo studio del pianoforte, Fu lei l’interprete del trionfo di Madama Butterfly al Teatro Grande di Brescia dopo che l’opera era caduta alla sua prima al Teatro alla Scala. Era stato Puccini a chiederle di essere lei l’interprete e Salomea aveva preso molto sul serio questo impegno, tanto da trascorrere tre mesi a ripassare la parte, indossando perfino gli abiti di scena per immedesimarsi ancor più nel suo personaggio. Dopo il grande successo di Madama Butterfly a Brescia (28 maggio 1904) Salomea decide di stabilirsi a Viareggio dove conobbe Cesare Riccioni sindaco di Viareggio. E i due si sposarono a Buenos Aires dove lei si esibiva nel 1910. Gli anni, fino al 1938 (data di morte di Cesare
    Riccioni) li vissero tutti a Viareggio. Poi lei, rimasta vedova, donò la sua ampia biblioteca al comune e chiese di poter tornare a Leopoli, sua regione natale. La accontentarono poiché era una celebrità e le dedicarono il teatro nazionale. Purtroppo quelli furono anni nefasti, prima i nazisti poi i sovietici le impedirono di tornare in Italia, nell’amata Viareggio e così nel 1952 morì lontana. Anche se fu tumulata, dopo un immenso corteo funebre, in una monumentale tomba.

    La Bohème è uno dei titoli d’opera in testa alla classifica delle opere più rappresentate al mondo, il capolavoro in cui Mimi è la struggente vittima della sorte, che la fa vivere povera, sola, malata, innamorata infelice e che muore tragicamente di tisi. Al Festival Puccini, la Bohème si conferma sempre tra i titoli più apprezzati, e sarà in scena martedì 23 agosto (ore 21.15) con una produzione del Teatro di Leopoli.