VITERBO / PIEVE TESINO – Il Centro di Studi Alpino (CSALP) dell’Università degli Studi della Tuscia con sede a Pieve Tesino (Trento) è una realtà che dal 1991 (da 20 anni nella attuale sede a Pieve Tesino) opera nella ricerca e nella didattica anche con summer school internazionali in collaborazione con la FAO. Il Centro cerca di coinvolgere nelle proprie attività di ricerca e di implementazione gli studenti della Tuscia, per offrire l’opportunità di prendere diretto contatto con l’ambiente alpino attraverso corsi di esercitazioni pratiche ed integrative della didattica frontale svolta a Viterbo. Tra i Corsi di Laurea Magistrale offerti da UNITUS che beneficiano maggiormente di questa struttura e degli argomenti inerenti al progetto merita essere citata la laurea internazionale magistrale in Forestry and Environmental Sciences (completamente in lingua inglese) che permette agli iscritti non solo di confrontarsi con un ambito internazionale, come quello che è strettamente inerente al progetto, ma anche di sviluppare quelle conoscenze ed esperienze per operare, a livello dirigenziale e di coordinamento, nei settori della gestione sostenibile delle risorse forestali e dello sviluppo dei territori rurali e montani. La spiccata multidisciplinarità del corso di studio favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro, ma anche la prosecuzione della formazione per i settori di ricerca e sviluppo, attraverso il dottorato di ricerca. La struttura ospita anche gli studenti del Corso di Laurea inter-ateneo, del DIBAF con Sapienza-Università di Roma, su Pianificazione e Progettazione del Paesaggio e dell’Ambiente. Il Centro Studi Alpino di UNITUS è stato direttamente coinvolto in questi giorni in un progetto: Interreg Alpine Space “AlpLinkBioEco”, che sta creando una piattaforma basata sull’innovazione e sulla filosofia del bio-based, cercando di ottimizzare la catena di valore tra produttori, consumatori ed intermediari. Il progetto ha considerato quattro ambiti principali e di conseguenza gli operatori che vi gravitano intorno: legno, agroalimentare, farmaceutico, imballaggi. La ricerca ha fatto molto per cercare soluzioni che prediligano la sostituzione di materiali di origine fossile con materiali rinnovabili, riciclabili e degradabili in queste filiere. Si pensi al riutilizzo delle fibre di legno ad esempio per applicazioni nel tessile. In questo progetto l’interesse del Centro tramite il Dipartimento proponente DIBAF (Dipartimento per l’Innovazione dei Sistemi Biologici Agroalimentari e Forestali) http://www.unitus.it/it/dipartimento/dibaf (coordinatore professoressa Manuela Romagnoli) è stato quello di portare la ricerca “sul campo” lavorando soprattutto su quelle innovazioni che fanno riferimento alla biomassa lignocellulosica e quindi agli scarti delle imprese forestali e dell’industria del legno, essendo il DIBAF parte attiva in diversi altri progetti di ricerca nazionali ed internazionali. Note sono le potenzialità della biomassa lignocellulosica di scarto, si pensi alle bioraffinerie per l’ottenimento di lignina destinata alla produzione di intermedi oppure in sostituzione di adesivi sintetici in alcuni prodotti come i pannelli di legno. Il progetto conta 14 partners, rappresentati di diverse regioni della macroarea. Il coordinamento è del PIC (Plastic Innovation Center dell’Università di Freiburg – CH), sono poi presenti clusters ed istituzioni slovene, austriache, francesi, per l’Italia sono partners Il Lombardy Green Chemistry Cluster, Confindustria Lombardia, Hub Innovation Trentino e il Centro di Studi Alpino (CSALP) dell’Università degli Studi della Tuscia con sede a Pieve Tesino.