Il Signore Lucente a cura dell’Avv. Alessandra Piccinini (Edizioni Nisroch) è una storia, all’apparenza semplice, che racchiude in sé significati esoterici e spirituali profondi e che parla attraverso il Simbolo, quindi non ha un protocollo di comprensione uguale per tutti. È un seme che si innesca nelle profondità dell’animo di ognuno, che attiva gli archetipi presenti nel nostro DNA umano e spinge all’evoluzione, alla crescita e al cambiamento.
In una postfazione Piccinini rivela le sue motivazioni, i suoi richiami interiori, i suoi agganci culturali, ma sottolinea fin dall’inizio: pur essendone l’autrice, la sua interpretazione non è importante. Come di fronte a un quadro, colui che osserva si appropria dell’opera artistica che a sua volta assume una vita propria, creando una simbiosi unica e irripetibile.
Il racconto, dedicato all’artista turca Helin Bolek, è impreziosito dalle illustrazioni realizzate da Marco Bragaglia, artista poliedrico che arricchisce le suggestioni del testo con immagini di raro impatto, capaci di incatenare il lettore alla lettura, mentre lavora alla ricerca della sua chiave interiore.
Come nasce Il Signore Lucente?
Ho scritto Il Signore Lucente ad aprile 2020, subito dopo aver appreso della scomparsa di Helin Bolek, attivista e cantante turca, di origine curda, che è venuta a mancare dopo 288 giorni di sciopero della fame intrapreso per denunciare le persecuzioni politiche in Turchia e il veto posto dal governo sui concerti del gruppo musicale di cui lei stessa faceva parte, Grup Yorum, al quale dal 2016 era stato vietato di esibirsi. Il racconto è dedicato a lei.
Ho chiesto a Marco Bragaglia di illustrare la favola. Dalla sua creatività sono scaturiti ritratti molto suggestivi dei personaggi, che si possono ammirare all’interno del testo, e la copertina.
Nel tuo libro menzioni, con l’ausilio di simboli, tre interessanti dicotomie: bene / male; perfezione-equilibrio / caos; morte / rinascita. Potresti argomentare il significato di questi simboli?
Il Signore Lucente parla attraverso il simbolo, e la peculiarità di questo linguaggio è che non esiste un protocollo di comprensione uguale per tutti. I protagonisti sono animali (tre scimmie, tre corvi e una tartaruga), elementi naturali personificati (ad esempio la pioggia e l’arcobaleno) e due personaggi particolari: il veggente e il Signore della Giustizia e del Tempo. In una mia post-fazione si possono trovare spiegati i miei riferimenti culturali, che attingono in parte al Ramayana (poema epico indù) e in parte allo sciamanesimo. Il passaggio centrale del racconto è, invece, ispirato alla mitologia egizia. Tuttavia, nella stessa post fazione spiego anche che né i miei riferimenti né la mia personale interpretazione devono considerarsi vincolanti per il lettore: ritengo infatti che l’incontro con il simbolo sia sempre individuale.
Ma vengo alla domanda. La prima contrapposizione (bene/male) è inizialmente evidente: si parte da una condizione di totale armonia che improvvisamente viene a mancare. In questa fase il bene e il male sono ben distinti e separati da un momento di “rottura”, che sancisce il passaggio da uno stato di totale benessere a uno stato di frammentazione del sé. La distinzione tra bene e male diventa invece molto più difficile nel momento in cui i protagonisti del racconto sono costretti a divenire consapevoli del trauma: è in questo momento che si accende un conflitto tra il concetto di “accettazione/resa”e le forze vitali che sono in grado di rigenerare ciò che è perso. Si tratta, allora, di comprendere qual è il momento in cui la comprensione razionale, pur sempre imprescindibile, deve cedere il passo a forze di diversa natura, che sfuggono per definizione a qualsiasi logica (ivi inclusa quella di conservare ciò che resta) e rappresentano l’unica risorsa capace di determinare quel superamento che pone fine al trauma. Ci tengo a precisare che non si tratta di forze soprannaturali, bensì della forza vitale dell’immaginazione attiva, che richiede di saper mettere in dubbio il confine tra il dato oggettivo e l’interpretazione, nella consapevolezza che non esiste una sola verità, e che aiuti insperati possono arrivare proprio dalle energie che non “riconoscono” una data manifestazione come l’unica verità possibile, mettono in dubbio la percezione e ascoltano, invece, ciò che comunemente viene chiamato “illusione”. In questo senso, i due personaggi del veggente e del Signore della Giustizia e del Tempo hanno un ruolo di primo piano nel racconto.
La seconda contrapposizione (perfezione da un lato, equilibrio/caos dall’altro) è più articolata: esiste una perfezione iniziale, inconsapevole e quindi incapace di difendere i propri confini, in cui forze che operano su diversi piani si intuiscono reciprocamente, ma non sono in grado di venire in soccorso l’una dell’altra. C’è perfezione, c’è equilibrio, ma si tratta di un equilibrio che non ha ancora vissuto, compreso e superato il caos. Perché ciò avvenga occorre che la parte creativa acquisisca consapevolezza di sé e del proprio ruolo: ne scaturisce un nuovo equilibrio, che è uguale in tutto e per tutto a quello iniziale ma racchiude un elemento ulteriore, che è la perfetta integrazione di tutte le energie che erano state disperse e frammentate.
La terza contrapposizione (morte e rinascita) è anch’essa correlata agli aspetti creativi. E’ in questo binomio che l’interazione tra energie assume la forma di un ciclo: ciò che è privo di energia vitale può ancora riacquistarla attraverso un’opera di trasformazione che potremmo definire “alchemica” (rappresentata nel racconto dal cammino dalla Tartaruga): un’opera di ritorno alla “fonte” che rigenera il potere di trasformare la realtà e, talvolta, attiva soluzioni inaspettate.
Dove è possibile acquistare il libro?
Il libro si può acquistare sia in cartaceo che in e-book, su Amazon e in tutte le librerie online. Oppure sul sito della casa editrice al seguente link
https://www.edizioninisroch.it/prodotto/il-signore-lucente-di-alessandra-piccinini/