BOLOGNA – La legge regionale n.14 del 2013, che promuove e disciplina la salvaguardia del patrimonio sentieristico regionale, non può avere gli effetti auspicati, per la mancanza di regolamenti che ne regolano l’accesso e ne garantiscono la fruizione da parte degli escursionisti e degli appassionati, osserva il Presidente del Cai Emilia-Romagna, Massimo Bizzarri. “Dalle iniziali difficoltà e perplessità circa la mancata redazione dei regolamenti, si è passati ad una fase di stallo che non solo non permette di procedere secondo le indicazioni prese otto anni fa ma che ha appesantito e aggravato il territorio, lasciato così allo sbando”, afferma il Presidente.
Bizzarri ha inviato una lettera al Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, all’Assessore alla montagna, aree interne, programmazione territoriale e pari opportunità, Barbara Lori, all’Assessore a mobilità e trasporti, infrastrutture, turismo e commercio, Andrea Corsini, e all’Assessore all’ambiente, difesa del suolo e della costa e protezione civile, Irene Priolo, per chiedere una maggiore regolamentazione del settore. “Spero che vi sia la volontà urgente di dare risposte esaustive dovute e attese, oggi più che mai”, auspica il Presidente, che si augura di poter incontrare personalmente Bonaccini per approfondire i temi affrontati nel documento.
Nella lettera, Bizzarri si sofferma sul problema dell’accesso ai sentieri da parte dei mezzi motorizzati. “Ritenuto da tutti un controsenso (siamo di fatto l’unica Regione che lo permette), aggravato dal conseguente mancato impegno da parte degli Enti territorialmente competenti a disporre i relativi divieti in tante zone protette”. Allo stesso tempo, entra in gioco il tema del significato e dell’interpretazione di cosa si debba intendere per “interesse pubblico” di un sentiero. “Visti i continui accessi di motociclisti, molti proprietari, inizialmente propensi o quanto meno accondiscendenti in forma implicita, ora pongono divieti di passaggio sui loro terreni a tutti”, puntualizza ancora.
Per quanto riguarda il catasto regionale dei sentieri, “senza il coordinamento, la collaborazione dei comuni, senza un ufficio e un servizio che trasferisca fattivamente su carta i sentieri segnalati, si tratta di un progetto senza capo né coda”, continua il Presidente del gruppo regionale. Bizzarri si concentra anche sull’inefficacia, di fatto, dell’azione del Coordinamento e della Consulta, previsti dalla normativa. “Organi che senza il substrato fondante non hanno avuto la benché minima utilità. Inoltre, dopo alcune riunioni ed assemblee, da anni tutto è cessato”.
Infine la manutenzione che, in base alla legge regionale, deve essere svolta dai comuni. “Purtroppo sta emergendo sempre più la non corretta valutazione ed interpretazione di cosa si intenda per manutenzione. In ambito Cai, deve essere intesa come controllo della percorribilità del sentiero per gli escursionisti a piedi o mtb e come verifica della segnaletica. Allo stesso tempo, fare manutenzione significa assumere il ruolo di sentinella del territorio che segnala le eventuali interruzioni del percorso o gli evidenti pericoli. Senza dimenticare che, a varie sezioni CAI è stato richiesto di modificare le convenzioni, tentando di far passare in capo alle sezioni stesse, ogni responsabilità per gli incidenti sui sentieri”, conclude Bizzarri.