ASCOLI PICENO (AP) – Sabato 7 maggio alle 17.00 il Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno ha inaugurato la nuova sezione romana. Il progetto di riallestimento è stato coordinato da Luigi Gallo, direttore della Direzione Regionale Musei Marche, con la cura e la direzione scientifica di Sofia Cingolani, funzionaria archeologa e direttrice del Museo.
Il Museo Archeologico di Ascoli Piceno racconta attraverso la sua ricca collezione la storia millenaria della città di Ascoli e del suo territorio. Ben noto per l’importanza delle testimonianze picene che racchiude, ha riaperto finalmente, dopo alcuni anni di chiusura, la sua sezione romana. “Si tratta – afferma Sofia Cingolani – di un primo traguardo importante, nell’ambito di un programma pluriennale volto a restituire al pubblico percorsi e zone del museo chiuse da tempo e, in generale, al rinnovamento del Museo e della sua identità”. Il percorso dedicato all’età romana si ricollega ora finalmente a quello della sezione picena con l’obiettivo di raccontare ai visitatori come la città e il territorio caratterizzati dalla forte realtà identitaria del popolo piceno siano progressivamente mutati con l’arrivo dei Romani e a seguito delle vicende che hanno condotto alla nascita dell’Asculum imperiale.
Fondamentale, nella creazione del percorso, la collaborazione con la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata e della funzionaria archeologa Paola Mazzieri. “Nell’ottica della collaborazione e dell’azione sinergica di tutela e valorizzazione – sottolinea Luigi Gallo – si sono potuti esporre, per la prima volta, reperti da contesti di fondamentale importanza per la ricostruzione delle fasi più antiche della città rinvenuti, negli anni, nel corso delle attività di tutela della Sabap sul territorio”. “I siti presentati – ribadisce la Soprintendenza – attualmente ancora in corso di studio, testimoniano l’esito di un peculiare processo di stratificazione culturale; l’identità picena risulta ancora fortemente sentita all’alba della romanizzazione, soprattutto nelle sue espressioni religiose, come testimoniano i siti dell’Annunziata e del Battente che hanno restituito tracce di culti a divinità femminili arcaiche, e permane fino all’epoca tardo repubblicana, quando vasellame di tradizione picena rientra nuovamente nei corredi delle sepolture di Porta Romana accanto a elementi caratteristici del costume funerario romano”.
Accanto alla riapertura del percorso, oltre al nuovo logo, sono stati presentati i primi risultati dell’importante progetto di inclusività che il Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno ha potuto avviare grazie alla sinergia con il centro polifunzionale “Officina dei Sensi” e con la partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno.