Lo stemma della Città di Civitavecchia ha la seguente blasonatura: “D’azzurro, alla quercia di verde, fustata e sradicata al naturale, il tronco accostato dalle lettere maiuscole O e C, d’oro. Motto: S.P.Q.C. in lettere maiuscole d’oro, su lista d’azzurro bifida e svolazzante. Ornamenti esteriori da Città“.
La leggenda narra di un’assemblea di saggi tenutasi sotto una quercia per prendere un’ardua decisione: valutare l’opportunità di tornare tra i ruderi di Centumcellae oppure restare nel sito collinare di Cencelle. Un vecchio marinaio, di nome Leandro, fece un lungo discorso sull’importanza di fare ritorno nella vecchia città e fu talmente convincente che all’unanimità venne approvata la sua proposta. Il ritorno avvenne il 15 agosto 889; annualmente Civitavecchia celebra tale data come “Natale di Civitavecchia“.
Un antico stemma cittadino risalente al XVII secolo raffigurava Santa Fermina; nel primo quarto del Settecento comparve un altro stemma che raffigurava la Quercia con le lettere C. O. che nel 1740 in una stampa dello Scotto vennero invertite in O. C., disposizione che si generalizzò nella prima metà dell’Ottocento. Alla fine dell’Ottocento la Commissione Araldica Nazionale, presieduta da Tomassetti, dichiarò che le due lettere erano l’abbreviazione del motto Centumcellensium Ordo. Altre fonti successive argomentano che O. C. non significano Ottimo Consiglio, riferito alla decisione di tornare alla vecchia città come da tradizione popolare, bensì sono le iniziali del motto Ordo Centumcellensis, a ricordo delle origini romane della città marinara, se non il motto Orbis Centumcellensis che compare in un Omelia di San Gregorio Magno.