AMATRICE – Oltre un anno e mezzo fa, un disastroso sisma colpiva l’Italia centrale provocando tragiche perdite umane e materiali. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) si adoperava immediatamente – unitamente a Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Esercito, Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale, Scuola Forestale Carabinieri di Cittaducale, che all’inizio del sisma faceva ancora parte dell’allora Corpo forestale dello Stato – per espletare tutte le necessarie attività di monitoraggio e primo intervento, proponendosi quale esempio di best practice nella gestione e nell’implementazione di azioni di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale nelle difficili situazioni post-sismiche.
Dal 24 agosto 2016, nelle quattro regioni, sono stati messi in sicurezza più di 1.171 beni immobili e sono stati recuperati più di 20.000 beni storico-artistici e archeologici, oltre 9.500 libri e più di 4.500 metri lineari di archivi, preziosi custodi della nostra memoria storica. A meno di un anno dalla prima scossa è stato approvato dal Commissario Straordinario il primo stralcio del Piano Beni Culturali, che stanzia 170 milioni di euro per la ricostruzione e il consolidamento di oltre 100 edifici – prevalentemente chiese e cattedrali – danneggiati dal sisma, individuati dalla CEI d’intesa con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Fondi che sono andati a sommarsi agli oltre 43 milioni che erano già stati destinati alla messa in sicurezza e riapertura al culto di 180 chiese, per un impegno totale di oltre 200 milioni.
Oggi il MiBACT sostiene con fermezza, tramite la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti, la nomination del Museo Civico Cola Filotesio di Amatrice (già chiesa dedicata a Sant’Emidio) al World Monuments Fund (W.M.F.)
La città collinare di Amatrice è stata una delle aree del Lazio maggiormente devastate dal sisma del 24 agosto 2016 che ha causato 299 morti e circa 400 feriti; gran parte delle macerie sono ancora in posizione. E’ dunque con grande soddisfazione che è stata accolta la notizia, dello scorso ottobre, che il celebre World Monuments Fund (WMF) di New York, tradizionalmente attivo in situazioni di emergenza legate a disastri naturali, ha selezionato, tra i 170 siti di grande interesse culturale in nomination in tutto il mondo, il Museo Civico “Cola Filotesio” di Amatrice. Il Museo risulta inserito nella rosa dei 25 siti nel cui ambito verranno scelti 4 o 5 monumenti cui destinare una donazione elargita per la ricostruzione dei medesimi. La nomination avverrà presumibilmente entro la primavera del 2018.
Il WMF ha inteso appuntare la sua attenzione sul Museo Cola Filotesio non solo in quanto simbolo della ricchezza culturale di Amatrice, ma anche in virtù dello stretto legame storico ed identitario che la popolazione amatriciana ha mantenuto, e mantiene, con la città ed il suo territorio.
L’edificio venne realizzato nel XIV secolo probabilmente sopra i resti di un antico tempio romano, per dedicare una chiesa, inizialmente, alla Madonna delle Laudi, poi a Sant’Emidio protettore contro i terremoti. È con quest’ultimo nome che ancora oggi viene nominata la torre dell’edificio. La struttura architettonica, unica nel suo genere, è articolata in due sole navate e riporta decorazioni musive di pregevole valore. Il suo aspetto attuale è il risultato di una serie di trasformazioni avvenute a partire dal 1730, anno di uno dei più violenti terremoti della zona. Abbandonato nei secoli successivi, la chiesa venne chiusa al culto tra il 1959 e il 1965. Successivamente, a fronte di importanti interventi di restauro condotti dal Ministero, l’edificio venne destinato a ospitare l’importante museo dedicato a Cola Filotesio, raccogliendo le più rilevanti espressioni artistiche, religiose ed etnoantropologiche di Amatrice e del territorio circostante.
La nomination costituisce dunque un’importante occasione per attirare l’attenzione internazionale sul futuro del comune reatino e dei beni culturali prodotti dal territorio, coronando l’intensa attività di messa in sicurezza presa in carico e realizzata sull’immobile dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. L’intervento ha rivelato fin da subito forti elementi di criticità dovute ai seguenti elementi:
– scarsa disponibilità di aree da utilizzare in condizioni di sicurezza per gli operatori, a causa della presenza di macerie e fabbricati collabenti;
– traiettoria di crollo della Torre campanaria, verso le restanti parti del Museo.
La messa in sicurezza della Torre è risultata un elemento prioritario per qualsiasi altro intervento sul compendio monumentale. Le attività del Ministero si sono pertanto immediatamente concentrate per una soluzione di stabilizzazione con attenti studi e messa in campo delle tecnologie più avanzate.
Sono state eseguite le verifiche sulle condizioni statiche della Torre, ricavando dal modello di scansione tridimensionale puntiforme, ad un passo ridottissimo (5cm), le sue sezioni e le piante ai vari livelli. Questo ha permesso di individuare forma e dimensione delle sezioni resistenti e valutare, con la massima precisione, l’intervento da eseguire.
Le attività di messa in sicurezza del Museo Civico e della Torre condotte dal MiBACT sono articolate in quattro fasi con un impegno di spesa che supera un milione di euro:
1) rimozione della campana e della veletta in forte stato d’instabilità, intervento prioritario ai fini dell’esecuzione delle successive fasi. L’ operazione è stata effettuata con l’ausilio dei Vigili del Fuoco che hanno proceduto alla rimozione della vela campanaria mediante impiego di gru messe a disposizione dal MiBACT.
2) presidio statico sulla torre mediante cerchiatura con elementi metallici prefabbricati alla quota di + 6.00 metri al fine di stabilizzarla. Gli elementi sono stati parzialmente montati fuori opera e collocati con l’ausilio di due gru, di cui una a forte distanza dal fabbricato e l’altra alle spalle della direttrice di crollo della torre in modo da garantire la sicurezza degli operatori. La cerchiatura è stata coadiuvata da delle tirantature in acciaio.
3) presidio alle sollecitazioni dinamiche. L’intervento, in fase di realizzazione da parte del MiBACT, prevede la realizzazione di 4 incastellature metalliche da posizionare in opera previa prefabbricazione in stabilimento degli elementi, montaggio nella prossimità del sito, e successivo posizionamento in opera a mezzo di gru di elevata portata.
4) interventi di messa in sicurezza nel corpo del museo, in corso di esecuzione e completamento; è stata già conclusa la parte di puntellamento sul fronte nord con un ponteggio innovativo che ha la doppia funzione di presidio statico e ponteggio per le successive fasi di restauro del Museo.
Nella foto gentilmente concessa: il Museo Civico “Cola Filotesio” di Amatrice.