POMPEI – Al via nuove attività di ricerca sperimentali che vedono il Parco archeologico di Pompei, ancora una volta, campo privilegiato di applicazione delle nuove tecnologie di rappresentazione e monitoraggio delle strutture archeologiche.
Giovedì 18 novembre sono iniziate le prime attività di rilievo con laser scanner della domus di Arianna, i cui dati confluiranno in una piattaforma HBIM, che per la prima volta sarà applicata al contesto archeologico pompeiano.
HBIM è acronimo di Heritage Building Information Modeling, una tecnologia che consente di acquisire informazioni per la gestione digitale integrata dei processi di conservazione, programmazione e manutenzione del sito, nell’ottica di una sempre maggiore sostenibilità economica e ambientale nella gestione del patrimonio archeologico.
Avere a disposizione un modello digitale HBIM implementabile di una domus o edificio archeologico permette di disporre di un database interoperabile da interrogare (con l’ausilio di strumenti informatici dedicati al facility management) per pianificare in modo strategico le operazioni di manutenzione e gestire in maniera ottimale: il monitoraggio del degrado, anche strutturale, dell’edificio, attraverso un confronto informatizzato tra un dato inserito nel modello digitale e lo stesso dato rilevato in tempo reale tramite sensori; la pianificazione degli interventi di restauro; la catalogazione delle informazioni legate all’opera, che vengono in questo modo preservate tramite un archivio digitale in cloud; la simulazione degli effetti di eventi catastrofici (ad es. i terremoti).
Il progetto è realizzato dal Parco archeologico di Pompei assieme all’Università Federico II di Napoli , che dal 2010 ha seguito per il sito di Pompei i progetti di miglioramento dell’accessibilità “Pompei accessibile”, “Accordo Deloitte” e “Enhancing Pompeii”, dal Politecnico di Milano che conduce da anni ricerche sul superamento dei modelli tradizionali di archiviazione dei dati e sulla costruzione di piattaforme interoperabili per i beni culturali e dall’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR, con una consolidata esperienza di ricerca sull’impiego delle tecnologie ICT per la conoscenza, conservazione e fruizione del patrimonio culturale.
L’obiettivo del gruppo di ricerca, che vanta un approfondito know-how sui temi del restauro, miglioramento della fruizione del Parco archeologico pompeiano e delle tecnologie abilitanti per i patrimoni culturali, è di portare a compimento l’idea progettuale di un prototipo di piattaforma digitale HBIM calata su un’insula del Parco archeologico pompeiano in 6 mesi, per definire in una seconda fase la sperimentazione del risultato prototipale e la relativa dimostrazione di funzionalità.
L’attività prevede il coinvolgimento di docenti e giovani ricercatori da impiegare nell’attività sul campo e si avvarrà della consulenza del Distretto tecnologico Stress, per la realizzazione di rilievi e indagini diagnostiche non invasive, e per l’elaborazione della piattaforma digitale, della società Acca Software, sviluppatrice dei programmi Edificius e usBIM, grazie ai quali i componenti della ricerca hanno già sperimentato soluzioni per l’implementazione dei programmi finalizzati alla lettura, all’archiviazione dati e all’interpretazione del patrimonio culturale.
Il gruppo di ricerca è composto
per l’Università di Napoli Federico II:
Renata Picone (Coordinamento);
Mario R. Losasso;
Luigi Veronese;
Enza Tersigni;
Eduardo Bassolino;
Mariarosaria Villani.
per il Politecnico di Milano:
Stefano Della Torre;
Luisa Ferro;
Daniela Oreni.
per il C.N.R.:
Costanza Miliani;
Elena Gigliarelli;
Filippo Calcerano;
Cristiano Riminesi.
per il Parco archeologico di Pompei:
Gabriel Zuchtriegel Direttore Generale;
Alberto Bruni;
Arianna Spinosa;
Vincenzo Calvanese;
Raffaele Martinelli.