Homepage CULTURA Wagner e Verdi all’Arena di Verona: incontro tra geni musicali

    Wagner e Verdi all’Arena di Verona: incontro tra geni musicali

    5:29 am
    SHARE

    VERONA – Nati entrambi nel 1813, diversissimi per indole e formazione, i geniali Wagner e Verdi condussero due vite parallele che li portarono spesso a guardarsi da lontano, capendosi poco, amandosi mai. Il Tedesco ambiva all’Opera d’arte totale e andava per la sua strada, creando dalla verde collina bavarese di Bayreuth una nuova forma di Teatro, il rito che ora tutti conosciamo, e ridisegnando l’epica germanica. L’Italiano “che pianse e amò per tutti” infuocò i cuori di una nuova nazione e portò ai suoi vertici la tradizione operistica, scavando nell’animo umano come nessun altro attraverso soggetti inediti, forti, all’epoca scandalosi. Entrambi alla fine del XIX secolo erano considerati le massime autorità musicali con cui in futuro si sarebbero dovuti confrontare tutti.

    E se, a partire dalla prima Aida del 1913, i capolavori di Verdi sono entrati nell’anfiteatro veronese senza lasciarlo più, il caso di Wagner è più delicato: romantico e spettacolare, perfetto per le produzioni-kolossal degli anni Venti e Trenta (fu tra i primi autori ad essere rappresentati a Verona, persino prima di Puccini e Donizetti) ma molto amato anche nel Dopoguerra. Se si eccettuano pochissimi brani da concerto tra cui la serata del centenario nel 1983, il gigante tedesco manca in Arena dal Festival 1963.

    «In un anno così difficile, il nostro Festival prosegue con successo, puntando dritto al futuro. – spiega il sindaco Federico Sboarina, presidente di Fondazione Arena – Dopo l’emozione e la commozione delle prime due serate, in omaggio al personale sanitario impegnato durante l’emergenza e a ricordo di tutte le vittime del Coronavirus, l’Arena continua a dar voce alla tradizione dell’opera, coniugandola con la sperimentazione, in vista della prossima stagione. Data la straordinarietà del momento che stiamo vivendo, con le serate evento di quest’anno abbiamo voluto dar vita ad un percorso conoscitivo dei più grandi compositori di tutti i tempi. Occasioni uniche che il pubblico sta dimostrando di apprezzare, grazie anche alla presenza sul palcoscenico di artisti di indubbia qualità e reputazione, esattamente centrati sui repertori su cui sono più forti e convincenti. Un cartellone che ci proietta al 2021 e che avrà una sua continuità nel festival dell’anno prossimo».

    L’imponente organico dell’Orchestra dell’Arena di Verona è guidato da Gustav Kuhn, maestro austriaco che ha diretto molte volte l’intero opus wagneriano, spesso curandone anche la messa in scena, e qui alle prese con le Ouverture più belle delle grandi opere L’Olandese volante, I Maestri cantori e Tannhäuser, senza dimenticare la celeberrima “Cavalcata” che apre il terzo atto de La Valchiria, su quel monte sacro dove le figlie di Odino conducono gli eroi e che sarà infine circondato dal fuoco. Al suo debutto areniano è il soprano Ricarda Merbeth, specialista nel repertorio di lingua tedesca, cui sono affidate la romantica ballata di Senta, che trasposta il pubblico nei tempestosi mari del Nord dell’Olandese volante, e soprattutto la trasfigurazione finale del Liebestod, cantato dalla protagonista femminile di Tristano e Isotta.

    Quello di venerdì 7 agosto è quindi un ritorno attesissimo che anticipa un grande evento del 2021, come dichiara il Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia Gasdia: «Abbiamo iniziato a parlare di Wagner con Jonas Kaufmann già due anni fa e il primo a cantare in tedesco sul nostro palco avrebbe dovuto essere lui, se la pandemia non ci avesse costretti a ridisegnare la stagione. Lui debutterà finalmente nel 2021: mi piace sottolinearlo, perché voglio ricordare che nel mondo dell’Opera si deve sempre ragionare con grande anticipo e creare un percorso artistico impeccabile attraverso le stagioni. L’emergenza del 2020 è stata in fondo uno stimolo efficace ed ora abbiamo con noi artisti solidissimi nell’universo wagneriano, una serata davvero speciale che apre nuovi orizzonti, nel segno di musica e qualità. La serata verdiana subito seguente per gli amanti dell’opera è una chicca imperdibile, davvero da “Scala d’estate”, come si usava dire una volta. Accostare Verdi e Wagner continua anche uno dei giochi preferiti da tutti noi appassionati: la gara immaginaria, un po’ per scherzo, un po’ seriamente, tra i due colossi dell’opera ottocentesca».

    Sabato 8 agosto, per il Verdi Gala, il maestro Daniel Oren incontra l’amato pubblico veronese dirigendo un programma che accosta pagine note del cigno di Busseto e capolavori poco o mai rappresentati all’Arena: Rigoletto, Otello, Un ballo in maschera, ma anche Don Carlo, Simon Boccanegra, Luisa Miller, Macbeth. Le voci scelte per salire sul grande palcoscenico centrale sono quelle di giovani italiani già affermati sui palcoscenici di tutto il mondo, interpreti eccezionali e richiestissimi proprio nel repertorio verdiano: il soprano mantovano Eleonora Buratto, il tenore genovese Francesco Meli, il baritono parmense Luca Salsi. Le tre voci, impegnate in arie e duetti, si uniranno nel finale I de Il Trovatore, titolo tra i più amati nelle ultime stagioni del Festival. Come vuole la tradizione spettacolare dell’Arena, accanto all’Orchestra avrà un ruolo fondamentale il Coro preparato da Vito Lombardi, che propone i brani più belli di Nabucco, Ernani, I Lombardi alla prima crociata, i cori che furono colonna sonora del Risorgimento italiano.

    Il Festival d’estate 2020 prosegue con altre serate-evento uniche nell’assetto irripetibile di quest’anno: il weekend Wagner-Verdi ricopre un ruolo fondamentale, confermando l’impegno dell’Arena a presentare programmi accattivanti e coraggiosi con cast d’eccellenza, tra vocazione internazionale e orgoglio italiano.